Super Spider Man.

Il tanto beneamato Presidente della Repubblica, il napoletano G. Napolitano, al quale riconosciamo la costante attenzione per i problemi dell'Italia moderna, ha di recente doverosamente richiamato alla nostra memoria l'importanza della battaglia di El Alamein.


Ecco, il nome "El Alamein" ha richiamato alla mia memoria quello che di seguito vi vado a raccontare.


Ormai da qualche anno a Milano, in via Dante, si può vedere, durante i fine-settimana, un signore "nero" (sembra indiano, ma non si capisce con precisione, di sicuro ha la pelle scura, le labbra carnose e un profilo da cartone animato), non proprio giovanissimo, che promuove ai passanti la vendita di un particolare oggetto.

Questo oggetto è un pupazzo colorato. Il pupazzetto, lungo circa dieci centimetri, è in plastica, rappresenta un omino i cui arti sono per l'appunto di colori tutti diversi tra loro.

Il materiale di questo omino è tale per cui se l'omino viene scagliato contro un vetro, l'omino si attacca al vetro, come una ventosa. Dopo poco, la presa sul vetro si allenta, e il pupazzetto perde aderenza sulle mani (se è atterrato sul vetro con le mani in alto), o sui piedi (se è atterrato sul vetro con i piedi in alto). Al che il pupazzo si stacca parzialmente dal vetro, ma visto che è del tutto snodato, compiendo una rotazione si riattacca immediatamente con gli arti che si sono appena staccati, invertendo la propria posizione, e così via, scende lungo il vetro, arrivando sino a terra (in realtà casca molto prima, però almeno tre o quattro discese mani-piedi le fa). L'impressione è quella di un arrampicatore, o meglio, di un discensore.

Per tale motivo il venditore del pupazzo ha deciso di chiamarlo "spider man".

Qualche anno fa, il venditore del pupazzo monopolizzava una vetrina - sempre la stessa - sulla destra (venendo dal Duomo) di via Dante. Egli usava tale vetrina per dimostrare le qualità del pupazzo e quindi scagliava lo stesso (sei-sette pupazzi alla volta) contro la vetrina medesima, all'altezza di oltre tre metri. Dovete sapere che il pupazzo, staccandosi e riattaccandosi, lascia impronte e macchie varie sul vetro. La vetrina dunque veniva gravemente insozzata, ma dato che il venditore del pupazzo è un furbo, aveva scelto la vetrina di un negozio aperto solo dal lunedì al venerdì. Questi poveretti, il lunedì mattina, trovavano la vetrina sporchissima, ma lui tanto non c'era più.

Ora hanno cambiato la gestione, al sabato il negozio è aperto, quindi lui si è spostato sul lato sinistro (sempre venendo dal Duomo) di via Dante, dove ha trovato una bella vetrina ampia, valida sia al sabato sia alla domenica, che viene appunto gravemente insozzata dagli spider man in discesa.

Trattandosi di "spider man", il venditore ha pure realizzato un cartello pubblicitario in cartone grezzo, con la descrizione dei prezzi della merce, sul cui cartello campeggia la seguente testuale e incerta scritta, con un pennarello nero: "spaider men 1 x 2 euro 3 x 5 euro", ossia una economia di scala.

Da qualche tempo il venditore del pupazzo ha deciso che si tratta non di un semplice "spider man", bensì di un "super spider man", perché evidentemente ritiene che definirlo "super" gli faccia vendere qualche pezzo in più. Peraltro l'uomo in questione vende molti pupazzi; al suo fianco ha uno zaino gonfio di spider man, ossia il suo magazzeno portatile.

Ora viene il bello.

Il venditore in questione pronuncia "spider man" così: "spairemen".

Dunque grida in continuazione: "spairemen, spairemen... spairemen, spairemen". Ogni tanto cambia la solfa, e dice "supespairemen".

Per un incredibile e inspiegabile fenomeno acustico, a una distanza di circa cinquanta metri la parola si distorce e perde la sua identità.

Voi dunque percepirete quanto segue: "arabein arabein".

