La ricerca della felicità (32)
Già,
la domanda è proprio quella allora, la domanda preliminare,
tutto deve sempre cominciare con una domanda, si può salvare uno
che non vuole essere salvato? E, come chiederebbe un
bambino piccolo, con un perché dentro un altro perché, si può
salvare chi non crede di dover essere salvato? La
percezione di chi estrae il telefonino come la cosa più importante
del mondo è quella di chi sta facendo la cosa giusta. Costui
si sente felice, con il suo Samsung che emette i fischioni dei
messaggi in continuazione, un Samsung sempre più lungo e largo, una
specie di padella di telefono sta diventando, una volta ho visto un
nero (?) che telefonava con un tablet appoggiato all'orecchio
e il tablet era più grande della sua testa nera. Quindi,
tornando a noi, se uno si sente felice, è felice o
crede di essere felice? La domanda non è peregrina, perché
questo è il post numero trentadue sulla ricerca della felicità, di
quella cosa lì stiamo parlando. Se uno si sente felice a mangiare un
piatto di sterco di cavallo, è tutto contento, me ne porta ancora
per favore, ottimo, tu ti avvicini e gli dici, Guarda che non va bene
mangiare lo sterco di cavallo, sarebbe meglio che tu mangiassi una
diciamo frittatina con gli spinaci, saresti più contento, anzi,
saresti contento davvero, adesso credi di essere soddisfatto con il
tuo sterco di cavallo, ma in realtà non lo sei, Ma io sono contento
così, tutti i giorni tre volte al giorno mangio lo sterco di cavallo
e mi piace, ci metto un po' di sale ed è buonissimo, Ma ti fa male,
No, ti sbagli, i miei esami del sangue sono perfetti, Ma non va bene
mangiare lo sterco di cavallo, Chi lo dice, Lo dico io, Ma lo sterco
di cavallo lo sto mangiando io, mica lo stai mangiando tu, mica ti
impongo di mangiare il mio piattone di sterco di cavallo, tu mangia
pure quello che vuoi, mangia la tua frittatina e lasciami in pace,
allora il mio sterco arriva o devo venire a prendermelo io in cucina?
(segue)
W.B.