Il Brillante C. (una parentesi necessaria)



Nonostante le notevoli statistiche di lettura, qualcuno ha detto a Doppiovubi, La stai prendendo troppo alla larga. La storia del Brillante C. è ormai giunta alla quinta puntata, ma non se ne vede la fine.
E così Doppiovubi sente il bisogno di giustificarsi. Si rende necessaria una parentesi nella saga, un post per così dire parentetico, che serva a spiegare ai discepoli dove Doppiovubi voglia arrivare. I più saggi tra loro non ne avrebbero bisogno, ma Doppiovubi deve pensare a tutte le sue pecorelle, anche – e soprattutto – a quelle che sono rimaste indietro. Egli ritorna nella valle, le chiama una per una, le cerca, le trova e se le carica in spalla, e le riporta con le altre all’ovile. Quindi Doppiovubi sta per fare una cosa che non si dovrebbe mai fare, come l’illusionista che vi mostra i fili dentro la sua ampia manica, come il giallista che vi svela anzitempo chi è l’assassino, come il giudice che scrive la sentenza prima di ascoltare i testimoni. Ogni evento ha il suo momento opportuno, il kairos, ma a Doppiovubi – ormai lo sapete – piace giocare con gli eventi, scompaginare la necessità, invertire la freccia del tempo.
Quando ascoltate il TG con Mentana, o quello con Cesara Buonamici, o sfogliate il Corriere, o Repubblica, su carta o su video, o altre similari liste di cosiddetti fatti, e tra un banner e l’altro, tra uno stracchino e una nuova auto, vi imbattete in Bersani, papa Francesco, Napolitano, la primavera che non vuole arrivare e i Dieci Saggi, tra tutte le altre cosiddette notizie in questi giorni vedrete spuntare anche le minacce del Leader coreano Kim Jong-un, chiamato anche “il Brillante Compagno”, alla Corea del Sud e agli Stati Uniti. Questo ragazzino paffuto, il più giovane capo di Stato del Pianeta Terra, che ha studiato sotto falso nome in Svizzera ed è tornato con due lauree, osannato da folle oceaniche, ammonisce la Superpotenza e la Superpotenza risponde sorniona, non gli dà peso, schiera le sue difese anti-missilistiche e continua a occuparsi dei problemi del dollaro. Qualcuno penserà che siamo di fronte all’ennesimo Saddam, o al solito Gheddafi, e molti pensano che sia soltanto questione di tempo, e prima o poi vedremo anche Jong-un nella polvere o penzolante con il cappio al collo, e la Corea del Nord abbracciare finalmente il capitalismo, e finalmente – aggiunge Doppiovubi - avvicinarsi alla vera infelicità. Può darsi che sia così. Ma può darsi di no. Ma non è questo il punto. Non è per niente questo, il punto.
Sostiene Doppiovubi che per dare un senso e un significato alle cose sia necessario fare qualche passo indietro rispetto al quadro. Da troppo vicino, si vedono solo i dettagli. Come sempre, bisogna allontanarsi un po’ per capire. Il microscopio è utile solo per studiare i virus.
La nostra stessa vita deve essere osservata facendo qualche passo indietro. Non guardare a stamane. Osserva il tuo percorso per come è stato negli ultimi dieci anni, e forse capirai anche dove stai andando, e perché.
Non guardare a stamane. Tornare bambini significa anche questo. Stupirsi di tutto l’insieme, e non focalizzare la concentrazione su un singolo dettaglio che, preso da solo, non può che portare alla noia.
E quest’opera – sostanzialmente di sintesi - dovrebbe essere fatta sia con riguardo allo spazio sia con riguardo al tempo. Sapere qualcosa in più sulla Corea di oggi, e su quella di ieri. Sapere qualcosa di più sulla storia della famiglia Kim. L’idea è che un trafiletto su Corriere.it, letto di sfuggita, possa servire come spunto – come pretesto, forse – per dare un significato più ampio a tutte le nostre esperienze. E così, forse, qualche pecorella, la prossima volta che Napolitano comparirà davanti agli schermi, si chiederà chi sia davvero quest’uomo e come sia vissuto, giusto per dare un senso a quello che sta dicendo. In altre parole, Doppiovubi vi sta indicando una strada, un metodo. Non è tanto importante, in sé, la fuga di Kim il-sung in Manciuria.
E’ importante avere ancora voglia di allontanarsi dal quadro, per vederlo nel complesso.
Altrimenti, tanto vale infilarsi la pistola in bocca e tirare il grilletto. Adesso.

W.B.

   

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