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Visualizzazione dei post da 2008

Andrà tutto bene.

Per tutto dicembre ho pensato al contenuto dell'ultimo post dell'anno. Dovrebbe essere un super-post, il Padre di tutti i post.  Non mi è venuto in mente niente. Allora, io dico. Tu che stai leggendo, chiunque tu sia. In qualunque momento tu stia leggendo, anche nel 2010. Ti auguro che quello che ti preoccupa di più, quello che temi di più, si risolva. Andrà tutto bene. Te lo auguro di cuore. W.B.

Marco P.

Egli è assediato da torme di pipistrelli invisibili. S.S. e W.B.

Cercalo sopra il cielo stellato.

Il grande peccato, per cui “a chiunque ha, sarà dato e sarà nell'abbondanza, ma a chi non ha sarà tolto anche quello che ha”, il peccato non perdonabile, l’abominio, o meglio, il peccato che, prima o dopo, dovrà comunque essere scontato, e senza alcuna speranza di sottrarvisi, è quello commesso da chi ha sprecato la propria vita. E mi sovviene la scena in cui Steve McQueen, in “Papillon”, sogna di comparire, nel deserto, innanzi a una corte di giudici, imparruccati, il cui presidente, con tanto di martelletto di legno, gli dice, con tono assai severo: “Yours is the most terrible crime a human being can commit. I accuse you of a wasted life. Guilty. The penalty for that is death.”. Per essere più chiari, ogni minuto sottratto a Goethe, e regalato ad Aldo Biscardi e a suo figlio Maurizio, ogni minuto sottratto a Dostoevskij, e regalato a Fabio Fazio che intervista Oscar Luigi Scalfaro, ogni minuto sottratto a Bach, e regalato a Vasco Rossi e ad Adriano Celentano, ogni minuto sottrat

La bara al bar.

Il barbone beone, già ricco barone, al bar brillo brindava con birra, sorbiva dal bricco il succo di Bacco. Col bracco in braccio, leggendo Baricco in breve moriva. W.B. (con il fondamentale ausilio di M.A.)

Non esaltarti nella vittoria, non abbatterti nella sconfitta.

Mi sono chiesto a lungo se fosse il caso di scrivere o no, intorno alla morte di mio padre. Forse, mi sono detto, è un fatto troppo intimo. Non dovrei. Forse non dovrebbe essere confuso tra le pagliacciate su Di Pietro, Alitalia e il Grande Lebowski. Alla fine, come si sa, ho deciso di pubblicarlo. E' che mi sono reso conto che non avevo mai parlato di lui. Prima o dopo racconterò i suoi pensieri, giusto per non farli andare perduti. W.B.

So che non so.

Sfogliai Platone sotto le foglie di un platano. S'impose il Simposio. Mi chiedo, chi sono, ma cado nel sonno. W.B.

Venerdì, 9 marzo 2001.

Mia sorella mi chiamò sul cellulare, erano quasi le due e mezza del pomeriggio. Mi disse che il papà era appena morto, e che dovevo correre subito in ospedale. Mi rimproverò aspramente, perché non ero lì in quel momento. Io, con movimenti lentissimi, mi feci la barba, con schiuma e lametta. Mentre mi radevo, e mi guardavo allo specchio, piangevo senza emettere alcun rumore. Proprio come adesso, mentre sto scrivendo. Poi indossai un completo nero, con la cravatta scura. Volevo presentarmi bene da mio padre. Come si deve. Mia sorella mi richiamò, voleva sapere perché tardavo così tanto. Era arrabbiata. Era nervosa. Era affranta. "Adesso arrivo, sto arrivando". Ma rallentavo sempre di più. Non volevo andare, facevo di tutto per non andare. Arrivai in ospedale, Niguarda, verso le tre e mezza. Mia sorella e mia mamma piangevano, disperate. Io vidi una barella, in una stanza vuota, su cui giaceva un uomo coperto da un lenzuolo. "Vai a salutarlo, vai". Non entrai. Qualche

Dialogo generazionale sul diritto allo studio.

SM = Studente manifestante P = Padre dello studente manifestante SM: Pa’, ho esaurito il credito. P: E quindi? SM: Dammi cinquanta euro. P: Non possiamo. SM: Come non puoi, e perché? P: Perché questo mese è andata così. SM: Così, come? P: Abbiamo finito i soldi. SM: E perché avete finito i soldi? P: Perché gli affari sono fermi. Guadagno poco. SM: E la colpa di chi è? P: E’ anche tua, imbecille. Mi blocchi i binari del tram per protestare per il diritto allo studio, i miei clienti rimangono a casa, non guadagnano e non mi pagano. Ma com’è che non studi mai? SM: Allora è colpa della Gelmini se tu non mi dài i soldi per la ricarica. P: No, ho detto che è colpa tua, non della Gelmini. Ti ho chiesto com’è che non studi mai. SM: Se la Gelmini non ci fosse, io non manifesterei, tu guadagneresti di più e io avrei la ricarica. Ergo è colpa della Gelmini, un motivo in più per manifestare contro di lei!

