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Visualizzazione dei post da 2007

Ancora qui

Una volta qualcuno ha scritto che la vita media di un blog è di sei mesi. Questo non sarà il mio caso. Anche se questo lungo periodo di silenzio avrà ulteriormente scremato i miei lettori, che da uno probabilmente saranno passati a zero, ci tengo a dire che sono ancora vivo. Auguro a tutti, nel 2008, di non perdere la cosa più preziosa. La speranza. W.B.

Così in terra

Tutto quello che accade è voluto da Dio. Tutto quello che accade è quanto deve accadere. Dobbiamo fidarci. Che si compia la volontà di Dio. E niente altro. W.B.

La giungla

Nel mio precedente post in tema di teodicea, ho trattato molto sinteticamente del problema del male, ovvero di come sia difficile conciliare l'esistenza di un Dio buono con il male, con gli episodi, a volte tragici, che accadono, anche a persone incolpevoli. C'è tuttavia il rovescio della medaglia. E di questo non mi risulta che si siano molto occupati filosofi e teologi. Esiste ovvero il problema di giustificare per quale motivo accada un fatto positivo, un "bene", a un essere chiaramente malvagio, che, potremmo dire, "non se lo merita". Noi tutti conosciamo individui assolutamente spregevoli, ai quali però gira (quasi) sempre tutto "per il verso giusto". E' assai difficile da digerire, ma è la realtà che possiamo constatare ogni giorno. Il mio parere è il seguente. La natura (che è cosa diversa da Dio, perché è sua creazione) è spietata, lo sappiamo. In natura non c'è morale, non c'è etica. Vige solo la cinica legge del più forte, ill

Anatocismo

Vicino al bancomat della filiale del Monte dei Paschi di via Mazzini c'è un cartello: " prestare attenzione al gradino ". Gli utenti della banca ogni giorno lo fanno. Ma il gradino non la restituisce mai, e tanto meno con gli interessi composti. W.B.

Il male

Non ricordo più dove - ma lo cercherò e ne darò conto - Seneca tratta del problema del rapporto tra Dio e il male. E' il tema che ogni uomo, prima o poi, nella sua vita, deve affrontare. In pillole: se Dio (esiste e quindi) è, per definizione, buono, perché esiste il male? Dio, che è onnipotente, perché consente che l'uomo soffra? Naturalmente, il problema diventa gravissimo quando ci riferiamo ai casi di sofferenze del tutto incolpevoli (ad esempio, il neonato che si ammala e muore). Leibniz, che ha studiato a fondo l'argomento, su cui ha scritto i Saggi , ha addirittura coniato il neologismo teodicea , ma il problema si pone da quando l'uomo esiste. Per chi volesse conoscere tutti gli aspetti del problema, nessuno escluso, consiglio l'ottimo e completo Dio nel dolore , di Armin Kreiner, ed. Queriniana. Torniamo a Seneca. Non ricordo, come dicevo, dove lo dice, ma ricordo cosa dice. Secondo Seneca, il male, la sofferenza, il dolore sono esclusivamente opera di Dio.

La preghiera

" Lo spirito è eternamente libero. Gli "stati di coscienza" e il flusso della vita psicomentale gli sono estranei". ( Mircea Eliade) Credo che uno dei motivi della grave crisi in cui versa la Chiesa cattolica sia l'eccesso di razionalità che caratterizza il rapporto che il fedele ha, o deve avere, o dovrebbe avere, con il divino. Dovremmo essere tutti d'accordo sul fatto che, se una parte immortale dell'uomo esiste, quella non coincide con la mente e non risiede nella mente. L'anima, o lo "spirito", non ha niente a che vedere con gli stati psichici ed emotivi. I pensieri, nella loro qualità fisica di corrente elettrica, fanno sicuramente parte del mondo finito, della materia, del corruttibile. L'anima non è, non si identifica con la mente, come ben scriveva Eliade, sopra citato. Se questo è vero, il rapporto con il trascendente è ben difficilmente realizzabile mediante il pensiero (e quindi mediante il linguaggio, perché il pensiero

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Mi sono chiesto per quale motivo riscuotano tanto successo, tra il pubblico, le cosiddette "saghe". Perché tanti appassionati, solo per fare qualche esempio, della trilogia di Tolkien o di "Guerre Stellari"? In questi casi, la storia completa è già stata interamente pensata e sviluppata (e in qualche caso addirittura già scritta), sin dall'inizio. L'intreccio si dipana lentamente. Alcuni indizi si rivelano subito, altri con il tempo. Ma il lettore, o lo spettatore, si accorge che il puzzle non è affatto casuale, che la trama nasconde un disegno complesso. C'è il desiderio di scoprire qualcosa che non emerge nell'immediato. Qualcosa di nascosto, di profondo, c he va oltre quello che sembra . Forse le "saghe" colmano un vuoto. Chi le ama, è alla ricerca di un significato. Perché la realtà, alle volte, sembra così priva di significato. W.B.

