No country for old men

Cosa stavo dicendo l’altro giorno a proposito dei giornali? Ecco, la settimana scorsa hanno scoperto una coppia in California che affittava camere ai vecchietti, poi li ammazzava, li seppelliva in giardino e si intascava gli assegni della pensione. Prima di ammazzarli li torturavano, non so perché. Forse avevano il televisore rotto. Ed ecco cosa diceva di questo fatto il giornale. Testuali parole. Diceva: I vicini si sono messi in allarme quando hanno visto un uomo lasciare di corsa la casa con indosso solo un collare per cani. E’ impossibile inventarsi una notizia del genere. Vi sfido anche solo a provarci.
Avete capito? Ecco che cosa ci è voluto. Tutte quelle urla e quelle buche scavate in giardino non avevano insospettito nessuno.
Pazienza. Quando ho letto questa notizia, mi sono messo a ridere. Non c’è molto altro da fare.

(Cormac McCarthy, Non è un paese per vecchi, Einaudi, 2008, pag. 101).

Ieri, alle 19.40, camminavo lungo via Legnano, a Milano.
Ho guardato al di là della recinzione del parco.
Nell’erba ho visto un negro. Era disteso nell’erba, a pancia in giù, e a faccia sotto.
Mi sono concentrato sulla sua schiena. Volevo vedere se si muoveva.
Era immobile.

A quaranta metri di distanza c’è un chiosco.
Intorno al chiosco ci sono decine di sedie di plastica, tavolini e ombrelloni.
Il chiosco è frequentato soprattutto da famiglie sudamericane e filippine.
Il padrone del chiosco si muoveva indaffarato da un tavolo all’altro.
Ai tavoli c’erano almeno venticinque clienti.
Ridevano e scherzavano. Sembravano felici.

Ho guardato di nuovo il negro.
L’erba era sporca. Non è il posto migliore per riposarsi, ho pensato.
Era ancora immobile.
Poi il negro ha mosso una mano, e si è grattato la fronte.
Mi sono tranquillizzato, e me ne sono andato.

W.B.

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