Super Spider Man.

Il tanto beneamato Presidente della Repubblica, il napoletano G. Napolitano, al quale riconosciamo la costante attenzione per i problemi dell'Italia moderna, ha di recente doverosamente richiamato alla nostra memoria l'importanza della battaglia di El Alamein. Ecco, il nome "El Alamein" ha richiamato alla mia memoria quello che di seguito vi vado a raccontare. Ormai da qualche anno a Milano, in via Dante, si può vedere, durante i fine-settimana, un signore "nero" (sembra indiano, ma non si capisce con precisione, di sicuro ha la pelle scura, le labbra carnose e un profilo da cartone animato), non proprio giovanissimo, che promuove ai passanti la vendita di un particolare oggetto. Questo oggetto è un pupazzo colorato. Il pupazzetto, lungo circa dieci centimetri, è in plastica, rappresenta un omino i cui arti sono per l'appunto di colori tutti diversi tra loro. Il materiale di questo omino è tale per cui se l'omino viene scagliato contro un vetro, l

Il più grande calciatore di tutti i tempi.

Stamane, alla radio, hanno parlato diffusamente di Diego Armando Maradona, il più grande calciatore di tutti i tempi. Un dibattito con ospiti collegati da remoto. In particolare, hanno parlato della cosiddetta "battaglia di Maradona". Tutti sanno che il grande Diego (copio testualmente da Wikipedia) " dopo il ritiro ha continuato ad avere problemi di salute: sin dagli anni '90 ha combattuto contro la tossicopendenza, curandosi in cliniche svizzere e cubane ". Maradona, dunque, ha combattuto una dura battaglia, la celeberrima "battaglia di Maradona", per uscire dal tunnel . Molti degli ospiti hanno anche parlato di guerrieri ateniesi e persiani, ma francamente non ho capito perché. Forse saranno state metafore degli sforzi del leggendario pibe . W.B. p.s.: mi vergogno un po' per questo post, però oggi con il mio amico S. abbiamo riso tanto del gioco di parole suddetto - uscito per puro caso - che gli ho promesso un post sul punto, ed eccolo

Una goccia nell'oceano.

Si dovrebbe riflettere sul rapporto tra il Tutto e le parti del Tutto. La natura ci mostra che l'interesse alla sopravvivenza del singolo ente - animale, vegetale o minerale - è sacrificato a vantaggio dell'interesse generale. Il singolo, inserito in un sistema, entra dunque in conflitto con quel sistema. Entra in conflitto perché desidera la soddisfazione del proprio interesse particolare, e lotta - vanamente - per conseguire un obiettivo non realizzabile. Alla fine, muore. Il sistema, invece, va avanti. L'unica soluzione, l'unica via, è la cessazione della lotta, da parte del singolo. Penso che questo abbandono sia possibile soltanto se il singolo perviene alla piena consapevolezza della propria reale posizione rispetto al Tutto, e del proprio significato rispetto al Tutto. La goccia dell'oceano, che sa e comprende di essere una goccia dell'oceano. A quel punto non si può non amare tutto ciò di cui facciamo parte, e che ha la nostra stessa sostanza. Ama il pro

"Siete rossoneri, allora siete benvenuti al nostro tavolo".

Ieri sera sono andato, con la mia fidanzata, in un bar, per seguire Milan-Inter. Infatti, io sono Highlander, l'ultimo rimasto senza Sky e senza Premium. Senza niente. Ci stanno provando in tutti i modi, a rifilarmi la pay-tv, ma io resisto strenuamente. Non ce la faranno mai. Siamo entrati in questo bar, che poi sarebbe un "pub", e ci siamo rivolti al gestore, per vedere se ci fossero due posticini anche per noi. Un tipetto inconsapevole e agitato, alto un metro e cinquanta, vestito di nero, pieno di orecchini e con i capelli molto unti. Sono le 19.56, la partita comincia alle 20.30, dovremmo trovare posto. " Ragazzi, mi dispiace ..." - e qui, a sorpresa, estrae un foglio a quadretti, parimenti unto, con decine di nomi, in calligrafia stentata, da scuola elementare, alcuni scritti in blu, alcuni scritti in nero - "... non ho nemmeno un buco, è da ieri mattina che hanno prenotato... mi dispiace, ragazzi ". Ho quarant'anni. E questo qui mi chiama &

Chiudi quella fogna, Donny, non è il tuo campo.