Pietra

Se devo impegnarmi a costruire una casa, preferisco farlo su un terreno solido, che so reggerà in perpetuo, anche se dovrò faticare un po’ di più, piuttosto che dedicare le mie energie a erigere una costruzione su un terreno che, prima o dopo, franerà. W.B.

Avversità?

Chi ha letto il post precedente, avrà capito che considero le avversità come indispensabili per la crescita. Non mi riferisco, banalmente, alla "crescita della personalità" o al "miglioramento" o "irrobustimento" del "carattere", come insegnano i telefilm americani. Le avversità della vita sono direttamente funzionali all'evoluzione dell'anima, ovvero della nostra parte immortale. Esse rappresentano addirittura qualcosa di sacro. Vanno considerate come un fatto sacro. E rispettate. E accettate. Per la loro altissima funzione. Ed è il motivo per cui siamo qui. L'evoluzione della nostra anima. Credo. W.B.

Soggetto

Torno a scrivere dopo diciotto giorni. Nel frattempo la mia anima si è un poco, appena appena, elevata. E questo grazie alla sofferenza e al dolore. La nostra mente finita non può conoscere la realtà oggettiva. Non si può dunque nemmeno parlare della realtà oggettiva, come diceva Wittgenstein. Io credo che ciò di cui si può parlare davvero sia il sé. Paradossalmente, l'unica nostra conoscenza oggettiva è la nostra mente soggettiva. E siamo solo noi, i padroni della nostra individualità, a poterla descrivere al prossimo. Siamo solo noi ad averne l'autorità. Nessuno può sapere cosa si cela dentro di noi, se non noi. E allora, vorrei ascoltare chi mi sta vicino quando parla di sé. Quando mi rivela qualcosa di unico e di reale. Il suo sé. Qualcosa che, su wikipedia, non potrò mai trovare. W.B.

Generalizzare

"Generalizzare è sbagliato". Spesso lo si sente dire (su google la ricerca tra virgolette "generalizzare è sbagliato" restituisce, al 3.10.2007, 617 risultati). Poi abbiamo la versione "radicale" ed "estrema": "generalizzare è sempre sbagliato" (addirittura con più risultati della versione "base", ovvero 759). "Non bisogna generalizzare" porta 983 risultati. Se poi si cerca, non tra virgolette, "generalizzazioni" in una con "sbagliate", i risultati (per la verità, non sempre attinenti) ascendono a 168.000. Inoltre, all'espressione "generalizzare è sbagliato", spesso si accompagnano alcuni avverbi molto significativi ( ovviamente , certamente , indubbiamente ). Ma lo sentirete dire in ogni circostanza, ovunque. Fa parte del novero di quelle espressioni che ormai sono entrate nel linguaggio comune, espressioni che definirei molto comode , perché normalmente vengono approvate dall'

Cattivo

Chi ha studiato un po' di latino sa bene che l'aggettivo "captivus" significa "prigioniero" (infatti "captivus" deriva da "capere", ovvero "prendere"). L'animale "in cattività" non è l'animale particolarmente ringhioso, bensì quello in gabbia. Al di là dei false friends, v orrei però richiamare l'attenzione sull'etimologia della parola "cattivo". Il significato odierno passa attraverso il latino cristiano "captivu(m) diaboli", ossia "prigioniero del diavolo". Mi riferisco al mio amato etimologico DELI, e trascrivo fedelmente: "... il Pagliaro nota come il dantesco 'cattivo', "lungi dall'avere il significato che il vocabolo ha conseguito nella lingua comune, di contrapposto a 'buono', cioè 'malvagio'... ha quello di 'misero', che gli deriva dalla sua origine da diaboli captovis , cioè di 'sciagurato, senza difesa di fronte a

