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Visualizzazione dei post da 2015

La ricerca della felicità (36)

L'essere umano è imperfetto. Quindi, anche le sue azioni sono imperfette. Quindi, infine, anche i risultati delle sue azioni sono imperfetti. Non c'è nessuno, non c'è nulla, di cui si possa dire - girato e rigirato, guardato da tutti i lati possibili, sotto tutte le luci a disposizione - 'non ha difetti'. Esistono sempre delle zone d'ombra. Da sempre l'uomo cerca di migliorare le proprie creazioni, ma non può raggiungere la perfezione. Da sempre l'uomo cerca di migliorare se stesso, ma non può raggiungere la perfezione. *** *** *** E allora. Ci sono due modi per osservare la realtà, e gli esseri umani. Il primo modo è quello di focalizzare l'attenzione su 'quello che non va', su 'ciò che è sbagliato'. Qualche volta potrà essere un dato oggettivo - indosso un completo di squisita fattura, ma ho una macchia di sugo sulla manica - e qualche altra volta potrà essere una percezione soggettiva - indosso un completo di s

La ricerca della felicità (35)

Dicevamo, due post fa.  Riprendiamo il filo. Non c'è alcuna speranza. Indicare al prossimo i suoi 'errori' è del tutto inutile. Le persone non cambiano. Le persone possono cambiare - perché tutto muta - ma per vari motivi non lo fanno. Il principale motivo per cui le persone non cambiano è l'abitudine. L'abitudine consolidata è difficile da sradicare. Arrivati a un certo punto, è talmente consolidata che diviene granitica. Cercare di sgretolare un'abitudine granitica equivale a scalpellare una roccia con un cucchiaino da caffé. E' possibile, ma occorrono migliaia di anni. Di fatto, è impossibile. Cambiare, poi, richiede uno sforzo. L'essere umano tende a evitare gli sforzi. Cambiare, poi, significa mettere in discussione le proprie convinzioni e, in ultima analisi, il proprio Io. Io ho ragione, l'Altro ha torto. Il mio Io mi guida, se perdo fiducia in me stesso vivrò da sbandato. No, io ho ragione, solo io ho ragione. Continuo a

La ricerca della felicità (34)

E quando Doppiovubi sale sulla metropolitana, e vede che tutti, ma proprio tutti, o stanno telefonando o sono ridicolmente focalizzati e annoiati sui cellulari (*), non può fare a meno di pensare che si salverà quell'uno per cento, o zero virgola uno per cento, che non sarà dipendente dal cellulare, che non vivrà connesso, che non dedicherà tutta la sua attenzione (ammesso, e non concesso, che nel 2015 si possa ancora parlare di 'attenzione') alle Reti Sociali, che di sociale non hanno proprio niente.  Per essere reti, oh, sì, sono reti.  Anche i tonni finiscono nella rete.  Anche le mosche finiscono nella rete. E questo zero virgola uno per cento, quando tutti gli altri saranno (sono) come zombie che non sanno più far niente, che sono privi di qualsiasi anelito umano e (quindi) volontaristico, che ormai, da brave macchine, sono votati/e e sottomessi/e al dio del numero, alla Quantità, alla Velocità, alla misurabilità in genere - maledetta rivoluzione scientifica

La ricerca della felicità (33)

Ma c’è una domanda ancora più ‘a monte’ – c’è sempre una domanda più ‘a monte’ – rispetto a quella per cui se le persone non vogliono cambiare , abbia senso o meno alzare il dito indice e suggerire loro Scusatemi, secondo me state sbagliando. Riassumiamo per i più distratti: dapprima Doppiovubi ha rilevato l’assurdità e l’ottusità di questa bella SdO (Società dell’Orrore) moderna; poi l’ha denunciato, a modo suo; poi si è accorto che le persone – quasi la totalità delle persone - che compongono la SdO è contenta così , e preferisce vivere così. Doppiovubi, con espressione forse esagerata, ha parlato di salvezza , e ha detto che costoro non vogliono essere ‘salvati’. Tu uccidi a pugni in faccia un secondino, poi un altro, poi scardini una serratura, disattivi un impianto di allarme, corri per i corridoi bui, uccidi con un taglio alla gola un altro sorvegliante – come Ethan Hunt all’inizio di Ghost Protocol , anche se lui il coltello non lo usa mai – e arrivi alla cella, il tuo obiett

La ricerca della felicità (32)

Già, la domanda è proprio quella allora, la domanda preliminare , tutto deve sempre cominciare con una domanda, si può salvare uno che non vuole essere salvato ? E, come chiederebbe un bambino piccolo, con un perché dentro un altro perché, si può salvare chi non crede di dover essere salvato ? La percezione di chi estrae il telefonino come la cosa più importante del mondo è quella di chi sta facendo la cosa giusta. Costui si sente felice, con il suo Samsung che emette i fischioni dei messaggi in continuazione, un Samsung sempre più lungo e largo, una specie di padella di telefono sta diventando, una volta ho visto un nero (?) che telefonava con un tablet appoggiato all'orecchio e il tablet era più grande della sua testa nera. Quindi, tornando a noi, se uno si sente felice , è felice o crede di essere felice ? La domanda non è peregrina, perché questo è il post numero trentadue sulla ricerca della felicità, di quella cosa lì stiamo parlando. Se uno si sente felice a mangiare un pia

