Molto proteico (10)



Euridice fugge a gambe levate, arriva sulla sponda di un fiume ed è in trappola. Aristeo sta per ghermirla, nulla la potrà salvare.
Orbene si sappia che nulla qui è inventato da Doppiovubi. Il mito è raccontato da Virgilio nel quarto e ultimo libro delle Georgiche. Ecco il passo specifico:

Illa quidem, dum te fugeret per flumina praeceps,
immanem ante pedes hydrum moritura puella
servantem ripas alta non vidit in herba.
At chorus aequalis Dryadum clamore supremos
implerunt montes…

Ahi! che da te la misera fuggendo
Precipitosa lungo il fiume, il crudo
Serpe non vide, che fra l’erbe ascoso
Su la sponda giacea. D’alti ululati
Il coro de le Drïadi compagne
Le valli, e i monti empì…

Entra in scena il serpente, “il crudo serpe”, che va a mordere la caviglia di Euridice. Le Driadi, come sappiamo, sono le ninfe dei boschi compagne di Euridice. Osservano la scena e piangono alti ululati. Nella traduzione del Bondi (1801), libera ma artistica, che qui Doppiovubi vi riporta, non c’è accento su un inciso importante; la fanciulla, la puella, è detta moritura. E’ destino che debba morire, un po’ come Charlie in Lost deve morire, nella quarta stagione, anche se Desmond fa di tutto per salvarlo.
Euridice, a causa del morso del serpente, muore.
E qui si impone un excursus  sul nesso di causalità.
Come vedremo, Aristeo viene accusato dagli dèi di essere stato la causa della morte di Euridice, e per questo viene punito. In realtà non viene punito lui, ma, per vendetta trasversale, vengono punite le sue api, a cui lui tiene più della sua vita (il metodo in sé è chiaramente di stampo mafioso).
Ma perché punire Aristeo, attraverso la morìa delle sue api, quando la causa immediata della morte di Euridice è stata il serpente? Perché risalire all’inseguimento di Aristeo, quando Euridice ben avrebbe potuto essere morsicata danzando con le sue ex-colleghe? Sembra quasi che il serpente non abbia colpa. La colpa deve essere, in qualche modo, imputata all’uomo.
Non vi sarà sfuggito – in uno dei prossimi post parleremo del mytheme  di C. Lévi-Strauss – che torna il serpente come elemento disturbatore nella relazione tra un uomo, una donna e gli dèi.
Ancora una volta, il serpente e l’Uomo sono avversari.
L’eterno ritorno del serpente.

(10-continua)

W.B.

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