Hummer

Forse qualcuno avrà visto dal vivo un "Hummer". Un "Hummer" è un'auto impressionante, anzi, un S.U.V., sigla che significa "Sport Utility Vehicle". Io, più semplicemente, lo chiamerei una "macchinona", infatti è gigantesco. A me ricorda un veicolo militare. In realtà ho scoperto che "Hummer" è la casa costruttrice. Però si sente dire "un Hummer" (anche se si dovrebbe dire "una Hummer"). Un Hummer "H2 SUV 6.0 V8 Adventure", sono andato a vedere sul listino, costa esattamente, oggi, 70.650 euro, modello base, "chiavi in mano", come si suol dire. Qualche sera fa, in corso Garibaldi ho visto un Hummer nero nero, come il carbone, parcheggiato, naturalmente, sul marciapiede. Meglio: naturalmente parcheggiato sul marciapiede. E forse è naturale, per l'Hummer, essere, trovarsi sul marciapiede. Peraltro, sul marciapiede di corso Garibaldi non so quale "adventure" si possa sperimentare. Co

Cicli

Il termine " ciclo " deriva dal latino tardo cyclu(m), e dal greco kyklos, ossia ' cerchio '. Il cerchio. Una linea curva i cui punti sono tutti equidistanti da un punto interno fisso, detto centro. Se si gira intorno a un centro, descrivendo una circonferenza, si ripeterà sempre lo stesso percorso. E il ciclo, proprio come un cerchio, tende a ripetersi. La natura è ciclica, circolare. Tende a ripetere lo stesso percorso. Anche noi, in quanto parte della natura, siamo ciclici. Gli eventi si ripetono. Tendenzialmente all'infinito. Questo continuo ripetersi di eventi genera nell'uomo la sensazione di "insensatezza" della vita. E' anche un modo di dire. Girare in tondo, non andare "da nessuna parte". L'uomo vorrebbe, per dare un senso alla sua vita, "salire", oppure "avanzare". Insomma, proseguire lungo una linea retta, che giustifichi l'esistenza. Un cerchio non giustifica l'esistenza. Motivo per cui i su

Tempo e desiderio

Sono convinto che vi sia una relazione occulta tra lo spazio , il tempo e la velocità , una relazione che trascende il normale rapporto tra le grandezze fisiche. Ho l'impressione che il "collante" tra queste tre grandezze sia il desiderio dell'uomo. Cerco di spiegarmi. Ogni atto dell'uomo è orientato a un obiettivo. C'è sempre una finalità, che dà l'impulso e crea l'azione. L'azione, a mio modo di vedere, può anche essere un pensiero, inteso quale passaggio di corrente elettrica. Ma, per semplicità, limitiamo l'analisi agli atti fisici macroscopici, quale, per esempio, muovere una mano per prendere una penna. La velocità con la quale muovo il braccio per raggiungere la penna è data dal rapporto tra lo spazio (che intercorre tra la mia posizione iniziale e la penna medesima) e il tempo (che intercorre tra l'impulso iniziale e l'apprensione dell'oggetto). Ma una di queste grandezze, lo spazio, è determinata, specificata, proprio dal

Millantatori

" Millantatore " significa " che indulge alla vanteria; che si abbandona ad atteggiamenti boriosi e vanagloriosi; che fa ricorso a menzogne iperboliche o a clamorose esagerazioni ; fanfarone, spaccone, smargiasso". " Millantare ", secondo il Dizionario Etimologico della Lingua Italiana Zanichelli, deriva da "... mille (1348-1353, G. Boccaccio), da mille con il suff. di altri numeri (quaranta, cinquanta...). Il passaggio semantico è spiegato bene dal Salvini (1726): 'Millantarsi è detto dal gonfiare il numero delle recite, dell'imprese, de' morti, de' feriti e simili, derivato dal mille, detto millanta per ischerzo". Vi voglio parlare, in particolare, dei millantatori in campo culturale, ovvero di coloro i quali affermano di essere acculturati su un certo tema, e in realtà non lo sono affatto. Ancora più in particolare, vi voglio parlare di coloro i quali vogliono far credere di aver letto libri che non hanno mai letto. Il fenome

I migliori

Monsignor Rino Fisichella, sull'ultimo numero di Panorama , intervenendo sul V-day, ha dichiarato che il problema di questa classe politica è la mediocrità . Ha perfettamente ragione. A governare un Paese dovrebbero essere i migliori . Penso che su questo tutti siano d'accordo. E' quasi un assioma. Qualcuno potrebbe eccepire che è "migliore", per definizione, chi è stato eletto "democraticamente". Tuttavia il meccanismo democratico si deve essere in qualche modo inceppato, perché, con tutta la buona volontà, non riesco a credere che quei novecentoquarantacinque, più tutto l'imponente esercito di palazzo Chigi, siano davvero i migliori . Questo è assolutamente impossibile . Quello che è davvero grave, e che loro, i governanti, sanno perfettamente di non essere all'altezza. La mediocrità può anche essere perdonata, in fondo non è colpa loro se sono privi di qualità. La mala fede, invece, non deve essere perdonata. Eppure, fanno finta di niente, e