Stavo pensando a Epifani. Guglielmo Epifani, il sindacalista, il segretario generale della CGIL. Ha cinquantotto anni. E' romano. E' laureato in filosofia. Ecco, provate a porre una domanda a Epifani su qualsiasi argomento. Qualsiasi, nessuno escluso. Lui, molto seriamente - è sempre imbronciato, forse perché è diffusa la convinzione che la persona seria debba essere necessariamente imbronciata - vi risponderà. Si parla di riforma della scuola? Lui conosce i problemi degli insegnanti. Si parla di energia? Lui sa di centrali nucleari e di fonti alternative. Si parla di mutui? Lui conosce tutte le dinamiche finanziarie, nazionali e internazionali. Un altro così è Pierluigi Bersani, che ha fatto il ministro per le attività produttive. Anche Bersani sarebbe laureato in filosofia, ma discute, con piglio autorevole, di PIL, tassi, inflazione, costo del denaro, recessione, concorrenza. Forse sono io che non sono all'altezza. Io so qualcosa, molto poco, di quello che studiacchio da

E fu così che nel 1983 Sydne Rome lanciò in tutta Europa un corso di ginnastica aerobica.

Ho finalmente capito che, quando sarò morto, si ricorderà più la mia goffa immagine in vano e sudato movimento sullo 'stepper' che non il mio argomentare intorno alla conoscenza e alla conoscibilità. E sia. Almeno avrò fatto sorridere qualcuno. W.B.

Chi vuol esser lieto, sia.

Ci sono giorni in cui mi rendo conto - più del solito - che le persone pensano soltanto a sé. Sono giorni terribili, quelli, per me. Ossia, le persone usano cose, situazioni, ma soprattutto le altre persone, allo scopo esclusivo di "star bene". In termini generali, di essere felici. Vorrei richiamare l'attenzione sul verbo. Usano, ho pensato e scritto. Mi sembra il verbo giusto. E' questo verbo che fa la differenza. Tutti pensano soprattutto a sé. E' istintivo, è la sopravvivenza. Una cosa è pensare a sé, altra cosa è usare il prossimo per il proprio beneficio. Questo accade quando non penso a cosa potrebbe desiderare l'altro. Questo accade quando penso solo a cosa voglio io adesso. E tu, non sei forse "le persone"? Credi di essere diverso? Chi pensi di essere? No, non sono affatto diverso. Forse, l'unico elemento che mi rende diverso è la consapevolezza di questa meschinità, di questa bassezza che appartiene anche a me. E questa consapevolez

Bisogna pur nutrirsi.

Dato che penso di essere in grave sovrappeso, e di fatto lo sono secondo la scienza medica, un paio di settimane fa mi sono comprato uno 'stepper', che, come tutti sanno, è una macchina con cui si simula di salire i gradini di una scala immaginaria. L'obiettivo è quello di fare un po' di fatica e perdere un po' di peso. Finchè, però, non smetterò di mangiare in maniera abnorme, lo 'stepper' farà ben poco. Sta di fatto che io mi sento la coscienza a posto, ogni mattina mi faccio i miei cinquecento scalini virtuali, e credo di averne un beneficio. In realtà, appunto, non ne ricavo alcun beneficio, però l'importante è crederci. Per passare il tempo durante la salita virtuale, accendo la bestia satanica, ossia il televisore. In genere guardo i dibattiti su raitre, c'è Corradino Mineo che mi piace, mi dà serenità. Ci sono ospiti e parlano dei temi caldi della politica, della cronaca, dell'economia. Mi piace perché tutti parlano, e nessuno sa quello ch

Tenere un animale selvatico, un roditore anfibio come... animale domestico, e per di più in città, non è affatto legale.

Tutti quotidianamente dicono e fanno cose assurde. Il problema, a mio modo di vedere, non è quello di dire e fare cose assurde. Il problema è quello di credere che non lo siano. W.B.

Eppure, la morte ce lo insegna molto bene.

Mi sembra che l'uomo occidentale sia ossessionato dal trascorrere del tempo. Egli combatte una guerra contro il tempo. Egli - vanamente - insegue la vittoria facendo una maggiore "quantità" di cose. Per questo, egli deve essere più veloce. Non comprendo questa generale tendenza verso una maggior "quantità" di cose fatte. Eppure, la morte ci insegna molto bene che non conta quante cose abbiamo portato a termine, prima che lei ci sorprenda. W.B.

"Chi ti ha fatto sapere che eri nudo? Hai forse mangiato dell'albero di cui ti avevo comandato di non mangiare?"

