Tempo e desiderio

Sono convinto che vi sia una relazione occulta tra lo spazio, il tempo e la velocità, una relazione che trascende il normale rapporto tra le grandezze fisiche.

Ho l'impressione che il "collante" tra queste tre grandezze sia il desiderio dell'uomo.

Cerco di spiegarmi.

Ogni atto dell'uomo è orientato a un obiettivo. C'è sempre una finalità, che dà l'impulso e crea l'azione. L'azione, a mio modo di vedere, può anche essere un pensiero, inteso quale passaggio di corrente elettrica. Ma, per semplicità, limitiamo l'analisi agli atti fisici macroscopici, quale, per esempio, muovere una mano per prendere una penna.

La velocità con la quale muovo il braccio per raggiungere la penna è data dal rapporto tra lo spazio (che intercorre tra la mia posizione iniziale e la penna medesima) e il tempo (che intercorre tra l'impulso iniziale e l'apprensione dell'oggetto).

Ma una di queste grandezze, lo spazio, è determinata, specificata, proprio dal mio desiderio di prendere la penna. Se improvvisamente, anziché prendere la penna, desiderassi prendere invece una mela che è un po' più lontana, cambierebbe il desiderio, cambierebbe lo spazio da percorrere e a parità di tempo impiegato anche la velocità varierebbe.

E se provassi a rallentare l'operazione in maniera esasperante (per esempio, mettendoci un'ora per muovere il braccio, con spostamenti impercettibili) si potrebbe sostenere che probabilmente il mio desiderio è cambiato, è diventato impalpabile, irriconoscibile, si è stemperato in una miriade di micro-desideri tendenti a minuscoli movimenti.

In effetti, qualsiasi azione (nel senso di movimento) può essere ridotta e scomposta in numerose azioni più piccole, che sono accessorie all'azione principale. E' il desiderio principale che determina l'obiettivo finale, ma durante il percorso ci sono moltissimi desideri "intermedi", necessari per la finalizzazione dell'azione.

E veniamo così al motivo che ci spinge a un'azione. Ma ogni desiderio, a sua volta, è governato da un desiderio di livello superiore, che risponde alla classica domanda che i bambini pongono ingenuamente, perché?, con la particolarità che alla prima risposta valida la ripetono, perché?, e comincia una sequenza tendenzialmente infinita.

Ma una fine c'è. Ho preso la penna per scrivere. Ma perché volevo scrivere? E così via.

E se il tempo è determinato dallo spazio (le due grandezze sono in relazione), e lo spazio è determinato dal desiderio - ma in realtà noi stessi non sappiamo a quale livello si situa il desiderio che stiamo perseguendo nel momento specifico, nella scala di soddisfazione dei desideri - probabilmente, davvero, il tempo non esiste oggettivamente, perché dipende esclusivamente dal soggetto pensante.

In effetti, può darsi che il tempo non esista, e che, come ho già scritto, sia una mera illusione dell'uomo.

Non ho abbastanza nozioni scientifiche per approfondire questo tema, è evidente.

Ma intuisco che una relazione tra tempo, spazio, velocità e soggetto pensante, c'è.

W.B.


Commenti

giuli ha detto…
molto interessante:)

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