Multitasking

Tutte le filosofie orientali concordano su un punto: per ottenere la pace interiore occorre interrompere il lavorìo della mente. Purtroppo, e dico purtroppo, la nostra mente è capace di ordinare ai nervi di compiere un'azione, e anche più di un'azione, mentre allo stesso tempo il pensiero si dedica ad altro. Retaggio dell'età della pietra, meccanismo in parallelo, essenzialmente difensivo. E così avviene che mentre facciamo la doccia, pensiamo a un impegno della giornata; mentre guidiamo la macchina, pensiamo alla bolletta scaduta; mentre mangiamo il maccherone, pensiamo alle notizie falsificate che il telegiornale ci sta ammannendo. Forse sarebbe bene dedicare il pensiero unicamente a quello che sta accadendo, come si suol dire, "in tempo reale". Mentre mangio, dovrei pensare soltanto a mangiare. Mentre guido, soltanto a guidare. Mentre mi lavo, dovrei pensare soltanto all'acqua che scorre su di me. Poi, quando decido di farlo, dovrei mettermi a pensare. E, i

L'argumentum P.

Prima o dopo, sarebbe dovuto entrare, questo tema, in questo blog. Innanzitutto, vi devo spiegare che cosa significa "argumentum P.". "P" rappresenta l'iniziale del cognome di una persona vivente (che chiameremo, appunto, "il signor P."). Per rispetto nei suoi confronti, naturalmente, non diremo di chi si tratta. Qualche tempo fa, io e un mio amico - in realtà, purtroppo, non è più tale, non perché io non lo consideri più "amico", bensì perché ha deciso, con scelta peraltro legittima seppur condizionata, di seguire un percorso che inevitabilmente lo ha sempre più allontanato da me - avevamo coniato questa espressione proprio perché il signor P., per discolparsi, utilizzava spesso questa, che è essenzialmente una tecnica retorica . Normalmente viene definita " argumentum ad hominem ". Ma a noi piace chiamarla "argumentum P". Peraltro questo argomento è leggermente diverso, rispetto al classico argumentum ad hominem . Passo

Su e giù

Quando qualcuno prova il naturale desiderio di sentirsi superiore a qualcun'altro, ha due strade a sua disposizione per raggiungere questo obiettivo. Il risultato, peraltro, grazie al principio della relatività, è il medesimo. La prima strada consiste nell'elevare sé stessi, grazie alle proprie qualità. La seconda strada consiste nell'abbassare il prossimo, facendo leva sui suoi difetti, sulle sue mancanze, sui suoi errori. La prima strada, oltre a essere più ardua, è giusta, condivisibile. Non vedo nulla di male nel cercare di superare gli altri quanto a capacità, senza arrecar loro alcun danno, affermando, con il giusto orgoglio, senza superbia, le proprie qualità. Competere in lealtà, senza invidia, per migliorarsi sempre. La seconda strada, facile da percorrere, è gravemente meschina. Ecco, il nostro mondo è colmo di persone che percorrono la seconda strada. I discorsi più frequenti sono pieni di lamentele, critiche, censure, accuse. "Gli altri" sbagliano semp

Henri Charrière

" I'm still here, you bastards! "

Dantes

Il "contratto sociale" è un divertente e complesso gioco di ruolo che si basa su regole, che sono stabilite e fissate in numerosissimi documenti scritti. Queste regole, genericamente, vengono chiamate "leggi", e sono create, gestite e applicate da alcuni giocatori, in teoria molto più bravi, migliori di tutti gli altri giocatori. Lo scopo del gioco è "vivere tutti insieme nel miglior modo possibile". Ogni gioco si gioca in un'area più o meno grande, segnata da confini visibili (quest'area si chiama "Stato"). In ogni Stato si gioca un gioco diverso, e quindi ci sono regole diverse (con la particolarità che se un giocatore di uno Stato entra in un altro Stato, deve giocare con le regole di quest'ultimo Stato). Normalmente, però, i giocatori, in questo gioco, si chiamano "cittadini". Partecipare è facile: basta fuoriuscire dalla zona inguinale di un altro giocatore (femmina) e sopravvivere. Come diceva Thomas Hobbes, che aveva

Jean Valjean

13 set 10:45. Verona: commette 22 rapine per pagare debiti, arrestato designer. VERONA - Era riuscito a portare a termine 22 rapine, ma durante l'ultima in un supermercato e' stato arrestato. In manette un uomo di 40 anni, designer, che ha confessato di aver compiuto i furti per poter coprire alcuni debiti e mantenere se stesso e la moglie. (Agr). Ventidue rapine, non una pagnotta. W.B.

