Quasi tutti i TV erano chiaramente sintonizzati su Telereporter

Tutti coloro i quali hanno vissuto a Milano negli anni '80 sanno perfettamente che il venerdì sera, dopo mezzanotte, Telereporter - contro la legge - trasmetteva film pornografici veri e propri. Non filmetti con E. Fenech che si fa la doccia e si insapona e R. Montagnani che la spia dal buco della serratura, non filmetti con C. Russo che vestita da professoressa si china verso la cattedra e A. Vitali che strabuzza gli occhi e simula uno svenimento, bensì veri e propri pornazzi - come si dice - con qualsiasi tipologia di introduzione di parti maschili in qualsivoglia luogo accessibile di natura femminile (all'epoca non era ancora così diffusa la pornografia omosessuale o bisessuale, per quanto ne sappia Doppiovubi, ma non è il suo campo).
Il giovine Doppiovubi, che all'epoca aveva sedici/diciassette anni, e quindi la carica ormonale a livelli esplosivi, come ogni maschio che si rispetti alle 00:30 si sintonizzava religiosamente su Telereporter.
Sia detto che Doppiovubi non è un pornomane, avrà visto in tutta la sua vita al massimo due o tre pornazzi completi, e per di più di tipo tradizionale, oltre a qualche decina di spezzoni inviatigli via email dal suo migliore amico, che evidentemente, senza riuscirvi, lo vuole traviare.
Sta di fatto che il sedicenne Doppiovubi, il venerdì notte, si metteva davanti la TV, in sala, abbassando il volume al minimo - non azzerandolo del tutto, perché tutti sanno che il gemito, vero o finto che sia, ha una valenza del 40-45% nello scatenare reazioni di eccitazione sessuale -, con un orecchio alla camera dei suoi genitori, per ascoltare il rassicurante russare di suo padre e per intercettare eventuali scricchiolii della rete del letto di sua madre. Il nostro, infatti, temeva che i genitori si alzassero per andare a vedere che cosa fosse quello strano chiarore in corridoio. Infatti la TV emetteva un certo chiarore, e così Doppiovubi strategicamente si metteva col corpo a pochi centimetri dal display, in piedi, per coprire con tutto se stesso l'emissione di luce. Tuttavia un po' di luce filtrava ugualmente, e in caso di risveglio di uno dei genitori, il corridoio sarebbe stato parzialmente illuminato. Il piano B consisteva nel tenere un dito pronto a cambiare canale, per giustificare la sua presenza notturna davanti alla TV (naturalmente, con una certa cadenza, Doppiovubi verificava che ci fosse un altro programma verosimile, su cui sintonizzarsi in caso di emergenza, perché sarebbe stato estremamente imbarazzante farsi trovare in piedi davanti a uno schermo bianco con un fischio continuo o con la cosiddetta neve di fine programmazione).
Questi puerili accorgimenti purtroppo toglievano a Doppiovubi gran parte del piacere derivante dall'occasione visiva unica, però a caval donato non si guarda in bocca.
Una volta Doppiovubi fece un esperimento. Andò alla finestra - durante il clou delle acrobazie sessuali degli interpreti - e guardò la facciata del suo condominio (sette piani per tre appartamenti visibili, per un totale di almeno quindici televisori). Ebbene, quasi tutti i TV erano chiaramente sintonizzati su Telereporter, perché i chiarori intermittenti si verificavano in perfetta sincronia.
Doppiovubi rimase scioccato da tale constatazione, e ricorda perfettamente che pensò, L'uomo ha grande necessità di pornografia. Uomo inteso come maschio, s'intende (o forse no).
Il che, almeno, valse a lenire i suoi sensi di colpa.
*
Alla fine del luglio 1985, e precisamente venerdì 26 luglio 1985, Doppiovubi si trovava a Sirmione, ospite nella casa-vacanza del suo amico F.M.; occasione unica e irripetibile, perché i due ragazzi si trovavano in casa da soli. Si piazzarono in cucina e gustarono il pornazzo su Telereporter, che irradiava l'immoralità sino al bresciano. 
Proprio durante l'intervallo, questo si scoprirà solo dopo, uno squadrone di poliziotti inviato dalla Procura della Repubblica di Milano fece irruzione negli studi televisivi di Telereporter, e ordinò l'immediato oscuramento delle trasmissioni.
Telereporter, da quella maledetta sera, non trasmetterà mai più niente che non sia rigorosamente considerato morale.
Doppiovubi e F.M. rimasero invano, e per una buona mezz'ora, davanti a uno schermo nero, sempre più delusi, fino a quando, verso le due, spensero amaramente l'apparecchio e andarono a dormire, sognando scene indescrivibili.
Su quei sogni la Procura non riuscì mai a mettere le mani.

W.B.





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