Millantatori

"Millantatore" significa "che indulge alla vanteria; che si abbandona ad atteggiamenti boriosi e vanagloriosi; che fa ricorso a menzogne iperboliche o a clamorose esagerazioni; fanfarone, spaccone, smargiasso". "Millantare", secondo il Dizionario Etimologico della Lingua Italiana Zanichelli, deriva da "... mille (1348-1353, G. Boccaccio), da mille con il suff. di altri numeri (quaranta, cinquanta...). Il passaggio semantico è spiegato bene dal Salvini (1726): 'Millantarsi è detto dal gonfiare il numero delle recite, dell'imprese, de' morti, de' feriti e simili, derivato dal mille, detto millanta per ischerzo".

Vi voglio parlare, in particolare, dei millantatori in campo culturale, ovvero di coloro i quali affermano di essere acculturati su un certo tema, e in realtà non lo sono affatto. Ancora più in particolare, vi voglio parlare di coloro i quali vogliono far credere di aver letto libri che non hanno mai letto. Il fenomeno è molto più diffuso di quanto non sembri.

Parliamo di narrativa, tanto per cominciare. Il libro di narrativa, in media, può essere composto da duecento pagine. Il Gabbiano Jonathan Livingston abbassa questa media, ma Delitto e castigo l'alza poderosamente; la media precipita di nuovo con Il piccolo principe, ma va di nuovo su, alla grande, con Il pendolo di Foucault. Non parliamo di Alla ricerca del tempo perduto e di Guerra e pace. Credo che una media di duecento pagine a libro, tutto sommato, sia molto errata, e per difetto.

Per leggere con attenzione anche soltanto una selezione dei classici cosiddetti "immortali", e per leggerla una volta e non di più, con le relative défaillance di memoria, occorrono indubbiamente svariati anni. E stiamo parlando, diciamo, di duecento libri di narrativa (ma sono pochi per comprendere la categoria degli immortali), per un totale di quarantamila pagine (leggendo per due ore al giorno "secche", senza interruzioni, neanche per andare in bagno, occorrono tre anni circa, senza saltare nemmeno un giorno di lettura, e se si salta un giorno, il giorno dopo, per mantenersi in media, ne occorrono quattro, di ore, e così via). E poi ci sono i saggi. E poi ci sono i libri scolastici. E poi ci sono i testi universitari. E poi ci sono i giornali, i periodici, internet. E poi ci sono i film. E poi ci sarebbe il resto della vita, in gran parte occupata dal sonno, dalle funzioni primarie e dall'attività lavorativa.

Il tempo non è bastato, al millantatore, per leggere quanto asserisce di aver letto.
Neanche con la "lettura veloce".
Egli, dunque, mente sapendo di mentire.
W.B.

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