Il thriller della sintassi

12 set 16:16 Garlasco: procuratore Lauro, "Nessuna svolta". GARLASCO (Pavia) - Nessuna svolta, al momento, nelle indagini sull'omicidio di Chiara Poggi, uccisa nella sua villetta di Garlasco lo scorso 13 agosto. Lo ha precisato il procuratore capo di Vigevano Alfonso Lauro, secondo cui bisognera' "attendere meta' ottobre per la consegna della relazione dei Ris di Parma, e sino ad allora le indagini continuano a 360 gradi". Al centro dell'attenzione degli inquirenti la cerchia piu' stretta dei familiari e degli amici di Chiara "un contesto - a detta di Lauro - troppo perfetto, sembra che tutti hanno l'aureola. Al momento non c'e' alcuna traccia che ci indichi il movente". (Agr). Al momento le indagini (o la cronaca delle indagini) sembra che sono condotte con professionalità. W.B.

Napolitano

Mi pare doveroso esprimere il mio apprezzamento per l'equilibrio che il Presidente della Repubblica dimostra non intervenendo nel dibattito politico. In questo, è secondo solo all'indimenticato Oscar Luigi Scalfaro. E' estremamente importante non intervenire. Oggi il Presidente ha dichiarato, sul caso Rai e sulle polemiche sul suo ruolo: "Nessuno mi tiri per la giacca. Ritengo di dover fare una cosa soltanto: rappresentare l'unità nazionale e affermare, salvaguardare i principi e i valori costituzionali. Per quanto si tenti ogni giorno di tirarmi da qualche parte in dispute politiche, tenacemente intendo tenermene fuori , perché voglio parlare sempre a nome di tutti e non di una parte contro l'altra. E qualche volta, per far questo, bisogna far finta di non aver sentito". Grazie, Signor Presidente, per queste parole davvero ispirate, che servono di esempio a tutti noi. E, già che ci sono, esprimo indignazione nei confronti di chi, qualunquisticamente, si

שָׂטָן

Esiste, statene pur certi. Vi spinge al male. W.B.

Malkhut

Ho studiato il concetto di "tempo" per alcuni anni. Nell'introduzione a " La freccia del tempo ", Stephen Gould ricorda che è accaduto in più di un caso che chi ha dedicato la sua vita a studiare il tempo, alla fine se l'è tolta, la vita. Il tema non è propriamente semplice. Tra le varie definizioni che si possono formulare, del tempo, quella che preferisco è questa: " il tempo è la distanza tra la causa e l'effetto ". Questa definizione tiene conto dell'opinione - a mio parere fondamentale, e che condivido pienamente - secondo cui il tempo non esiste, essendo il tempo un'illusione. Sorprendentemente, implica anche il libero arbitrio dell'uomo, che non ci sarebbe, se non ci fosse, appunto, un intervallo tra causa ed effetto. W.B.

The usual suspects

" The greatest trick the Devil ever pulled was convincing the world he didn't exist " Verbal, citando Charles Baudelaire

Uroctea

Quest'estate sono stato in Croazia, sull'isola di Krk. Ci sono stato per nove giorni, ma questo non rileva, se non per far notare - e con ciò rivelo la mia pochezza - che la "vacanza" è stata assai breve. La mattina del nono e ultimo giorno la mia compagna entra in casa, urlando. Proveniva dal terrazzino. Agitatissima, la Compagna esclama: " C'è una bestia da National Geographic sul terrazzo! " W.B. (ostentando flemma): " Quale bestia? " C. (concitatamente): " Un ragno gigantesco! " Doppiovubi, a questo punto, ritiene che si tratti della solita esagerazione. Spesso C. ha descritto come "enormi" ragni difficilmente distinguibili a occhio nudo. Con fare falsamente sprezzante del pericolo, e fintamente virile a un tempo, mi reco, seppur con la massima circospezione, sul luogo dove avrei potuto incontrare la bestia. E in effetti stavolta la bestia c'era. Un ragnone nero, con l'addome polposo e puntinato di giallo, con za

