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Visualizzazione dei post da febbraio, 2015

La ricerca della felicità (26)

“L’entropia è funzione crescente della probabilità dello stato macroscopico di un sistema, e precisamente risulta proporzionale al logaritmo del numero delle configurazioni microscopiche possibili per quello stato macroscopico: la tendenza all’aumento dell’entropia di un sistema isolato corrisponde dunque al fatto che il sistema evolve verso gli stati macroscopici più probabili; essendo in generale la probabilità di uno stato inversamente proporzionale al suo grado di organizzazione e di ordine, l’entropia è anche considerata una misura del disordine e dell’indifferenziazione di un sistema, e come tale viene assunta anche al di fuori del campo strettamente fisico.” [Dizionario Enciclopedico Treccani, voce Entropia ] Don Alfio (Carlo Verdone): “Rammentiamoci, Anselmo, che anche per la donna esiste un’alba e un tramonto, perché rammentiamoci che anche la donna si guasta, quasi fosse un fiore esposto alle rigide brezze del primo inverno. La voce, che prima aveva una certa delic

La ricerca della felicità (25)

Quindi sì, dobbiamo muoverci, avanzare, andare avanti. Non possiamo farne a meno, se ci fermiamo, prima o poi moriremo. Il Sig. B. Mussolini, innanzi alle folle, gridò a Genova, il 14 maggio 1938, la famosa frase, Chi si ferma è perduto. Il contesto è certo particolare (*), chi l’ha detta era un personaggio - diciamo - discutibile, ma indubbiamente vi è, nell’affermazione, un senso plenior , seppur forse involontario. Nel 1960 la frase è stata poi ripresa da un certo Totò; nel film omonimo il ragionier Guardalavecchia dice: “« Non mi fermo né al primo, né al secondo, né al terzo ostacolo, perché... come dice quell'antico detto della provincia di Chiavari? "Chi si ferma è perduto!" ». Il riferimento a Chiavari, rispetto al discorso di Genova, rivela un’ironia che solo Totò ebbe, e mai più nessuno - a parte ovviamente Doppiovubi - dopo di lui. Chi si ferma è perduto. (segue) W.B. (*) Disse infatti il cosiddetto Duce, con incredibile enfasi: “Camerati G

La ricerca della felicità (24)

Le piante sono ferme, immobili, sono radicate a terra. Gli esseri umani si muovono. Possono muoversi, e devono muoversi (Doppiovubi stava per mettere un ‘quindi’ dopo la ‘e’, ma si è trattenuto in tempo; quel ‘quindi’ avrebbe avuto implicazioni etiche e morali tali da potenzialmente sgretolare l’intera teorica doppiovubista, faticosamente costruita in anni di vuote riflessioni). Possono muoversi, e devono muoversi. Se l’uomo non si muove, col tempo muore. A differenza delle piante - le quali, al più, hanno una forma di movimento rudimentale, che corrisponde alla loro crescita, ma sostanzialmente rimangono ferme da quando sono semi a quando finiscono nel piatto -, se l’uomo non si muove, muore. La storia delle nostre vite è storia di movimento in avanti . Lo stesso “tempo" - che non vi è sempre stato, ma, come l’universo, a un certo punto ha iniziato a esserci - si muove, va verso una direzione, che poi è la cosiddetta ‘freccia del tempo’. Nella ricostruzione cos

La ricerca della felicità (23)

Se avete fatto i bravi bambini, e avete svolto i compiti a casa, come il Professor Doppiovubi vi aveva chiesto di fare, teoricamente dovreste esservi chiesti perché abbiamo gambe mobili e - fino a un certo punto, non siamo Barbie e Ken - snodabili, nonché piedi per un appoggio. Che si creda o meno nella teoria dell'evoluzione (*), dovremmo osservare di più la natura e porci domande semplici, che non richiedono lauree in medicina o biologia. Per esempio, osservate la respirazione degli esseri umani, non la vostra, quella degli altri. Mentre loro sono concentrati su Facebook , guardate le loro casse toraciche. Circa dieci o quindici volte al minuto entra ed esce l'aria. Si gonfiano, fanno entrare aria (anzi, qualcosa, che ci hanno raccontato essere aria, ma in realtà non l'abbiamo mai vista) e poi si sgonfiano, e l'aria esce. Chiedetevi perché. Doppiovubi non vi sta dicendo di cercare sul web la funzione della respirazione, ossigeno, cellule, eccetera eccetera, a far

La ricerca della felicità (22)

Vi sarete accorti di avere delle gambe. Tranne qualche rara eccezione, avete delle gambe. Si trovano nella parte più in basso, inferiore, del corpo umano. Tramite i cosiddetti 'piedi', che sono delle estroflessioni delle gambe, e che si dipartono in perpendicolo quando sono terminate le gambe, e che sono abbastanza larghi (in alcuni casi anche piatti, acab), siamo dotati di un punto di appoggio al terreno. Se non ci fossero i piedi, se le gambe terminassero a punta, sarebbe difficile rimanere in equilibrio. Ma le gambe hanno una caratteristica decisiva ed essenziale. Si possono muovere. Come coi PlayMobil (i quali, sia detto per inciso, sono di concezione e fabbricazione tedesca, e non poteva essere altrimenti, guardando un PlayMobil e chiedendosi quale popolo potrà mai aver concepito una cosa così, la risposta può essere solo, i Tedeschi, ricordatemi prima o poi di scrivere una serie di post sul rapporto tra Tedeschi e PlayMobil, in stretta correlazione, ovviamente, all

La ricerca della felicità (21)

A volte i problemi complessi hanno soluzioni semplici. Doppiovubi, a mezzo secondo dalla fine, si era reso conto che non sarebbe stato necessario cessare l’intero blog. Bastava interrompere la Storia dell’Alieno, lasciarlo lì così, con la pistola-laser in mano, e riprendere la serie interrotta l’ormai lontano 5 gennaio 2015, sulla Ricerca della Felicità. Ovviamente non saprete mai che, quando mancavano solo più due decimi di secondo, un commando di assaltatori fece irruzione nel locale tabaccheria, e non saprete mai come reagì l’Alieno. Vi basti apprendere che i M*****ONI hanno tempi di reazione di un decimo di secondo. Né, ovviamente, saprete mai che, al CAEAP 2, secondo Corso Avanzato di Emergenze su Altri Pianeti, proprio mentre si parlava del protocollo OWK - e dell’eventuale famigerato DSP - il Nostro Alieno si era addormentato e russava sonoramente sulla poltroncina di velluto blu, e si era perso proprio la parte in cui l’anziano Professore spiegava che ormai da svaria