Come convogliare l'innesco mantenendo ben saldo lo scettro (2-fine)

Quello che Doppiovubi vide nella nuova linea lilla del metrò fu un gruppo di persone che aspettavano annoiate il convoglio in arrivo, quasi tutte col telefonino in mano, unico strumento rimasto a disposizione per combattere la noia e a sua volta generatore di noia. E sarebbe questa la cosa stranissima, No, non fu questa la cosa stranissima. Doppiovubi vide che un gruppo di ingegneri progettisti qualche anno addietro si era seduto a tavolino e chissà in base a quale normativa o direttiva o regolamento o altro, aveva avuto l’incarico preciso di ideare una nuova linea di metropolitana che non fosse come tutte le altre normali metropolitane, in fondo la prima linea metropolitana fu inaugurata a Londra nel 1863, era ancora a vapore, ma appunto sono passati centocinquant’anni, dovremo pur fare qualche progresso, l’Uomo si deve muovere verso il Controllo della Sua Vita, e più avanza nella freccia del tempo più deve controllare ogni cosa, ed evitare che succedano cose asseritamente brutte e fare in modo che succedano cose asseritamente belle e quindi quale incarico avevano gli ingegneri seduti a tavolino per progettare la linea lilla, Evitare i suicidi.
L’idea era esattamente quella di evitare tecnicamente, grazie alla Tecnica, che sarebbe la definitiva salvezza dell’Uomo, che qualche essere umano, per motivi che non ci interessano, e che non ci devono interessare – e qui sta il punto – all’arrivo del convoglio, con i suoi spaventosi fanali e il suo terribile fischio, facesse all’ultimo istante un salto, il salto definitivo, e mettesse il suo corpo a disposizione della morte. Scartata l’ipotesi della caduta accidentale o della spinta volontaria, ipotesi rarissime, Doppiovubi ha riflettuto sul punto, e ha capito, come fosse stato un diamante conficcato nella sua fronte, che l’obiettivo degli ingegneri non era affatto quello di impedire un suicidio, nella sua essenza o sostanza, ossia, quello di impedire che un uomo si tolga la vita, bene prezioso, quello non è mica un compito da ingegnere, bensì un altro obiettivo, molto più pratico¸ molto più moderno - ingegneristico, appunto - cioè quello di evitare che un corpo estraneo interrompesse la circolazione dei treni. Quando un povero disgraziato si butta sotto la metrò, succede che la linea si interrompe, arriva la polizia, arriva l’ambulanza, devono staccare i pezzi del cadavere dalle ruote, deve arrivare il magistrato di turno con il suo fascicolo pronto da aprire, c’è sempre un fascicolo pronto da aprire, si apre un’inchiesta amministrativa e giudiziaria, e poi uomini con le radio, uomini con i telefonini, agenti e funzionari con le pettorine fosforescenti che dicono alla folla giocando a fare gli americani in emergenza, Per favore da quella parte c’è un autobus di collegamento, insomma, in poche parole c’è una procedura complessa e la linea è interrotta e la gente deve andare a lavorare, abbiamo tutti fretta, Ma questo stronzo proprio oggi doveva suicidarsi, che scade l’IVA?
E così gli ingegneri hanno studiato una soluzione efficiente, e hanno progettato una bella vetrata anti-sfondamento, come fosse l’ingresso a un grande magazzino, e nella fossa l’aspirante suicida non ci si può buttare, perché le porte della vetrata si aprono soltanto quando arriva il treno, e si passa dalla banchina direttamente dentro il vagone, e il povero aspirante suicida non bloccherà più la moderna ed efficiente corsa verso il raggiungimento degli obiettivi e dei risultati della Società. Il problema è perfettamente e brillantemente risolto.
Il bravo Sindaco, il giorno dell’inaugurazione, avrà annuito sorridendo quando il bravo Presidente, un po’ genuflesso, gli avrà spiegato la furba innovazione tecnologica, Ce la invidierà tutta Europa.
Doppiovubi vide dunque il risultato di quella progettazione, l’esito, la realizzazione – appunto, e fu assalito da un senso di tristezza così profondo, perché comprese in un momento che l’uomo moderno non va alla sostanza delle cose, il sistema porta un essere umano – tanti esseri umani – alla disperazione, una disperazione così profonda da rendere intollerabile la prosecuzione della vita, ma al sistema non interessa aiutare un essere umano, e il rimedio che viene escogitato consiste nell’impedire tecnicamente il suicidio, ma ormai è troppo tardi, il suicida, arrivato alla linea lilla, guarderà tristemente la vetrata, sospirerà, girerà le spalle, percorrerà altri cento metri, gli ultimi, e si butterà sotto il treno in arrivo della metropolitana gialla, dove di vetrate non ce ne sono.
E Doppiovubi ha pensato, Ti vogliono togliere il diritto a morire, vuoi morire, non puoi morire, almeno, qui non puoi morire, piuttosto buttati dalla finestra, possibilmente la tua, se ancora ti rimane una casa, ma qui non puoi morire. Vuoi morire, ma non puoi, non ti è consentito.
Se invece, al contrario, vuoi vivere, e saresti anche felice di vivere, e ti sorseggi un caffè al sabato mattina in un bar, l’aria è frizzante, e sfogli la Gazza, e ti chiedi se Balotelli è diffidato o no e se potrà giocare l’ultima col Siena, improvvisamente ti può capitare di provare un dolore lancinante alla testa, perché un piccone è stato appena calato su di te e sulla tua vita.

W.B.

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