Uroctea

Quest'estate sono stato in Croazia, sull'isola di Krk.
Ci sono stato per nove giorni, ma questo non rileva, se non per far notare - e con ciò rivelo la mia pochezza - che la "vacanza" è stata assai breve.
La mattina del nono e ultimo giorno la mia compagna entra in casa, urlando. Proveniva dal terrazzino. Agitatissima, la Compagna esclama:
"C'è una bestia da National Geographic sul terrazzo!"
W.B. (ostentando flemma): "Quale bestia?"
C. (concitatamente): "Un ragno gigantesco!"
Doppiovubi, a questo punto, ritiene che si tratti della solita esagerazione.
Spesso C. ha descritto come "enormi" ragni difficilmente distinguibili a occhio nudo.
Con fare falsamente sprezzante del pericolo, e fintamente virile a un tempo, mi reco, seppur con la massima circospezione, sul luogo dove avrei potuto incontrare la bestia.
E in effetti stavolta la bestia c'era.
Un ragnone nero, con l'addome polposo e puntinato di giallo, con zampacce rossicce.
Mi tengo a debita distanza, temendo un balzo repentino della bestia proprio sul mio volto.
Ovviamente, lo fotografo. Due volte. Con lo zoom, per ovvi motivi di sicurezza.
La bestia si trovava sul muro, e stava costruendo attorno a sé la trappola. Più tardi ho appreso con quale bestia avevo a che fare, e per quale motivo, diversamente dai suoi colleghi, costruisce il trappolone intorno a sé. Ci si nasconde dentro, il vigliacco, e quando un insetto tocca un lembo della tela, sbuca fuori, da una delle sei uscite, e si avventa sulla preda. Evidentemente ama nutrirsi degli insetti che camminano, anziché di quelli che volano. Ma che gusti raffinati.

Un attento lettore avrà ben compreso che soffro un po' di aracnofobia.
Infatti ho descritto come mostruoso un esserino di meno di due centimetri (seppur "di solo corpo").

E' da tutta la vita che mi chiedo perché esista l'aracnofobia.
Dopo aver escluso:
- il colore scuro (un gattino nero viene accarezzato, e i ragni gialli, per converso, provocano ugualmente disgusto);
- la pelosità (un cucciolo di Terranova non suscita ribrezzo, anzi);
- la grandezza (un canarino è più grosso di un ragno, eppure non ci si ritrae alla sua vista);
- la maliziosità rivelata dalla tessitura di una trappola (argomento razionale e complesso, dunque ben poco istintivo),
sono giunto alla conclusione che a inquietare è l'ottuplice movimento asimmetrico delle zampe, comune peraltro a tutti gli artropodi.

Mi sovviene la scena del buonissimo Vescovo, ne "I Miserabili", il quale, passeggiando per il suo giardinetto, vede un brutto ragno, molto grosso e peloso.
Reagisce con questa memorabile frase: "Povera bestia, non è colpa sua".

E' proprio così.
Non è un problema del ragno, che semplicemente è, esiste.
E' un mio problema, perché non ne accetto l'esistenza.

W.B.

Commenti

Anonimo ha detto…
Ah, un amico! Mi ricordo una volta, viaggio in spagna con i miei genitori. Stavo gustando uno spaghetto al ragù in un ristorantino pulito, quando mi sono visto davanti agli occhi uno dei soliti ragni a gamba lunga e sottile che si spenzolava dall'alto. da allora ho dei problemini, nonostante il mio soprannome!
W.B. ha detto…
I ragni a zampa lunga sono terribili.

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