La conoscenza della realtà oggettiva non è possibile, da parte dell'uomo. Questo, perché i sensi dell'uomo sono finiti e quindi lo inducono in errore. Anche la mente dell'uomo lo induce in errore. La realtà oggettiva esiste. Ma l'uomo non può conoscerla. Quando l'uomo crede di conoscere la realtà oggettiva, si forma un'opinione soggettiva. Se l'uomo crede che la sua opinione soggettiva corrisponda alla realtà oggettiva, cominciano i problemi. Qualsiasi contrasto tra gli uomini deriva dal fatto che gli uomini scambiano le proprie opinioni soggettive per la realtà oggettiva. Credono di avere ragione e che, correlativamente, siano gli altri a sbagliare. Di qui, l'assurda lotta per affermare la propria ragione. Di qui, l'odio. W.B.

“Se non le va bene, all’ingresso trova il modulo per il reclamo.”

I fatti che sto per raccontare sono veri. Niente è frutto di immaginazione. Questa mattina. Mi trovo alla fermata del tram. Aspetto il numero dodici, o il quattordici. Mi vanno bene entrambi. Per stancarmi meno, piego la gamba destra, e appoggio il piede contro il muro. Intanto, leggo. Dopo venticinque minuti di attesa, il tram non arriva. Al ventiseiesimo minuto, accade qualcosa. Un gruppo di persone arriva a piedi. Provengono da lontano. Avvisano che i tram sono bloccati in via Cenisio. Non passano. Ripongo il libro nella borsa. Mi incammino. Percorro trecento metri, per andare alla fermata del numero tre. Il tre può andarmi bene. Aspetto il tre per dieci minuti. Poi arriva, e ci salgo. Tiro fuori dalla borsa il biglietto del tram. E’ un biglietto settimanale. Costa 6,70 euro. Dà diritto a sei viaggi di andata e sei di ritorno. Dodici viaggi. Due viaggi al giorno, per sei giorni. L’ho usato fino a ieri sera, quindi per otto volte. Quattro giorni per due viaggi al giorno. Lo infilo ne

Riflettere a fondo, su un qualsiasi argomento, è un’attività complessa.

Riflettere a fondo, su un qualsiasi argomento, è un’attività complessa. E’ un processo, che richiede energia e tempo. Non parlo dei pensieri fugaci, disordinati, casuali. Mi riferisco ai pensieri organizzati, logici, coerenti. E’ anche un’attività molto intima. Molto ‘personale’. Nessuno riesce a entrare nella mia mente, a guardarci dentro. Al massimo posso essere io, a raccontarne il contenuto. E non è mica detto che lo descriva per quello che è. Se sto pensando al tale argomento, e qualcuno mi parla, devo interrompere i miei pensieri. Non posso fare diversamente. Non ho alcuna scelta. Devo subire la decisione altrui. La decisione altrui, che entra nella mia sfera intima. E blocca i miei pensieri, li interrompe. E io non ci posso fare proprio niente. Il processo, ormai, è interrotto. Un processo interrotto non sarà più quello di prima. Ma è inevitabile invadere la sfera altrui. Se ti avviso che ti sto per parlare, ecco, ti ho già interrotto. Non credo sia così. Chi parla deve prima co

Vuoi un dito del piede? Te lo procuro io. Credimi, c'è il modo. Cose che è meglio non sapere.

WALTER: That wasn't her toe. DUDE: Whose toe was it, Walter? WALTER: How the fuck should I know? I do know that nothing about it indicates... DUDE: The nail polish, Walter. WALTER: Fine, Dude. As if it's impossible to get some nail polish, apply it to someone else's toe... DUDE: Someone else's... where the fuck are they gonna... WALTER: You want a toe? I can get you a toe, believe me. There are ways, Dude. You don't wanna know about it, believe me. DUDE: But Walter... WALTER: I'll get you a toe by this afternoon... with nail polish. These fucking amateurs. They send us a toe, we're supposed to shit ourselves with fear. Jesus Christ. My point is... DUDE: They're gonna kill her, Walter, and then they're gonna kill me... WALTER: Well that's just, that's the stress talking, Dude. So far we have what looks to me like a series of victimless crimes... DUDE: What about the toe? WALTER: FORGET ABOUT THE FUCKING TOE! A waitress enters. WAITRESS:

No country for old men

“ Cosa stavo dicendo l’altro giorno a proposito dei giornali? Ecco, la settimana scorsa hanno scoperto una coppia in California che affittava camere ai vecchietti, poi li ammazzava, li seppelliva in giardino e si intascava gli assegni della pensione. Prima di ammazzarli li torturavano, non so perché. Forse avevano il televisore rotto. Ed ecco cosa diceva di questo fatto il giornale. Testuali parole. Diceva: I vicini si sono messi in allarme quando hanno visto un uomo lasciare di corsa la casa con indosso solo un collare per cani. E’ impossibile inventarsi una notizia del genere. Vi sfido anche solo a provarci. Avete capito? Ecco che cosa ci è voluto. Tutte quelle urla e quelle buche scavate in giardino non avevano insospettito nessuno. Pazienza. Quando ho letto questa notizia, mi sono messo a ridere. Non c’è molto altro da fare. ” (Cormac McCarthy, Non è un paese per vecchi, Einaudi, 2008, pag. 101). Ieri, alle 19.40, camminavo lungo via Legnano, a Milano. Ho guardato al di là della re

