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Visualizzazione dei post da settembre, 2013

From Ajira to ATM, with wrath

Non crediate. Non crediate che lo sia. Doppiovubi ha prima provato con la Ajira Airways. Ha preso, è chiaro, il volo 316 per Guam. Due giorni, ci ha messo, ha sperato in un flash, ma poi non è riuscito nel suo intento. Quanti adesso andranno a vedere sul web che cos’è il volo Ajira 316 per Guam. Forse nessuno. Non importa. Non crediate che sia facile. Alla fine, dopo aver buttato via due giorni (due giorni convenzionali, cioè l’idea/percezione che avete di un lasso di tempo che dura per due giorni) – e non aver scritto niente sul blog per quei due giorni, il che ha destato timore nei suoi fans , ossia nei suoi ventilatori, che hanno pensato -alcuni- al peggio -, sul volo 316 ovviamente non c’è campo, poi si è detto dandosi una pacca sulla fronte, Che pirla, e così ha preso, con ira, il tram n. 2 ed è andato in via Morone n. 1, a Milano, che tra l’altro è molto più raggiungibile di Guam. In via Morone n. 1 a Milano potete visitare la casa dove Alessandro Manzoni viss

Revenge

E proprio in quel preciso istante, sbucò dal nulla uno sconosciuto. I tre avrebbero giurato di aver sentito, mentre l'individuo appariva, odore di sale, un rumore di onde, e il grugnito di foche. Chissà perché. I due bravi si guardarono, e con un cenno di intesa quello che doveva essere il capo estrasse la pistola e sparò in testa al nuovo venuto, senza proferir parola. L’altro sguainò lo spadone, si avvicinò a Doppiovubi rantolante e – per esser sicuro che morisse – lo infilzò una, due, tre volte. Ma come si era arrivati a questo? * Camminava avanti e indietro per la sua stanza, e non si dava pace. Ogni tanto si fermava, guardava verso l’alto e brandendo un pugno nell’aria gridava, Maledetto. Anni di lavoro in fumo per un capriccio. Ma come si era arrivati a questo? * Alessandro M. stava facendo un giretto su internet. Aveva appena letto una bella intervista a Mazzarri dopo il sette a zero dell’Inter – la sua beneamata – al Sassuolo, e gongolava per l’affer

A training sample

Egli, tenendosi sempre il breviario aperto dinanzi, come se leggesse, spingeva lo sguardo in su, per ispiar le mosse di coloro; e, vedendoseli venir proprio incontro, fu assalito a un tratto da mille pensieri. Domandò subito in fretta a sé stesso, se, tra i bravi e lui, ci fosse qualche uscita di strada, a destra o a sinistra; e gli sovvenne subito di no. Fece un rapido esame, se avesse peccato contro qualche potente, contro qualche vendicativo; ma, anche in quel turbamento, il testimonio consolante della coscienza lo rassicurava alquanto: i bravi però s’avvicinavano, guardandolo fisso. Mise l’indice e il medio della mano sinistra nel collare, come per raccomodarlo; e, girando le due dita intorno al collo, volgeva intanto la faccia all’indietro, torcendo insieme la bocca, e guardando con la coda dell’occhio, fin dove poteva, se qualcheduno arrivasse; ma non vide nessuno. Diede un’occhiata, al di sopra del muricciolo, ne’ campi: nessuno; un’altra più modesta sulla strada dinanzi;

Molto proteico (16-fine)

Un testo proteico, dunque. Non nel senso di ricco di proteine, ma ispirato al dio Proteo, il Vecchio del Mare. Cambiano le regole del gioco. Che cosa succederebbe se la consequenzialità di un testo dovesse subire – senza avviso – un mutamento in uno dei suoi snodi principali? Che cosa sarebbe accaduto se il 7 novembre dell’anno 1628, un curato che tornava bel bello verso casa avesse incontrato, oltre a due delinquenti, anche un certo Doppiovubi, casualmente dotato di archibugio e coltellaccio, e quel certo Doppiovubi con efferatezza avesse ucciso quei due delinquenti? Per la legge di causa ed effetto, la trama sarebbe stata sconvolta. Con grande gioia di W.K. Heisenberg, la presenza di un osservatore, non di un semplice lettore, avrebbe cambiato il fenomeno. In realtà, non proprio un osservatore passivo, ma una specie di Cigno Nero, per dirla con Taleb, che, del tutto imprevisto e imprevedibile, sconvolge letteralmente il corso degli eventi. Ma questo, Alessandro non avrebbe

Molto proteico (15)

- Il mio cliente ha vinto la causa, noi abbiamo vinto la causa. I due avvocati si guardavano fissi negli occhi. I loro rispettivi clienti erano seduti alle loro spalle, nell’ombra. La luce, fioca. - Ho fatto i conti. Il suo cliente deve pagare duemilaventisei gulden. Oltre ai miei onorari. - E a quanto ammonterebbero, i suoi onorari, collega? - Diciamo ottocento. - Ottocento. - Sì, ottocento. L’avvocato si girò sulla sedia per verificare la reazione del suo assistito. - Johannes? Johannes sorrise e sussurrò: - Tanto non ho niente. L’avvocato avversario si mise a ridere sonoramente. - Non ha niente! Stia a sentire, signor Gensfleisch… - … Gutenberg – puntualizzò Johannes guardando il pavimento. - Signor Gensfleisch – riprese l’avvocato avversario – con il denaro che le ha generosamente prestato il mio patrocinato, il qui presente signor Johannes Fust, lei ha comprato la sua costosissima attrezzatura di stampa, e mi risulta che tale attrezzatura di stampa