La ricerca della felicità (35)

Dicevamo, due post fa. 
Riprendiamo il filo.
Non c'è alcuna speranza. Indicare al prossimo i suoi 'errori' è del tutto inutile.
Le persone non cambiano.
Le persone possono cambiare - perché tutto muta - ma per vari motivi non lo fanno.
Il principale motivo per cui le persone non cambiano è l'abitudine.
L'abitudine consolidata è difficile da sradicare.
Arrivati a un certo punto, è talmente consolidata che diviene granitica. Cercare di sgretolare un'abitudine granitica equivale a scalpellare una roccia con un cucchiaino da caffé. E' possibile, ma occorrono migliaia di anni. Di fatto, è impossibile.
Cambiare, poi, richiede uno sforzo.
L'essere umano tende a evitare gli sforzi.
Cambiare, poi, significa mettere in discussione le proprie convinzioni e, in ultima analisi, il proprio Io. Io ho ragione, l'Altro ha torto. Il mio Io mi guida, se perdo fiducia in me stesso vivrò da sbandato. No, io ho ragione, solo io ho ragione. Continuo a fare come ho sempre fatto. Voglio stare tranquillo!
Sacrilegio.
Cambiare, qualche volta, significa rinnegare le proprie origini e la propria storia. I miei genitori mi hanno insegnato così, certamente io non li posso 'tradire'. Anche se mi accorgo di avere sbagliato. Nego l'evidenza. Ci vuole rispetto verso chi mi ha messo al mondo!
Quindi, cambiare è possibile, in astratto, ma di fatto è quasi impossibile.
Detto questo, è (stato) del tutto inutile scrivere oltre settecento post per denunciare "quello che non va".
E' del tutto inutile scrivere un post come quello precedente (cfr. La ricerca della felicità, n. 34): se uno è schiavo di Facebook, dirà che Doppiovubi ha scritto scemenze, e continuerà a compulsare allegramente le foto e i commenti per ore e ore al giorno (mi piace!). Se uno non è schiavo di Facebook, continuerà a non esserlo, e al più dirà, Bravo Doppiovubi, hai ragione!, ma di fatto non è cambiato niente.
Non è cambiato assolutamente niente.
L'efficacia di un'azione si misura sulla modifica dello stato su cui interviene.
Se dopo l'azione lo stato è il medesimo, l'azione è inutile.
I post di Doppiovubi - salvo gonfiare l'ego di Doppiovubi - non servono a niente. 
Anzi, no, a qualcosa sono serviti.
Oltre settecento post sono serviti a Doppiovubi per fargli comprendere che i suoi settecento post non sono serviti a niente.
E questo è un punto essenziale, perché, da ora in avanti, Doppiovubi riparte, con uno spirito nuovo.

(segue)

W.B.
  

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