Molto proteico (7)
Lasciando a voi il piacere di scoprire (o il piacere di
saperlo) in anatomia quali parti del corpo siano denominate ninfe, Doppiovubi si occupa dell’etimo
di ninfa il quale rimanda al greco νύμϕη, che ha la stessa radice di nubere. A sua volta nubere
significa mettersi
il velo. Che
significato ha mettersi il velo, per una donna? In quasi tutte le culture le donne
in particolari circostanze si mettono il velo. Nell’antica Roma, mettersi il
velo era sinonimo di sposarsi, perché – pare – il velo avrebbe protetto la
donna (ma anche l’uomo, il velo era comune a entrambi, molto ampio, durante la
cerimonia) dalla cattiva sorte. Il velo si chiamava flammeum, ed era infatti rosso come
il fuoco, la fiamma. Curioso pensare che grazie al flammeum si allontanava la
possibilità che la coppia divorziasse. Il velo è rimasto, ha cambiato colore,
qualcuna lo mette, altre no. Infatti.
Ma
la tradizione latina viene dopo quella greca, appunto.
La
νύμϕη nell’antica Grecia è proprio la
sposa, ed è velata. In Grecia avevamo
la figura della nymphéutria,
che era
colei, all’interno del nucleo familiare, che era incaricata di mettere il velo
alla sposa. Avrete poi certo sentito l’espressione paraninfo ; ecco, il paraninfo
era colui che
accompagnava gli sposi. Era presente alla cerimonia, e li accompagnava alla loro
casa (in Roma fu poi detto pronubo, con funzione del tutto equivalente). Ovviamente
col tempo la parola si è volgarizzata – perché è la società ad essere diventata
orribile – e quindi oggi il termine paraninfo è usato per indicare chi combina i matrimoni
per fini di lucro. Ma torniamo alla nymphéutria, la quale, appunto, nella
casa del padre della sposa la copre con un velo, in funzione apotropaica (cioè,
per allontanare il male). Il velo sembra avere, come accade in altre culture,
un valore apotropaico, proprio perché è il momento in cui la sposa si trova
maggiormente esposta. Sarà poi lo sposo a effettuare l’anakalyptérion, il disvelamento. E’ lui,
da quel momento, che proteggerà la sposa.
Ora più o meno sappiamo che cos’era una ninfa per un greco
antico. Le ninfe dunque, erano spose, velate, pronte a essere possedute, e
vivevano in natura. Nei boschi, nei monti, nei fiumi, nei laghi. Erano
divinità, non erano donne normali. Erano divinità che simboleggiavano il lato
femminile più istintivo e naturale. Le ninfe sono vergini, e rimangono – o dovrebbero
rimanere - sempre tali. Le ninfe sono la materializzazione divinizzata del
sogno maschile di ogni epoca e di ogni luogo, questo è il mito.
Ed Euridice era proprio una ninfa.
(7-continua)