Molto proteico (12)
Proteo, dobbiamo cominciare a conoscerlo. Proteo,
innanzitutto, è un dio. Proteo,
inoltre, è vecchio : è definito il “Vecchio
del Mare”, un primordiale dio del mare o dei fiumi, e la sua figura compare con
nomi diversi in vari contesti antropologici. E’ il dio del cambiamento,
sfuggente e mutevole, perché è l’acqua stessa a non poter essere catturata: per
definizione, l’acqua scorre e fugge via. Omero lo chiama il “Vecchio del Mare”,
dicevamo, ma non riserva questo appellativo soltanto a lui. In antropologia,
appunto, altri racconti si riferiscono a un Vecchio del Mare. Ricordiamo qui il
ciclo di Sinbad il marinaio, che nel suo quinto viaggio incontra questo
pericoloso personaggio. Varrà la pena di raccontare qui quest’incontro, per la
bizzarria della vicenda che certamente interesserà quei lettori di Doppiovubi
che allo stato non si sono ancora addormentati (il che è un ossimoro).
Praticamente Sinbad, come in Lost (curioso
che Lost sia citato per la terza
volta in poche settimane, ci dovrà pur essere un motivo) naufraga su un'isola lussureggiante.
Incontra per l’appunto un vegliardo messo molto male (i lettori di Doppiovubi
più accorti ricorderanno il terribile dybbuk del magnifico prologo di A Serious Man dei Fratelli Coen, dybbuk che si presenta con le fattezze
del rabbino Groshkover, che dovrebbe essere defunto ma non lo è; il tema è
quello del vecchio anziano che chiede aiuto, cfr. anche le Giovani Marmotte che in genere trovano sempre qualche pensionato a
cui far attraversare la strada anche se non ne ha alcun bisogno, come peraltro
il piccolo Russell tenta in ogni modo di aiutare Carl Fredricksen in Up, a tutt’oggi uno dei migliori film
della Pixar , ma questa è l'opinione di Doppiovubi e basta, e non ha alcuna valenza scientifica). Ma torniamo a Sinbad. Il
vecchiaccio chiede callidamente a Sinbad di aiutarlo ad attraversare un
insignificante fiumiciattolo. Sinbad, che è tanto buono quanto pirla, dice Ok, e se lo
carica sulle spalle. Il vegliardo, ecco lo stratagemma diabolico, si rivela
essere in realtà un energumeno e serra tra le gambe, attanagliandolo, il collo
del povero Sinbad, che non riesce a svincolarsi dalla energica presa. Da quel
giorno, e per molto tempo, Sinbad diventa lo schiavo del Vecchio del Mare, e lo
dovrà trasportare ovunque sull’isola (tenendolo sulle spalle come i papà
tengono i bambini piccoli), al fine di raccogliere frutti dagli alberi più
alti, pena la strozzatura e la conseguente morte per soffocamento. Sinbad –
come Ulisse - usa il cervello e con un trucco da strapazzo fa ubriacare il
vecchio maledetto. Quando quest’ultimo stramazza addormentato, Sinbad gli
schiaccia la testa con un masso. Sangue dappertutto. Sinbad è finalmente libero.
Allo stesso modo, Proteo è sfuggente e Aristeo dovrà trovare
un sistema per blindarlo. E questo sarà l’argomento – ehi, svegliatevi, il post
è finito, stavate russando – del prossimo, avvincente, post.
(12-continua)
W.B.