Ho immaginato un mondo nel quale la verità è separata dal giudizio

Ho immaginato un mondo nel quale la verità è separata dal giudizio. Un mondo in cui tutti gli uomini parlano, o esprimono idee, in qualsiasi forma, soltanto se possono essere sicuri della verità di quanto stanno dicendo. E questo mondo era molto silenzioso. Osservo le persone. Le ascolto insegnare cose agli altri, continuamente. In gran parte sono giudizi. Spesso mi accorgo di fare esattamente la stessa cosa. E quando me ne accorgo, la tristezza mi attanaglia. W.B.

Una prova naturale del fatto che non tutti gli uomini nascono uguali

Due giorni fa, ho visto in televisione un documentario interessante. Era ambientato nel Sudafrica. Trattava della cattura delle gazzelle. Non proprio gazzelle, ma animali simili alle gazzelle. Non mi ricordo il nome esatto di questi animali. Era una cattura "a fin di bene". Non per fare del male alle bestiole. L'obiettivo era quello di trasferirle altrove. Evidentemente, l'ecosistema penalizzava le gazzelle. Il sistema di cattura era complesso. Alcuni negri costruivano una sorta di recinzione in gomma. Questi negri sono specialisti nella cattura. Un elicottero individuava una mandria da catturare. L'elicottero era dotato di sirene e di lampeggianti. L'elicottero spaventava la mandria. L'elicottero spingeva la mandria verso la trappola. Le gazzelle correvano verso la trappola. Improvvisamente, qualcosa "va storto". Tutta la mandria si dirige verso il vicolo cieco. La mandria sarà di una ventina di elementi. Una sola gazzella si arresta. Sembra che

Alcune brevi considerazioni sulla colpa della vittima e sulle facoltà del parassita

Conosco un ragazzo, sui trent'anni, che di recente ha subìto un procedimento penale per furto. Lo chiameremo Tizio. Tizio, nottetempo, si era avvalso del badge, fornitogli dal datore di lavoro, per accedere illegittimamente ai locali dell'impresa e fare razzia delle merci esposte. Ovviamente, dopo svariate scorribande, è stato "incastrato" dalle immagini delle videocamere (si trattava di un supermercato) e dalle registrazioni del badge, di ingresso e di uscita. Letteralmente inchiodato, senza alcuna speranza. Tizio, parlando con me e raccontandomi i fatti, si doleva soprattutto di essere stato licenziato; il procedimento penale, invece, non lo preoccupava minimamente (anche perché era precisamente consapevole di non rischiare pressoché nulla, e in effetti mi risulta che nulla gli sia accaduto). Egli, per l'appunto, non trovava giusto che lo avessero licenziato. A parte il fatto che continuava a ripetermi che "in fondo non aveva ucciso nessuno", ero dav

Della spiegazione degli eventi e dei comportamenti.

Quando cerchiamo di capire il motivo per cui è accaduto un evento, normalmente, in un'ottica finalistica, guardiamo al risultato dell'evento occorso. Guardiamo proprio a quell'evento. Similmente, quando una persona compie un atto - un comportamento, in genere, che può essere anche un comportamento comunicativo - per comprendere il motivo che ha mosso l'individuo ad agire così, guardiamo all'atto compiuto, e ai suoi effetti specifici. In realtà, tutte le volte in cui accade un evento, si può osservare lo stesso positivamente, ma lo si dovrebbe osservare anche - e soprattutto, se non altro per una questione numerica - negativamente. Un evento NON è la serie infinita di eventi che sarebbero potuti accadere al suo posto in quel momento, e che non sono accaduti. La nostra visione limitata ci spinge a chiederci perché stamane ci siamo svegliati con il mal di schiena, ma non ci porta a chiederci in quali infiniti altri modi ci saremmo potuti svegliare, o non svegliare affa

Gli effetti sull'organismo delle onde elettromagnetiche emesse dai telefoni mobili. Spunti di riflessione.

