Col tempo non la senti più (prima parte)
Doppiovubi stava leggendo Denti Bianchi di Zadie Smith e intanto ascoltando Music of the spheres di Mike Oldfield,
quando ha avuto, per così dire, un momento di lucidità.
Diciamo la verità, almeno per questa volta.
Doppiovubi sta vivendo – vive, ha vissuto – una vita di merda.
I lettori di Doppiovubi sanno perfettamente che Doppiovubi, per
via di un radicato quanto falso moralismo, non usa scurrilità, se non quando è
strettamente necessario, e in questo caso è strettamente necessario, non si può
in alcun modo adoperare un’espressione diversa, un sinonimo, o, come si dice,
un eufemismo, no, quando si deve descrivere una vita del tutto sbagliata, si deve assolutamente usare
quella parola lì, e se possibile bisognerebbe anzi pronunciarla con la doppia emme
iniziale, finalizzata a una crasi (e crisi) con la vocale che precede, per dare la giusta
enfasi alla conclamata fecalità, e
quindi dire ad alta voce, pronunciare, gridare, urlare, senza alcuna vergogna, dimmerda.
Doppiovubi sta vivendo – vive, ha vissuto – una vita dimmerda (d’ora innanzi, per rispetto
dei – numerosi - lettori che non gradiscono o, come si dice, vengono urtati da espressioni cosiddette
volgari, userà l’acronimo “vdm”).
E questa è la parte descrittiva sintetica.
E ora, un po’ di analisi, necessariamente a sprazzi, e senza
ordine.
*
L’amico M.P., quello dei pipistrelli, davanti a un caffè
d’orzo, ha chinato la testa e ha constatato amaramente, Viviamo tutti sotto
attacco, da quando ci svegliamo la mattina a quando andiamo a letto la sera,
dobbiamo costantemente difenderci da qualcosa o qualcuno.
Non è vita, questa, ha detto.
*
Chiariamo subito che quando Doppiovubi dice che sta vivendo
una vdm, non si riferisce soltanto a
se stesso. Parla dalla sua vita, ma descrive le vite di tutti gli altri, di
tutti noi, di tutti voi. Si guarda
intorno, con sguardo nuovo, da bambino, e finalmente cerca di vedere le cose
per quelle che sono, e si accorge, del tutto all’improvviso, che le vite di
tutti gli altri, oltre alla sua, sono vdm.
Affermazione forte, questa, non c’è che dire.
Affermazione pericolosa, non c’è che dire.
Doppiovubi, tu rischi che quel nucleo solido, quel nocciolo
duro di esseri umani che ancora si
racconta le balle, venga a dirti in piena faccia la classica frase, Ma chi ti credi di essere - parla per te - la
mia vita è perfetta così com’è - come ti permetti.
Doppiovubi decide di rischiare, sfida – sapendo già di
perderla, la sfida, ma lui è fatto così, altrimenti non sarebbe Doppiovubi -
quel nocciolo duro, e ripete, Personalmente vedo intorno a me soltanto delle
gran vdm. E spinti, buttàti contro il
muro, tutti costoro che dicono che tutto
sommato la vita è bella, quando a loro viene gridata in faccia, a duecento
chilometri orari, la Domanda, che li investe prima che possano razionalizzare, prima che il software con il quale sono stati
pazientemente programmati sin da quando erano bambini molto piccoli non venga
lanciato nel cervello con un autorun
di emergenza, la domanda che li investe e provoca loro uno shock addizionale, Com’è davvero la tua vita, Com’è davvero la tua vita¸ abbassano lo sguardo e cessano di
mentire. Dopo, forse, nella loro cameretta, piangeranno.
Ma chi sei, tu, Doppiovubi, per giudicare? Chi pensi di
essere, tu, per valutare le vite degli altri?
Già, chi è Doppiovubi.
Già.
*
E non è una questione di amore.
Doppiovubi ama il Condore, e ama la sua piccola Daria. Ma
questo amore non rende la sua vita diversa da quello che è. Anzi, l’amore che
nutre verso di loro rende ancora più amara la vita che sta vivendo.
La trappola è proprio questa. Certo, hai una vita apparentemente dm, ma guarda alle cose
belle che ti circondano! Hai una famiglia che ami, e che – sperabilmente – ti
ama.
Il substrato fecale della vita che vive Doppiovubi, che
viviamo tutti noi, che vive anche il Condore e che purtroppo vivrà la piccola
Daria, circonda ogni cosa, e col suo alone marrone toglie bellezza alla
bellezza.
Col tempo, quel substrato fecale, non lo senti più.
E così, maledizione, ci giochiamo anche la bellezza che pur
ci sarebbe.