La ricerca della felicità (31)

Doppiovubi aveva profetizzato - le profezie di Doppiovubi non si avverano mai, non ne azzecca una neanche per sbaglio - che prima o poi, comunque abbastanza presto, il genere umano si sarebbe in qualche modo risvegliato all'assurdità dell'abuso - ma anche dello stesso uso - dei social networks e d'improvviso, o gradualmente, ma più facilmente d'improvviso, il singolo, e poi un altro singolo, e poi un altro ancora, avrebbe avuto un rigurgito di auto-consapevolezza e si sarebbe detto, ma che cazzo sto facendo , e dapprima avrebbe depositato, con gesto incerto, lo smartphone in tasca, o nella borsa, e poi si sarebbe risolutamente cancellato dal network , essendo finalmente giunto a comprenderne la dipendenza patologica, e in qualche modo sarebbe riuscito a liberarsene, e poi il moto di liberazione sarebbe diventato collettivo, magari per moda e per imitazione, ma in certi casi il fine giustifica i mezzi, e lentamente tutti quanti, o quasi tutti, avrebbero abbandonato i so

La ricerca della felicità (30)

E il sabato 4 aprile 2015 Doppiovubi aveva dunque strangolato con del filo di ferro James Watt, per salvare l'Umanità. Aveva assestato un pugno in faccia a David Hume, il quale era crollato al suolo esanime. La sua pinguedine e la sua stazza non gli avevano consentito di reagire, in alcun modo. Dunque James Watt era morto, irrevocabilmente morto . Stando ai precisi calcoli di Doppiovubi, tutto ora sarebbe cambiato. La tecnologia non si sarebbe impossessata delle nostre vite. Mai più. Arrivò il 5 aprile, e poi il 6 aprile, e poi maggio, e poi giugno e luglio, poi venne agosto. Quasi cinque mesi attese speranzoso Doppiovubi. Non scrisse niente per non alterare gli equilibri spazio-temporali. Semplicemente, attese. Nel frattempo perse quasi tutti i suoi fidati - mica poi tanto fidati, a posteriori - lettori. Vatti a fidare. Non hanno pazienza. Non mi meritano, non ti meritano, Doppiovubi. E finalmente il 24 agosto 2015 Doppiovubi pensò che c'era qualcosa che non era and

T-101 Mod. WB (10)

O Hey! Johnnie Cope are ye waukin' yet? Or are your drums a-beating yet? Ehi Johnny Cope sei già sveglio? O sono i tuoi tamburi a battere già? [Ballata storica scozzese] Doppiovubi stava per alzarsi e intervenire, quando David Hume e James Watt iniziarono a dialogare in modo piuttosto acceso. Watt aveva affermato che uno dei motivi per cui il suo amico David era stato scelto come segretario dell’ambasciatore inglese a Parigi, era la fedeltà dell’antico e potente Clan degli Hume ( Home , in gaelico) alla Corona inglese. - Il vostro clan ci ha tradito, David, non dimenticarlo. Noi, di certo, non lo dimentichiamo. – - Se questo è vero, abbiamo scelto il momento più sbagliato, James. – commentò il filosofo con un sorriso amaro. Il Clan scozzese degli Home aveva combattuto insieme agli inglesi, nella storica battaglia di Prestonpans, uno dei rari eventi in cui i giacobiti scozzesi avevano avuto la meglio. - Dobbiamo la nostra vittoria a John Cope, l’addormenta

T-101 Mod. WB (9)

- La guerra è finita, caro James. La Francia ha perso. – Era un momento importante. La Guerra dei Sette Anni, che aveva visto contrapporsi - tra gli altri - da un lato Francia, Austria e Spagna, e dall’altro Gran Bretagna e Prussia, si era infatti appena conclusa con la schiacciante vittoria degli Inglesi. La Gran Bretagna, a partire dal 1763, avrebbe avuto il pieno controllo del commercio internazionale. Doppiovubi, disteso sulla branda, pensava che quella fosse la svolta storica fondamentale, che avrebbe segnato l’inizio dell’egemonia del sistema economico, e quindi di pensiero, di matrice anglosassone, in cui, ancora nel XXI secolo, l’intero pianeta si trovava intriso, e dal quale era inestricabilmente avviluppato. Ecco il vero Leviatano, quello economico, che viene dal Mare, e fa bollire l'abisso come una caldaia, del mare fa come un gran vaso da profumi . E questo versetto dal Libro di Giobbe, con il suo riferimento al vapore, riportò la mente di Doppiovubi al ver