Ritorno dopo un'assenza di novantaquattro giorni. Tutti avranno provato la particolare esperienza di percepire un certo calore, vicino all'orecchio, dopo una lunga telefonata al cellulare (o anche al cordless ). Una persona mi ha detto che su Internet circola un video, nel quale si vedono quattro cellulari, disposti a croce, che, durante il loro funzionamento, e a causa di esso, "cuociono" alcuni chicchi di mais, posizionati al centro, trasformandoli addirittura in pop-corn . Non ho visto quel video, ma poi ho letto che pare si tratti di una messinscena, di un trucco. Pare, altresì, che il video sia stato creato, con i relativi ritocchi, da persone riconducibili ai produttori di accessori per telefoni cellulari. Il calore percepito nell'area intorno all'orecchio, però, è reale. Le onde elettromagnetiche che attraversano il cervello sono reali. Gli effetti sul cervello rimangono ignoti. Io presumo che alcuni effetti si verifichino. Sta di fatto che ogni tanto v

Il nido

Le donne, tutte le donne del mondo, senza eccezione alcuna, ossia nessuna esclusa, sono casalinghe, anzi, meglio, sono 'delle casalinghe'. Anche quelle che lavorano, quelle che 'non hanno tempo', quelle che 'si fanno aiutare' a tenere la casa 'a posto' - dalla loro mamma, o dalla loro anzianissima nonna, o dalla moldava peraltro pagata troppo profumatamente, o dal marito schiavo liberto, il quale preferisce impegnarsi in prima persona, con ciò impingendo nell'incipiente esaurimento dei nervi, piuttosto che dover lavorare per guadagnare denaro destinato a pagare una moldava che metta intollerabilmente le mani tra le sue cose personali -, queste donne, in fondo alla loro anima - nel profondo, direbbe Freud - sono e rimarranno sempre delle casalinghe. Casalinghe perché sentono l'assoluta e irrefrenabile necessità di contemplare la propria casa sempre in ordine e pulita, senza la polvere, la quale polvere, come tutti sanno, è opera del demonio, che l

Il gesto

Circa due anni fa elaborai alcune interessanti riflessioni - interessanti magari solo per me - sul concetto di 'scopo', 'finalità', 'obiettivo'.  Proverò adesso a raccontarvele, sempre che ci riesca. Nella vita ciascuno di noi va avanti ponendosi continuamente scopi, che sono ordinati cronologicamente, secondo una concatenazione di tipo 'seriale' (si può compiere una sola azione per volta).   Prendiamo uno scopo qualsiasi a breve termine, per esempio 'recarsi all'Ikea a comprare delle candeline profumate' (obiettivo che chiameremo "x").  Per raggiungere tale obiettivo, si deve previamente attuare una concatenazione di altri atti, che rappresentano, per così dire, 'sotto-obiettivi' rispetto all'obiettivo primario, e ne cito solo alcuni: si deve accendere l'automobile, percorrere la strada fino all'Ikea, parcheggiare, chiudere la serratura, eccetera.  Questi 'sotto-obiettivi', tutti orientati ad "x&quo

Plantigrado

Un amico ipotizza, avendo esaminato e studiato la frequenza dei miei ultimi post, che sarei uscito dal letargo stagionale. Credo abbia ragione. W.B.

Panem et circenses

Beppe Grillo ha sostenuto con forza, e con la consueta strategica volgarità, l'idea secondo cui l'informazione non sia libera. Secondo Beppe Grillo, bisognerebbe eliminare i finanziamenti pubblici alle testate giornalistiche, abolire l'Ordine dei giornalisti, più una terza proposta, che al momento non ricordo. In realtà, a mio parere, l'informazione è libera. Sono i lettori, o i tele-spettatori, che non nutrono interesse per una certa informazione. Alla gente non interessa granché del tasso di interesse che il governo pretenderà da Alitalia per il cosiddetto 'prestito-ponte', o l'opinione, sul punto, del commissario europeo alla concorrenza. Al 'popolo' interessa sapere tutto del professore che si sarebbe masturbato in classe durante l'intervallo, della prostituta fatta a fettine e messa nel sacco nero, dell'Anna Falchi che racconta della precocità eiaculatoria dei calciatori con i quali sostiene di aver intrattenuto rapporti di tipo carnale.

La laurea di Antonio Di Pietro

Il tema è assai intrigante. Il Cavaliere ha sostenuto che la laurea del dottore Antonio Di Pietro non sia 'vera'. Ora, il dottore Di Pietro, per tutta risposta, sul suo sito, ha rammostrato con orgoglio la fotografia del suo diploma. Qualche maligno, in assoluta mala fede, potrebbe eccepire e sostenere che il documento, in quanto tale, non dimostra che la laurea sia regolare. Pure malignità, appunto, generate dal fatto - evidente a tutti - che si vuole colpire il politico Di Pietro, il quale, evidentemente, dà fastidio a molti. Sappiamo che le università italiane sono tra le più serie del mondo, e mai hanno rilasciato (o rilascerebbero) diplomi falsi. Non mi risulta che qualcuno abbia mai comprato lauree o esami. Non ne ho notizia. Accetto smentite, a patto che siano rigorosamente documentate (e questo, francamente, mi sembra del tutto impossibile). Io sono qui a difendere il dottor Di Pietro, anche se egli saprebbe difendersi molto bene da solo (nonostante sia da sempre perito