*
E Doppiovubi disse che è un problema della civiltà moderna,
e quando Doppiovubi aveva detto che è un problema della civiltà moderna, PIM gli
aveva ribattuto, allora nell’800 gli uomini secondo te si svegliavano felici e
sorridenti, No, aveva replicato Doppiovubi, per niente, all’epoca avevano
problemi veri, di sopravvivenza, e il
paradosso è proprio questo: adesso avremmo
l’opportunità di essere felici, perché abbiamo – almeno in Occidente – superato
il problema della sopravvivenza, eppure le nostre vite, proprio adesso che
potrebbero decollare, rimangono
impastoiate nell’Orrore.
E PIM aveva detto, Eh sì.
*
Chiariamo anche un’altra cosa, Doppiovubi non si riferisce
alla sua esperienza di vita personale.
Non sta rimpiangendo niente, non
guarda con melanconia agli errori fatti, non ha rimorsi di alcun genere. Sta
parlando del contesto in cui si
muove, non sta criticando la sua vita,
sta giudicando - e attaccando - l’ambiente, lo spazio nel quale la sua vita, e
le vite di tutti gli altri, si dipana e si dipanano, ora per ora, giorno per
giorno.
*
Si può ben dare il caso che uno psicologo, razza che comunque resiste ed è ancora in circolazione,
si imbatta in questo post per puro caso, e lo legga e alla fine succhiandosi la
stanghetta dell’occhiale sancisca convintamente, Questo è un chiaro caso di depressione. A questo ipotetico
psicologo Doppiovubi dice, Non hai capito
niente, amico, e anzi, se pensi di aver capito questo, allora
sei lontano anni-luce dalla verità.
Perché anche tu, caro amico psicologo, stai vivendo la
stessa vita che sta vivendo Doppiovubi, anche la tua è una vdm.
Ci sei dentro anche tu, mani e piedi. Forse più degli altri.
*
E non è Dio, la salvezza, nemmeno per quelli che ci credono.
Perché il principe di questo mondo non è Dio. Lui si occupa soltanto della fase
due, quella immateriale. Quella che verrà dopo. Ma ora siamo qui.
*
E la consapevolezza dell’Orrore non si può trasmettere e
insegnare. O lo capisci, o non lo capisci. Per questo il post di oggi sarà
compreso da un piccolo gregge, un due per cento, o forse nessuno. E comunque, a
riconoscere l’Orrore, ci devi arrivare da solo.
Sotto questo profilo, il post di oggi è del tutto inutile.
*
Un’altra trappola è quella dei piccoli piaceri, dei conforti
temporanei, un giorno di sole e cielo azzurro, forse qualche soldo in tasca in
più e magari inatteso, un po’ di buon cibo, qualche soddisfazione sessuale,
magari transitoria, o qualche soddisfazione chimica e neurologica, qualche
evento lieto, un gesto di amicizia, uno sprazzo di bellezza, un momento di
umanità. Tutto questo ti fa dire, Beh, forse non è proprio così male, tutto
sommato la vita è bella, andiamo
avanti. Magari cerchi di sommare, anche tra loro, altri piccoli piaceri
quotidiani, magari cerchi di evitare il dolore. Perché si sa, l’ha scritto
tante volte anche Doppiovubi, che le cose non vanno sempre male.
E così, si naviga a vista.
E ti chiedi, sino a quando le cose andranno “bene”.
Fino a quando.
Ma l’Orrore è sempre lì, che ci circonda. Questa onda nera,
questo fumo scuro, è intorno a noi, e intorno alle cose. Non ci molla, mai.
I sollievi sono temporanei.
L’incubo è ancora lì.
*
E in questa trappola cadono costantemente quelli che non si
accorgono dell’Orrore.
*
Non ci salveranno dall’Orrore i fondi comuni di
investimento, i bitcoin, Twitter, Facebook, e la crociera e la
certificazione di qualità ISO e il tablet
e il pilates e e la Smart-TV HD e l’ebook reader e la lavastoviglie che lava
bene anche con l’acqua fredda e il bike-sharing
e Beppe Grillo e il referendum e lo snellimento della burocrazia e il commercio
equo e solidale e lo sviluppo sostenibile e le chiamate illimitate, e la birra con gli amici e la riforma elettorale e il detersivo che
elimina il 99% dei batteri e la redistribuzione delle ricchezze e le news e la libertà di espressione e l’acqua
bene pubblico e la Juventus e lo spritz e il Milan e gli occhiali da sole e l’Inter e la normativa anti-riciclaggio
e le raccolte di fondi per aiutare questo e quello.
Nulla di tutto questo potrà salvarci dall’Orrore. Tutto
questo, al contrario, ci consegna nelle
mani dell’Orrore.
*
E nel post di domani, forse, se gli rimarranno sufficienti
energie per farlo, Doppiovubi cercherà di indicare l'unica via d’uscita.