La ricerca della felicità (34)

E quando Doppiovubi sale sulla metropolitana, e vede che tutti, ma proprio tutti, o stanno telefonando o sono ridicolmente focalizzati e annoiati sui cellulari (*), non può fare a meno di pensare che si salverà quell'uno per cento, o zero virgola uno per cento, che non sarà dipendente dal cellulare, che non vivrà connesso, che non dedicherà tutta la sua attenzione (ammesso, e non concesso, che nel 2015 si possa ancora parlare di 'attenzione') alle Reti Sociali, che di sociale non hanno proprio niente. 
Per essere reti, oh, sì, sono reti. 
Anche i tonni finiscono nella rete. 
Anche le mosche finiscono nella rete.
E questo zero virgola uno per cento, quando tutti gli altri saranno (sono) come zombie che non sanno più far niente, che sono privi di qualsiasi anelito umano e (quindi) volontaristico, che ormai, da brave macchine, sono votati/e e sottomessi/e al dio del numero, alla Quantità, alla Velocità, alla misurabilità in genere - maledetta rivoluzione scientifica e industriale, che sia maledetta - e non sanno più che cosa significhi il Bello, (e socraticamente quindi) nemmeno il Buono, e infine e in sintesi la Qualità, non misurabile, questo zero virgola uno per cento vivrà, (soprav)vivrà, non precipiterà nel baratro della depressione e nello sconforto della insanabile e diffusa malattia mentale, mentre il novantanove virgola nove per cento soccomberà, sì, soccomberà, un mondo di uomini-macchina sempre connessi tra loro (24/7), un mostruoso leviatano con sette miliardi di tentacoli, incapaci di Esistere veramente, disperati, vigliacchi e tremebondi. Tutti collegati a un unico Nulla-Incubo, che li controlla, annichilisce e toglie loro qualsiasi individualità.
Allora il 99,9 vagherà per le terre, alla folle ricerca di aiuto umano, e lo troverà soltanto negli ultimi rimasti sani, gli Uomini rimasti tali. I Singoli, quelli Non-connessi. 
Quelli che ancora hanno una Identità. Lo zero virgola uno. 
Ammesso che questi Uomini siano ancora in grado, dato il loro numero esiguo, di avere la meglio sulle Macchine (quelle vere).
Ogni anno le macchine raddoppiano la loro potenza. Entro quaranta anni, nel 2055, la potenza delle macchine sarà di un milione di volte maggiore rispetto a quella di oggi. Si chiama progressione geometrica.
Fate un po' voi.
(segue)
W.B.

(*) E sul tram numero sedici, ore sedici, c'è questa bambina dell'età apparente di sette anni con la nonna che è andata a prenderla da qualche parte, presumiamo a ginnastica, e la bambina racconta alla nonna quello che le è accaduto, e la bambina mentre parla è colma di entusiasmo, e racconta, e fissa intanto la nonna negli occhi, proprio negli occhi, ed è chiaramente contenta di parlare alla sua nonna, sta davvero comunicando con la sua nonna, e sorride, la bambina è felice, è un miracolo, una cosa eccezionale e a un certo momento un maledetto telefono dentro la borsa della nonna suona, un trillo satanico rompe l'incantesimo e la bambina ha un momento di esitazione, sembra interrompersi ma forse no, non sa più che fare, ma ormai il braccio della nonna è partito, un gesto inevitabile ed eterodiretto, rapidissima la nonna non dice più niente, freneticamente cerca lo strumento nella borsa, la sua nipotina non esiste più, è completamente cancellata, e la nonna non le dice nemmeno Scusami, l'unica preoccupazione è quella di dire Pronto, prima che l'altro - chiunque sia, chi sia non ha alcuna importanza - metta giù, qualcuno mi chiama, qualcuno sta chiamando proprio me, Devo rispondere e in fretta, C'è mia nipote che mi stava parlando, ma la nipotina potrà bene aspettare, c'è il telefono che squilla e io devo rispondere, e la nonna risponde e dice Pronto, con voce tremante, sperando che non sia l'ultimo squillo, e intanto la sua nipotina si è spenta, come afflosciata, ha rinunciato, ha lasciato il racconto a metà, ha perso completamente la sua nonna, anzi la nonna, anzi una nonna, anzi una donna anziana, che adesso si trova da un'altra parte, lontano, sta parlando, con chi non si sa, di una stupida ricetta, se sia meglio mettere l'uovo prima o dopo, e la nipotina, senza rancore ma con amarezza, gira le spalle alla nonna e pensa, pensa, pensa, e la ferita viene registrata nella psiche, una piccolissima ferita, un taglietto minuscolo, non esce nemmeno il sangue, ma da qualche parte nella psiche della bambina il taglietto c'è, e rimarrà, e nessuno lo cancellerà mai, e la bambina guarda fuori, e si vede che non sta guardando da nessuna parte, e Doppiovubi prega e spera che la maledetta telefonata della nonna finisca presto, Metti giù, scema, la tua nipotina ti stava parlando, eri la persona più importante del mondo, imbecille, metti giù quel telefono schifoso, e Doppiovubi avrebbe voglia di strappare il telefono di mano alla nonna e scaraventarlo per terra e ridurlo in mille pezzi e schiacciarlo per bene sotto la suola delle scarpe gridando Ma non capisci, ma come fai a non capire che cosa conta veramente, ascolta la tua nipotina; ma questo non accade, ci sono delle Regole, Doppiovubi non romperà il telefono della vecchia, la vecchia parla dell'uovo, e ride, ride, la nipotina tagliuzzata nell'anima continua a guardare fuori dal finestrino, sola, sola, e per ogni secondo che passa, la sua ultima frase, il suo racconto, così importante, sta evaporando, non c'è più, è perso per sempre, maledizione, e infine, dopo cinque minuti di Nulla, la vecchia, soddisfatta, sazia, mette giù schiacciando con inutile forza il bottone rosso, e guarda la nipotina con un sorriso, largo e privo di significato, ma non le dice più niente, non le chiede nemmeno Dove eravamo rimasti, non dice niente di niente, tabula rasa, e la bambina non parla più, è tutto finito, e il fatto più grave e terribile è che la bambina non protesta, ha assorbito l'episodio come normale. 
Ha catalogato l'episodio, come normale. 
Normale.

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