La ricerca della felicità (30)

E il sabato 4 aprile 2015 Doppiovubi aveva dunque strangolato con del filo di ferro James Watt, per salvare l'Umanità.
Aveva assestato un pugno in faccia a David Hume, il quale era crollato al suolo esanime. La sua pinguedine e la sua stazza non gli avevano consentito di reagire, in alcun modo.

Dunque James Watt era morto, irrevocabilmente morto.

Stando ai precisi calcoli di Doppiovubi, tutto ora sarebbe cambiato.
La tecnologia non si sarebbe impossessata delle nostre vite. Mai più.

Arrivò il 5 aprile, e poi il 6 aprile, e poi maggio, e poi giugno e luglio, poi venne agosto. Quasi cinque mesi attese speranzoso Doppiovubi. Non scrisse niente per non alterare gli equilibri spazio-temporali. Semplicemente, attese. Nel frattempo perse quasi tutti i suoi fidati - mica poi tanto fidati, a posteriori - lettori. Vatti a fidare. Non hanno pazienza. Non mi meritano, non ti meritano, Doppiovubi.

E finalmente il 24 agosto 2015 Doppiovubi pensò che c'era qualcosa che non era andato per il verso giusto. Qualche preciso calcolo si era rivelato sbagliato. Un calcolo non preciso, dunque.
Io J.W. l'ho ucciso - pensò Doppiovubi - , l'ho strangolato con del fil di ferro, l'ho visto morire, con i miei occhi l'ho visto per terra morto, ammazzatissimo, ma nulla è cambiato.
I telefonini ci sono ancora, pensò Doppiovubi con orrore. La televisione c'è ancora. Internet c'è ancora.
Qui c'è bisogno di una strada alternativa, di un piano B, pensò Doppiovubi.
Proprio così pensò Doppiovubi, e scrisse Doppiovubi sul suo blog il 24 agosto 2015, C'è bisogno di un piano B. Stallonianamente, alla Rambo, solo contro tutti, senza più nemmeno un lettore nella sua faretra, senz'armi dunque, disarmato, Doppiovubi passò all'Azione.

(segue)

W.B:

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