La ricerca della felicità (24)
Le piante sono ferme, immobili, sono radicate a terra.
Gli esseri umani si muovono.
Possono muoversi, e devono muoversi (Doppiovubi stava per
mettere un ‘quindi’ dopo la ‘e’, ma si è trattenuto in tempo; quel ‘quindi’
avrebbe avuto implicazioni etiche e morali tali da potenzialmente sgretolare l’intera
teorica doppiovubista, faticosamente costruita in anni di vuote riflessioni).
Possono muoversi, e devono muoversi.
Se l’uomo non si muove, col tempo muore. A differenza delle piante
- le quali, al più, hanno una forma di movimento rudimentale, che corrisponde
alla loro crescita, ma sostanzialmente rimangono ferme da quando sono semi a
quando finiscono nel piatto -, se l’uomo non si muove, muore.
La storia delle nostre vite è storia di movimento in avanti.
Lo stesso “tempo" - che non vi è sempre stato, ma, come l’universo,
a un certo punto ha iniziato a esserci - si muove, va verso una direzione, che
poi è la cosiddetta ‘freccia del tempo’.
Nella ricostruzione cosiddetta MCD (scienziato di
livello), le nostre vite sono come un salame, il tempo - mi perdonerà l’amico
MCD se rielaboro a modo mio quelle che sono idee e metafore sue, ma anche di
Minkowski - è come se fosse un riflettore (ecco, il riflettore nella metafora
MCD non c’è, è invenzione mia), che illumina una fetta di salame alla volta, noi
siamo la fetta attuale (o se volete nella fetta attuale, ma è molto meglio dire
che siamo una fetta di salame), non
sappiamo di essere una fetta di salame, crediamo di essere il salame, ma c’è un vero intero salame prima di noi (e quello lo
sappiamo, basta leggere un libro di storia, ammesso che la cosiddetta ‘storia’
sia davvero accaduta, e il fatto che ci sia un intero salame prima di noi
dovrebbe suggerirci che noi non siamo il salame, ma ne siamo soltanto una
fetta, così come la nostra sveglia sul comodino dovrebbe suggerirci che la
realtà del presente è un’illusione, puro divenire, non c’è bisogno di leggersi
tutto Platone per capire la differenza tra essere e divenire, basta una
sveglietta cinese da tle eulo), ma c’è un intero salame anche dopo di noi (e
quello non lo conosciamo, tranne nei rari momenti di illuminazione e veggenza,
che per esempio possono accadere nello stato onirico), e il salame è già tutto
lì da sempre, solo che la fetta di salame, che pecca di ùbris e di superbia,
crede di essere la creatrice del salame, mentre il salame è già tutto lì da
sempre, resta da capire Chi tagli la fetta, e per inciso la storia del tempo e
del salame non so se si sia capita molto bene ma magari un’altra volta la
spiegherò meglio. Con il consenso (e, si spera, il contributo) di MCD,
possibilmente.
(segue)
W.B.