Non c'è speranza

Credo che il corriere.it sia molto letto. Quindi dovrebbe garantire una buona base per ragionamenti statistici. Provate a fare un semplice esperimento. Aprite una notizia a caso, una qualsiasi (mi sento un po' Tony Binarelli). Lo faccio anch'io. Sulla destra, in mezzo al consueto e ripugnante caos pubblicitario, troverete una finestrella azzurrognola, che si chiama "strumenti". Dentro questa finestrella, troverete tre possibilità. Versione stampabile, i più letti, invia questo articolo. L'icona di "i più letti" è un bel pollice recto. Ebbene, dentro questo link c'è la Risposta delle Risposte, alla Domanda delle Domande: chi, anzi, cosa sono gli italiani. All'interno troverete tre opzioni. "Oggi", "Ultimi 7 giorni", "Ultimi 30 giorni". Dato che noi amiamo l'oggettività, andiamo sui grandi numeri. Ultimi 30 giorni. Al momento compaiono le seguenti dieci notizie: 1 Il fotomontaggio 2 Omicidio di Chiara, sentita anco

Il triplice fischio

Ognuno, a suo modo, cerca incessantemente la felicità. Prima o poi, però, dovremo affrontare il problema della morte. Della nostra morte, e della morte degli altri. Non è sufficiente non pensarci. W.B.

Quando è troppo

Oggi il ministro Fioroni ha detto che bisogna tornare a studiare "le tabbelline". Io ho cercato sul dizionario questa parola, ma non l'ho trovata. Forse devo tornare a scuola. W.B.

Un senso

Quanti pensieri, ogni giorno, ogni ora, vivono nelle nostre menti. Scriveteli, scrivete tutto, altrimenti andranno persi per sempre. W.B.

Always on my mind

Maybe I didn't treat you Quite as good as I should have Maybe I didn't love you Quite as often as I could have Little things I should have said and done I just never took the time You were always on my mind You were always on my mind Maybe I didn't hold you All those lonely, lonely times And I guess I never told you I'm so happy that you're mine If I make you feel second best Girl, I'm so sorry I was blind You were always on my mind You were always on my mind Tell me, tell me that your sweet love hasn't died Give me, give me one more chance To keep you satisfied, satisfied Little things I should have said and done I just never took the time You were always on my mind You are always on my mind You are always on my mind

La regola aurea

"Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro". Matteo, 7,12. Questa potrebbe essere la linea d'ombra. W.B.

The shadow line

Mi pare che la distinzione tra "giusto" e "sbagliato" non sia relativa. Come ho già avuto modo di scrivere, la mia opinione è che esista il giusto ed esista lo sbagliato. Il punto è che noi non conosciamo (ancora) il criterio per discernere i due elementi. Di conseguenza, molti ritengono - a mio avviso erroneamente - che la distinzione sia relativa. Del fatto che esistano eventi oggettivamente "giusti" ed altri "sbagliati", abbiamo peraltro alcuni indizi, per esempio mediante l'osservazione delle comuni reazioni psicologiche degli esseri umani agli eventi. Io credo che chiunque - fatta eccezione per chi non sia onesto intellettualmente o abbia seri problemi psicologici - tra la vita e la morte, preferisca la vita. Tra l'ordine e il disordine, l'ordine. Tra il fetore di un cadavere in decomposizione e il profumo di un fiore, il secondo. Un punteruolo che stride lungo una lavagna dà fastidio a chiunque, e ognuno è d'accordo sul f

Io non lo so, se ci ritorno su Ork

Tanto tempo fa, su un pianeta molto lontano, viveva un gruppo di amici. Un bel giorno decisero di rinsaldare la loro unione. Dato che ciascuno di loro aveva capacità peculiari, pensarono di creare un'organizzazione, con diritti e doveri. Così ragionavano: unendo le nostre forze, ci aiuteremo vicendevolmente, vivremo meglio, e saremo più felici. Alla sera, terminate le loro occupazioni e dopo aver consumato la cena, si riunivano in assemblea, e mettevano per iscritto le regole del loro futuro sodalizio. Non tutti erano sempre d'accordo, spesso si litigava, ma alla fine si raggiungeva sempre una soluzione consensuale. Dopo qualche tempo, quando tutte le regole furono scritte, gli amici arrivarono alla decisione finale. Chi farà applicare le regole che abbiamo creato, si chiesero. Ci vuole pur qualcuno che le faccia rispettare, concordarono. Dobbiamo delegare qualcuno di noi, proposero. Ma dato che c'era chi diffidava, si pensò di nominare un amministratore esterno al sodalizi

