Molto proteico (14)
Cos’è dunque questa sensazione? E’ il corpo di Proteo che cambia
continuamente, è in trasformazione, nella forma e nel colore. E’ una strana
sensazione, è il suo corpo che cambia. Un po’ come fosse – pensa Doppiovubi –
un treno che ti passa dentro senza stazione. Come viaggiare senza biglietto e
non avere direzione, diciamo.
Il mito finisce qui. Aristeo scoprirà finalmente dal vecchio
Proteo il motivo della morìa delle sue api, farà un paio di sacrifici strani
agli déi per placarne l’ira e la sete di vendetta, e dalla carcassa di un
bovino usciranno api nuove di zecca, brand
new bees, pronte a produrre miele bio
da cinque euro a microvasetto.
Doppiovubi è arrivato sino a questo punto, non certo per la vicenda
di Aristeo o per la caviglia di Euridice, meri incidenti di percorso.
Doppiovubi era interessato sin dall’inizio soltanto a Proteo. Non certo a Proteo
in quanto tale, un vecchio che dorme in una grotta con le foche che grugniscono
ai suoi piedi, non desta alcun interesse. E’ quello che Proteo rappresenta, il
significato del mito. Il cambiamento. Come
canta là sopra il simpatico Piero P.; e non potremo trascurare, oltre ai Litfiba, il pensiero di Parmenide e di
Emanuele Severino.
Nella prossima puntata arriveremo al punto-chiave – non vi
preoccupate, è quasi finita. Da Proteo, attraverso un audace link spazio-temporale, passeremo al
1455.
In quell’anno incontreremo l’uomo che ha condizionato, e
condiziona tuttora, le nostre vite.
(14-continua)
W.B.