Illimitatamente
Secondo la legge – economica – di Parkinson (cfr. i post del
22.3.2011 e del 26.9.2011) l’uomo tende a consumare tutto ciò che ha a disposizione.
Oggi Doppiovubi applicherà questa legge alla telefonia.
*
Ricorderete che alcuni anni fa, quando ti trovavi fuori di
casa (ma anche in casa, ma qui parliamo delle telefonate para-cellulari) le telefonate – le singole telefonate – si pagavano, e si pagavano care.
Si usava questa cosa, che era assimilata al denaro e aveva
un valore di scambio:
Per l’appunto esisteva un calmiere di natura economica:
prima di telefonare ci pensavi bene. L’amico Nadir (che era tirchissimo), quando doveva chiamare, da
Milano, la fidanzatina S.B. a Sirmione, prima di entrare nella cabina
telefonica pre-compilava una lista degli argomenti che doveva trattare.
Poi Dio disse, Sia il telefono cellulare.
E il telefono cellulare fu.
*
Ai primordi – parliamo di circa quindici anni fa – tutti i
piani telefonici prevedevano lo scatto alla risposta, voglio dire, Se tu mi fai
una telefonata di due secondi e mezzo tipo Ciao-mamma-arrivo-alle-otto-ciao, io
comunque un minimo te lo voglio far pagare, e non tanto perché mi costi, ma
perché sulla company ci voglio magnare il più possibile, finché è un settore
nuovo che tira.
E comunque, dopo, pagavi salata la telefonata. Una volta si
diceva, Scusa sono fuori ti sto chiamando dal cellulare,
come per suggerire all’interlocutore che bisognava far presto e non tergiversare.
*
Oggi siamo sul piano inclinato della legge di Parkinson, e
ormai la cosiddetta concorrenza ha inventato le chiamate illimitate.
Intanto Doppiovubi vorrebbe farvi notare che è fisicamente
impossibile chiamare illimitatamente, perché prima o poi morirete. Forse non ci
avevate pensato, ma non potete telefonare per sempre. Volenti o nolenti, vi
spegnerete e finirete sotto un metro di terra o dentro un’urna, e lì non
prende.
In secondo luogo, non potete chiamare per ventiquattro ore
al giorno, questo è un altro limite. Sappiamo bene che ormai si telefona mentre
si fanno i bisogni corporali – stando bene attenti a evitare i rumori
rivelatori -, mentre si mangia – sfruttando, per masticare, i momenti in cui parla l’altro – mentre si guida – tanto ormai i vigili, dopo l’acme iniziale
terroristica di qualche anno fa, tollerano – eccetera.
Manca la telefonata sotto la doccia – ma esiste già il
cellulare acquashock e waterproof – e la telefonata mentre stai dormendo (ci stanno
lavorando, probabilmente).
Forse tra qualche anno la nostra giornata sarà costituita da
un’unica, continua, telefonata senza interruzioni, con modificazioni solo del
soggetto con cui stiamo parlando. Sedici ore al giorno di telefonata continua,
sempre, per tutta la vita.
Un ottimo soggetto per un racconto di fantascienza.
*
Quello che vuol dire Doppiovubi, però, è che per la legge di
Parkinson, dato che ormai le chiamate sono “senza limiti”, si fanno indipendentemente
dal bisogno di farle, senza averne alcuna necessità e senza reali contenuti (*).
Ormai si tratta di riempitivi della noia e della stanchezza. Non so che fare
nella mia vita – e della mia vita – e così chiamo.
Un ottimo sistema per riempire tutti i vuoti, per fuggire i
silenzi, per evitare di rimanere soli con se stessi, dove percepiremmo la paura e l’orrore, illimitatamente.
W.B.
(*) Il tema dell’assenza di contenuti è ampio. Viviamo in un’epoca
– come già ebbe a sottolineare egregiamente il Chiarissimo Professor PIM – in cui abbiamo grandi potenzialità ma
scarsi contenuti. L’iPad display retina è avanzato, ma quello che ci mostra non
è degno di essere visto. L’ultima BMW è eccezionale, ma i luoghi dove puoi
andare – e le persone che vi puoi frequentare – sono orridi. Hai una casa
bellissima, ma un matrimonio che fa schifo. Puoi anche avere Sky Calcio HD, ma
se guardi giocare l’Inter ti potrebbe ben bastare un tubo catodico in bianco e nero.