E' troppo tardi

Mi compro un televisore nuovo. Vado a casa, lo tolgo dalla scatola, lo metto sul mobile. Sta bene, sta proprio bene. Forse sarebbe meglio un po' più in là, vicino alla pianta. Ecco, così è perfetto. Nella scatola ci sono le istruzioni. Devo trovare un luogo per conservarle, potrebbero essermi utili. Poi c'è la garanzia. Bisogna spedirla? Nessuno la spedisce più, il venditore mi ha detto che basta lo scontrino. E se poi questa qui bisogna spedirla? Allora decido di spedirla. La metto sul mobile dell'ingresso. Non ho il francobollo, domani passo dal tabaccaio, così compro il francobollo e la spedisco. La cassetta delle lettere non è lontana, un centinaio di metri. Domani faccio tutto. Però bisogna compilarla, la garanzia. Facciamolo adesso, così non ci pensiamo più. Poi c'è la privacy. E se poi mi coprono di pubblicità? E se io non dico di sì, non è che poi non è più valida la garanzia? Mi leggo l'informativa sulla privacy. Bene, problema risolto, non sono obbligato,

Agone

"Meditavo dunque se non fosse per caso possibile pervenire a un nuovo regime di vita, o almeno alla certezza di esso, senza mutare l'ordine e il regime abituale della mia vita; ciò che, spesso, invano tentai. Infatti, le cose che si incontrano per lo più nella vita e sono considerate dagli uomini come bene supremo, per quanto è lecito concludere dalle loro opere, si riducono a queste tre: ricchezza, onore e piacere. Queste tre cose disorientano a tal punto la mente dal renderla del tutto incapace di pensare a qualche altro bene." Alla fine del 1656 così scriveva Baruch Spinoza, nel 3° paragrafo del Tractatus de intellectus emendatione . La traduzione che ho riportato è di Filippo Mignini, il quale ha curato la meravigliosa edizione delle Opere di Spinoza per I Meridiani di Mondadori, di recentissima pubblicazione (aprile 2007). "Queste tre cose disorientano a tal punto la mente..." Questo passo, con particolare riferimento alla ricchezza, mi ha richiamato - e

Come un cane

Gli esseri umani, in particolare nella società occidentale, curano la propria immagine. Tranne una sparuta minoranza di autentici esteti, lo fanno per essere approvati dagli altri, o quanto meno per non essere disapprovati. Il presupposto è che il prossimo nutra un certo interesse verso di noi. Se il prossimo fosse cieco, poniamo, (quasi) nessuno si occuperebbe e si preoccuperebbe più di tanto della propria immagine. Mancherebbe il riscontro. Lungo il tragitto che quotidianamente compio si può incontrare un barbone. Vive su una panchina, ai margini di un parco. In genere è disteso. Dorme. Fuma, legge i giornali distribuiti gratuitamente e intanto gesticola, parlando da solo e a qualcuno che scorge solo lui, a commento di quello che legge. Dà da mangiare ai piccioni. Li osserva. E’ magro, ha una lunga barba grigia, avrà sessant’anni. I vestiti sono sempre gli stessi. Mi sembra abbastanza felice, tutto sommato. Ma non è della sua “immagine” che voglio parlare. Due giorni fa, mentre mi di

Fear and loathing in Las Vegas

Una blogger ha scritto di recente: "Ognuno ha una propria idea di felicità". Che ognuno abbia una propria idea di felicità, è un fatto, e quindi, come fatto, è vero. Non vorrei però che si confondesse l'opinione con la verità. Quindi io completerei la frase così: "...ma non è detto che tale idea sia giusta". Molti hanno idee diverse su che cosa ci sia dopo la morte. Secondo Democrito ed Epicuro, per esempio, dopo la morte non c'è niente. Secondo Platone, invece, c'è qualcosa. Io non so chi abbia ragione (ovvero, ho la mia idea, ma può ben darsi che io mi sbagli completamente). Quello che posso affermare è che la verità permane identica a sé stessa, anche se noi non la conosciamo; voglio dire: sicuramente c'è una e una sola verità, sullo stato dell'uomo dopo la morte. Non si possono dunque confondere le opinioni degli uomini con la verità. O meglio: è legittimo esprimere la propria opinione, e, oltre che legittimo, è anche auspicabile. L'impor