Avvicinandosi, l'ascoltatore identificherà sempre più nitidamente la parola reale, ovvero "spairemen".

Fate la prova, se potete. Recatevi un sabato pomeriggio qualsiasi in via Dante, verso le 17. Vivrete un'esperienza unica, indimenticabile.

Da lontano sentirete gridare: "arabein arabein".


Ecco, devo ringraziare il Presidente, perché con il suo El Alamein mi ha fatto ricordare Arabein Arabein.


W.B.


p.s.: un ringraziamento particolare a MCD, che quattro anni fa mi iniziò al meraviglioso mondo di "Arabein Arabein".




Commenti

Anonimo ha detto…
continua a dire "a-r-a-b-e-i-n" o al più 'a-r-a-b-D-e-i-n".
Questa discussione fonetica la facemmo 4 anni fa, credevo fosse assodato...

L'Osservatore
W.B. ha detto…
Devo dire che ultimamente mi sono fermato davanti a lui a lungo. Ho osservato la sua bocca e ho ascoltato concentrato. Egli emana il suono "spairemen". Il punto è proprio questo. La particolare conformazione delle sue grosse labbra mette in ombra lo "sp" iniziale, che si perde sulla "a". Infatti a distanza si percepisce una parola che comincia con "a". Nella parola egli mette due accenti: il primo, per l'appunto, sulla "a", il secondo sulla "e" di "men". Ora, dato che la "n" finale vibra parecchio (come la "m" del mantra tibetano per eccellenza) questa "n" vibrante si percepisce come "eeiinn", il che crea appunto l'"arabein".
Orbene, la particolarità del fenomeno acustico è tale per cui ritengo vi siano implicati elementi esoterici. Il primo, appunto: forse è un mantra, forse il pupazzo è solo un pretesto. Il secondo è l'area di via Dante. Forse ci sono correnti telluriche - similmente a quelle che attraversano il sottosuolo di Rennes - che contribuiscono a distorcere l'onda sonora. Non so se questo blog consenta di pubblicare un file wav. Se è così, andrò sul luogo e farò tre registrazioni: a 50, 10 e 2 metri, in modo tale che tutti possano giudicare se si tratta di "spairemen" o di "arabdein". Oppure se, come al solito, il diavolo ci abbia messo il suo zoccolo fesso.
Anonimo ha detto…
il blog, a conoscerlo, consente di pubblicare pressoché tutto.
attendiamo.
Anonimo ha detto…
Sorprendente questo post perchè dimostra come anche nelle grandi città esistano dei personaggi che, per caratteristiche fisiche particolari, ritualità di comportamento o strani disturbi psichici, sono conosciuti bene o male da tutti. Pensavo fosse una peculiarità dei piccoli centri, specie del sud. Da noi alcuni bar dedicano loro intere pareti di fotoggrafie e molti di loro sono ovviamente noti ai più con il soprannome. Ti mando il link con un'immagine del "millelire".

http://farm3.static.flickr.com/2001/2454851408_75a8c0f821.jpg?v=0
Anonimo ha detto…
fotoggrafie????
vabbè
Anonimo ha detto…
sto ridendo come un cretino e non vedo l'ora di verificarlo questo stesso Sabato. ti devo come minimo due spairemen per ringraziarti di aver divulgato questo gustosissimo aneddoto da raccontare occasionalmente.
W.B. ha detto…
E non dimentichiamo che il venditore di Spairemen è praticamente il sosia di Emerson, il Puma.
Anonimo ha detto…
Non dimenticate una cosa, molto importante peraltro.
Oltre a caratteristico verso, (che io ho sempre interpretato come "spairdmen, superspairmen - spardmen)
ve ne è un altro, ossia il "prego,prego prego". Ogni cinque spairmen infatti ci piazza un "prego prego prego" di crescente intensita, e la variatio è addirittura "prega prega prego".
Questo almeno, fino all'ultima volta in cui l'ho visto.
W.B. ha detto…
Corretto, il che denota, caro Anonimo, che sai di cosa stiamo parlando. Mi permetto di chiosare: non dice "prego", bensì "brego".

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