"Siete rossoneri, allora siete benvenuti al nostro tavolo".

Ieri sera sono andato, con la mia fidanzata, in un bar, per seguire Milan-Inter.
Infatti, io sono Highlander, l'ultimo rimasto senza Sky e senza Premium.
Senza niente.
Ci stanno provando in tutti i modi, a rifilarmi la pay-tv, ma io resisto strenuamente.
Non ce la faranno mai.
Siamo entrati in questo bar, che poi sarebbe un "pub", e ci siamo rivolti al gestore, per vedere se ci fossero due posticini anche per noi.
Un tipetto inconsapevole e agitato, alto un metro e cinquanta, vestito di nero, pieno di orecchini e con i capelli molto unti.
Sono le 19.56, la partita comincia alle 20.30, dovremmo trovare posto.
"Ragazzi, mi dispiace ..." - e qui, a sorpresa, estrae un foglio a quadretti, parimenti unto, con decine di nomi, in calligrafia stentata, da scuola elementare, alcuni scritti in blu, alcuni scritti in nero - "... non ho nemmeno un buco, è da ieri mattina che hanno prenotato... mi dispiace, ragazzi".
Ho quarant'anni.
E questo qui mi chiama "ragazzo".
Meglio così.
Facciamo per andarcene, quando il piccolo gestore fa un cenno a un ragazzo (quello sì) seduto a un tavolo da sei, solo, davanti a una birra media e a un panino.
"Scusa, ehi, scusa... quanti siete lì?"
"In quattro".
"Bene ragazzi... " - ovviamente rivolto a noi - "se volete, potete mettervi lì".
Certo che vogliamo.
Ci sediamo, tutti contenti.
Facciamo, doverosamente, un minimo di conoscenza con il tifoso seduto, che, mentre mangia e beve, aspettando i suoi tre compari, getta uno sguardo alla mia sciarpa e ci dice "siete rossoneri, allora siete benvenuti al nostro tavolo".

Io, in realtà, non vedo quasi niente, perché da una parte c'è una teca enorme, contenente brioches vecchissime, che mi ostruisce la visuale per un buon quaranta per cento, dall'altra ho un televisore lontanissimo, di sedici pollici, ed è noto che non vedo come un'aquila.
Inoltre, davanti al sedici pollici, ci sono quelli seduti sugli sgabelloni, che si agitano in continuazione, quindi sono costretto a ondeggiare anch'io, in ritmica sincronia con il loro basculare, onde scrutare attraverso i pertugi che di volta in volta si creano.
Però c'è l'audio, che senz'altro mi darà una mano.
Decido, così, di procedere come segue: la partita me la guarderò sul sedici pollici, e quando l'azione si farà importante passerò alla visuale teca brioche, molto più grande, anche se gravemente incompleta.

Queste occasioni mi piacciono molto, perché posso osservare gente stranissima con comportamenti assurdi.
Devo dire la verità, mi piace studiare questa gente e i suoi comportamenti.

Mi sento un entomologo.

Mi interessa anche il Milan, naturalmente, ma queste occasioni di studio sono imperdibili.
Alla mia fidanzata, invece, interessa ben poco del Milan - poverina, lo fa per me - ed è quasi del tutto indifferente ai soggetti presenti.
Infatti, lei si tuffa immediatamente a studiare la carta delle bevande, portataci poco dopo da una ragazzina assai volgare e svogliata.
Optiamo per due Guinness medie. In realtà a me la Guinness non piace per niente, però gli intenditori dicono che sia buona, così la bevo.
La mia fidanzata invece, da buona veneta, beve volentieri qualsiasi liquido che abbia una gradazione, quasi nessuno escluso.
Arrivano i compari del tifoso al nostro tavolo, in realtà sono solo due, forse il ragazzo ha mentito per star largo. Cominciano a ordinare birre a volontà e panini di tutti i tipi. In particolare hanno preso una "piadina-scorpione", chissà cosa c'era dentro, preferisco non pensarci.

A metà del secondo tempo, quando ormai decisamente calano i controlli a discernere quelli che consumano dai portoghesi che entrano per vedersi gratis la partita, una specie di zingaro, invero sporchissimo, si piazza a pochi centimetri da me, in piedi. Oltre a togliermi ulteriore visuale - ma ovviamente io subisco silente - egli comincia a compiere un'operazione davvero disgustosa. Ossia, si infila la mano sinistra dentro le mutande, fortunatamente dalla parte dei glutei, e si gratta, con voluttà e direi quasi aggressività, in piena profondità. L'operazione dura dieci minuti buoni, almeno fino all'espulsione di Burdisso, e purtroppo si svolge a una distanza estremamente risicata.
Mentre si gratta lo zingaro segue con attenzione le azioni, esulta, grida, si dispera, insomma, tutto il repertorio del tifoso medio, con la particolarità di questo bizzarro rituale, che evidentemente gli è necessario, per concentrarsi adeguatamente sulla partita.

Al novantacinquesimo minuto l'arbitro fischia, ci alziamo e ce ne andiamo soddisfatti.

W.B.








Commenti

Anonimo ha detto…
...senti Bu, ma ti pare accettabile dire: "beve volentieri qualsiasi liquido che abbia una gradazione, quasi nessuno escluso"?

Ma ti pare?
W.B. ha detto…
Non bisogna aver paura della Verita'.

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