Per essere chiari

E' un po' che redigo e pubblico post a evidente contenuto politico, però non vorrei che l'esercito dei miei fedelissimi si formasse un'opinione sbagliata sulle mie convinzioni, quindi gradirei fare un po' di chiarezza. Ne sento forte il bisogno. Ebbene sì, lo confesso, ho votato con grande convinzione 'Lega Nord', il cosiddetto 'partito dei pellerossa' (del quale, però, disprezzo con forza la componente xenofoba e l'indubbio spirito razzista, invero inaccettabile, come è inaccettabile l'intento di divisione dell'unità nazionale) anche se dentro di me speravo che il Partito Democratico di Veltroni avesse la meglio e ce la facesse, per questioni di democraticità, appunto. Non mi dispiace affatto che abbia vinto Silvio Berlusconi, anzi, ho grandemente esultato, anche se il mio sogno, e lo dico col cuore, sarebbe stato quello di vedere al governo la Sinistra Critica (o anche Giuliano Ferrara), perché sono contro tutti gli inegualitarismi, e c

Blog tematico

Quello che più mi irrita, del mio blog, è che non ha né capo né coda, non è strutturato, come si suol dire, non è organico; sono pensieri a casaccio, dipendono dalle circostanze. Sono completamente in balìa del fato (e anche i pochissimi che mi leggono dunque, di riflesso, lo sono). Forse sarebbe meglio un blog tematico. Scegliere due o tre argomenti omogenei , e sviscerarli fino in fondo. Potrei, per esempio, dedicarmi al 'fenomeno' Antonio Di Pietro, e occuparmi di lui, esaminandolo per bene, come merita. In aggiunta, dell'ignoranza in genere. E ancora, della raccolta differenziata dei rifiuti. Gli è che la mia mente è fin troppo analitica, e quindi finirei con l'occuparmi dei dettagli, perdendo di vista il cosiddetto quadro d'insieme. Il mio problema è quello lì, i dettagli. Vivo in un mondo al microscopio. Ieri mi sono imbattuto nel blog dei sindacati del pubblico impiego, che portava in home page il grido di battaglia "Sù la testa" (sic). Al che ho ma

Una domanda circolare

Ci sono dei giorni in cui ho la netta sensazione di essere circondato da nugoli di malati di mente; non parlo della società in genere, parlo di coloro i quali gravitano abitualmente intorno a me. Come prima reazione a questa straordinaria coincidenza, mi dico che sarà il mio karma , il mio tikkun , devo scontare questa difficoltà (diciamo eufemisticamente) relazionale per comprendere qualcosa, che al momento mi è del tutto ignoto; subito dopo, però, mi dico, ma non è che sei tu il malato di mente, visto che è insegnamento consolidato, forse luogo comune, ma qualcuno diceva che i luoghi comuni rispecchiano le verità, quello secondo cui il malato di mente ritiene che gli altri siano malati di mente, e lui no? eppure dispongo di indici oggettivi che non possono essere messi in discussione. E se questi indici fossero considerati oggettivi soltanto da me? E se qualcuno mi rispondesse, guarda che il malato di mente sei tu, e quel qualcuno che mi ha dato questa risposta fosse un malato di men

Il peggio del peggio del peggio

L'ineffabile professore Romano Prodi, dopo aver lasciato la sua, diciamo, carica nel Partito, diciamo, Democratico, carica ricoperta con onore e dignità per un tempo invero assai limitato, ha tenuto a sottolineare che lui, Berlusconi, comunque l'ha già battuto due volte, evidentemente riferendosi con sarcasmo a chi da Berlusconi è stato sconfitto.  Insomma, il Professore non si smentisce mai. Noi sappiamo bene, infatti, per quale preciso motivo il PD è partito con uno svantaggio imbarazzante e del tutto irrecuperabile. Noi lo sappiamo, e dovrebbe saperlo anche chi è abituato, come il professore Romano Prodi, a dimostrare la sua naturale superiorità sugli altri. Il professore è realmente più intelligente di tutti gli altri, e ha accumulato incarichi di altissimo prestigio nella sua straordinaria carriera perché è un essere speciale. Sono anni che mi chiedo perché non ce ne siano tanti, come lui. Avremmo un mondo migliore, vicino alla perfezione. Purtroppo per il pianeta, però, d

