Agone

"Meditavo dunque se non fosse per caso possibile pervenire a un nuovo regime di vita, o almeno alla certezza di esso, senza mutare l'ordine e il regime abituale della mia vita; ciò che, spesso, invano tentai.
Infatti, le cose che si incontrano per lo più nella vita e sono considerate dagli uomini come bene supremo, per quanto è lecito concludere dalle loro opere, si riducono a queste tre: ricchezza, onore e piacere. Queste tre cose disorientano a tal punto la mente dal renderla del tutto incapace di pensare a qualche altro bene."

Alla fine del 1656 così scriveva Baruch Spinoza, nel 3° paragrafo del Tractatus de intellectus emendatione. La traduzione che ho riportato è di Filippo Mignini, il quale ha curato la meravigliosa edizione delle Opere di Spinoza per I Meridiani di Mondadori, di recentissima pubblicazione (aprile 2007).

"Queste tre cose disorientano a tal punto la mente..."

Questo passo, con particolare riferimento alla ricchezza, mi ha richiamato - e non poteva non richiamarmi - la celeberrima metafora contenuta nel Vangelo di Matteo (pressoché identica in Marco e Luca), in 19,24: "Ve lo ripeto: è più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno dei cieli".
Come si sa, il significato di questo brano è potenzialmente esplosivo, se preso alla lettera.

Proprio sabato pomeriggio, passeggiando con la mia compagna, citavo il passo di Matteo.
La mia idea è che la ricchezza, presa in sé, non abbia nulla di male. Può ben darsi, per esempio, che la ricchezza sia mero strumento per portare beneficio al prossimo.
Credo che il significato della metafora in Matteo stia in ciò, che la ricchezza, in qualche modo, "s'impossessa" della mente - e forse anche dell'anima - dell'uomo, impedendogli così di esercitare un sereno discernimento, facendogli smarrire più facilmente il senso del suo essere.
Chi ha, desidera avere ancora di più. Sempre di più.

In ultima analisi, si tratta di consapevolezza. Se la mia mente è colma di desiderio di ricchezza, non ci sarà spazio per altro. Mi pare che Spinoza dica qualcosa di simile.

Eppure, da misero uomo quale sono, continuo a sperare che l'ago sia grande.

W.B.

Commenti

FB ha detto…
anch'io agognio l'agone.

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