Meister Eckhart

Ieri ho letto questa frase: "Infatti, ciò che essi sono, lo sono grazie a Dio, e ciò che hanno, lo ottengono da Dio e non da loro stessi.". E, poco oltre: "... come Cristo ha detto : "senza di me non potete fare niente". Questo è detto in Giovanni, 15,5. Ho verificato. Il versetto completo è: " Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me e io in lui, fa molto frutto, perché senza di me non potete far nulla .". In latino: "Ego sum vitis, vos palmites. Qui manet in me, et ego in eo, hic fert fructum multum, quia sine me nihil potestis facere .". "Senza di me non potete fare nulla". Ho riflettuto sul punto, e invito anche voi a riflettere. Chi non crede in Dio, potrebbe comunque soffermarsi utilmente sul tema. Quello che abbiamo, lo abbiamo davvero ottenuto grazie a nostri meriti? Quello che siamo, lo siamo davvero diventati grazie a nostri meriti? W.B.

Basta premesse

Basta con le premesse. E' ora di cominciare davvero. Ma prima di iniziare, una premessa... Terrò fede alle premesse (e alle promesse)? davvero rimarrò per sempre anonimo? Oggi ho scoperto che un amico mi ha individuato. Eppure non avevo lasciato alcuna traccia. Credevo di non aver lasciato alcuna traccia. O forse ho fatto in modo di lasciare qualche labile traccia. W.B.

Lo scoglio

In questa lunga sequenza di premesse, manca ancora una minima riflessione sul perché mettere in rete le proprie idee. E' evidente che se il blog è solipsistico, diventa un surrogato del vecchio diario con il lucchetto dorato, nascosto in fondo al cassetto (ammesso e non concesso che non vi sia la recondita, inconfessabile e inconfessata speranza della violazione, da parte di altri, del diario stesso), e in tal caso le ragioni sono psicanalitiche. Ma quasi mai il blog è rivolto esclusivamente a sé stessi (e sicuramente non lo è in questo caso). Un po' di affermazione di sé è insita, e presupposta, nel blog. Ognuno è convinto di avere qualche grammo di ragione in più, rispetto agli altri. Vi chiedo perdono in anticipo. Sono umano, troppo umano. W.B.

Zero commenti

La bellezza di non avere alcun commento ai propri post. Questa assenza di riscontro favorisce la riflessione. Esalta l'autonomia dell'essere: il dialogo limita l'idea iniziale. In fondo, se ho scritto qualcosa, è perché il mio pensiero si è incamminato su un certo sentiero. Perché dovrebbe intervenire un elemento esterno, a perturbare una demarcata linea di soggettività, giusta o sbagliata che sia? Per contribuire a rendere più vicina alla verità un'idea? Sicuramente. Eppure ascoltare, e rimanere in silenzio dopo aver ascoltato, è così bello. Così giusto. Avere zero commenti ai miei post mi rende simile a uno scoglio, imperturbabile, roccioso, tra i marosi di internet. Un po', anche, mi inorgoglisce. Un po', anche, mi rattrista. W.B.

In bottiglia

Qualche anno fa, e precisamente nell'estate del 1997, pensai a questa storia, che poteva (potrà) diventare un romanzo. E' la storia di uno scrittore che decide di scrivere un romanzo, ma di rimanere completamente anonimo. Lo fa per saggiare le motivazioni che lo spingono a scrivere. Fermamente convinto che la superbia e l'orgoglio possano danneggiare la bontà dell'opera, scrive un meraviglioso romanzo, e cura con la massima scrupolosità che non possa mai trapelare, in alcun modo, il suo nome. Il romanzo viene pubblicato e ha uno straordinario successo. Lo scrittore tenta con tutte le sue forze di mantenersi saldo nella sua posizione di anonimato, posizione che diventa sempre più difficile mano a mano che il successo cresce, e che diventa quasi impossibile da mantenere nel momento in cui un usurpatore si attribuisce la paternità dell'opera. Contemporaneamente il vero autore viene umiliato da chi gli vive accanto, che lo accusa di essere un fallito e (oltre tutto) un

Per chi

Se chi scrive avesse la certezza assoluta che nessuno mai leggerà, scriverebbe ugualmente? Ha senso un blog che nessuno mai leggerà? E ancora: ha senso un blog letto soltanto da chi conosce personalmente l'autore? E' il messaggio che naviga nella bottiglia, in mare aperto. La bellezza del blog è l'indeterminatezza del destinatario, è la speranza di essere letti da uno sconosciuto o da una sconosciuta. Meglio: la speranza di essere compresi da uno sconosciuto o da una sconosciuta. W.B.

Post numero uno

E' sempre difficile cominciare. Ma chi ben comincia è già a metà dell'opera. W.B.