Congratulazioni

A me questa cosa delle telefonate di congratulazioni, no, non piace. Francamente io non ci credo, al fatto che W. volesse per davvero fare le congratulazioni a S.; non ci credo, è impossibile. Secondo me, non solo non voleva fargli le congratulazioni, ma lo avrebbe volentieri mandato a fare eccetera. E allora mi chiedo perché mentire, perché apparire diversi da quello che si è. D'accordo, l'opportunità, ma ci si può limitare al silenzio. E, dall'altra parte, mi immagino e figuro S., che, non appena premuto il tasto rosso sul telefonino - perché di telefonino immagino si tratti - deve avercelo mandato davvero, al W., esattamente come facciamo tutti noi, comuni mortali, quando riattacchiamo dopo aver parlato con qualcuno al quale avremmo voluto dire cose che non abbiamo potuto dire. Io, se fossi uno dei duri e puri rimasti sotto il quattro per cento, dopo aver saputo delle congratulazioni, non sarei mica rimasto tanto contento. Ci hai distrutto, W., hai ancora il coltello in

L'operaio in Parlamento

Ma non era un collegio sicuro, quello "lasciato" all'operaio da sant'Oliviero? Non ci sono più i collegi di una volta. Solo scuole private, americane e capitaliste. W.B.

O.D.

Oggi O.D. - uno da sempre presente nella mia personale top ten , serio, simpatico, modesto, bello (poiché vagamente scimmiesco nei tratti del volto), equilibrato, democratico e soprattutto estremamente intelligente - ha dichiarato: " Avevamo deciso di eleggere un operaio e nella trattativa però non c'era posto, io mi chiamo fuori e così sarà garantita l'elezione ad un operaio". Io, da bambino, avevo capito molto male, pensavo che gli elettori fossimo noi, cioè quelli che vanno dentro la cabina con la matita, la cabina numero due, che finché il presidente non te lo dice, non ci vai, e quando esci, fieramente infili la scheda dentro la fessura, aiutandoti con i colori, invece oggi ho scoperto che è lui, insieme ai suoi compagni di partito, a decidere chi deve essere eletto. Non ha detto "far" eleggere, ha detto proprio "eleggere". E bravo O.D., ora sei balzato al secondo posto (con a fianco una freccina verde, con la punta rivolta verso l'alto

Dovuto amor

Mi dispiace se i pensieri del 2008 sono in gran parte amari. Non dipende da me, ma dalle contingenze. Fermo restando che spesso non amiamo una persona, bensì l'idea che ci siamo fatti di quella persona, valga quanto segue. Prima o dopo dovremo accettare il fatto che le persone che amiamo non sono necessariamente buone persone. Può ben darsi che chi la natura ci spinge ad amare - a esempio, un genitore - possa avere verso di noi comportamenti oggettivamente deprecabili, possa ingiustamente ferirci, farci del male. Sorge dunque un contrasto grave, tra la nostra spinta naturale - ad amare - e la realtà, dove risultiamo soccombenti. La ferita che subiamo da parte di chi - teoricamente - dovrebbe amarci, fa ancor più male. Anche perché non possiamo fare altro che accettarla. W.B.

Un millimetro alla volta

Chissà se sarò riuscito a scrollarmi di dosso - finalmente - il mio unico, fedelissimo, lettore. Forse no. Spero di no. Egli è come una vongolina, tenacemente attaccata allo scoglio. Oggi vorrei ricordarvi, brevemente, che è assai vero che, se si concede un dito, si perde un braccio. C'è chi lentamente acquisisce terreno su di voi, con una lentezza tale da risultare impercettibile. E a ogni piccola conquista il potere si consolida sempre più e procede verso un nuovo traguardo, sino a quando, senza che ve ne siate accorti, siete diventati prigionieri e schiavi, e non c'è più niente da fare, a quel punto è troppo tardi.  Schiavitù volontaria, si dirà. Ma pur sempre schiavitù. W.B.     

Ognuno sta solo sul cuor della terra

Se tu, uomo, credi di trovare comprensione nel prossimo, sei un illuso. Credimi, nessuno può comprenderti. E' inutile cercare di lamentare i propri dolori. Nessuno può comprendere davvero ciò che ti affligge. E ora, dunque, smetti di illuderti, smetti di cercare altrove ciò che solo in te puoi trovare. Vige la regola, consolidato luogo comune invero, secondo cui è bene sfogare i propri guai, "raccontarsi", per evitare di "tenere tutto dentro". Ebbene, giusto di un luogo comune si tratta. Alla lamentazione, prima o dopo, seguirà la delusione. E' solo questione di tempo, poi capirai che nessuno di coloro ai quali hai svelato il tormento ti ha mai compreso sino in fondo. E la delusione è cocente. Perché l'uomo è costantemente in cerca di qualcuno che lo capisca, che comprenda le sue paure. Ma ogni mente pensa a sé, e per definizione non può obiettivarsi nell'altro che, appunto, rimane tale. Altro, diverso, incomprensibile. Dunque, ascoltami, se puoi. E