Come convogliare l'innesco mantenendo ben saldo lo scettro (1)
Per puro caso, ma il caso non
esiste, quindi – ricominciamo - secondo la necessità e quanto doveva accadere,
anzi, se doveva accadere è già accaduto, con l’unica particolarità che non si
conosce ancora, quindi – ricominciamo – secondo la necessità e in base a quanto
era già accaduto, ecco, così va bene, possiamo cominciare davvero.
*
Secondo la necessità, e in base a
quanto era già accaduto, Doppiovubi prese la linea gialla della metropolitana e
sbarcò alla fermata Zara. Assorto nei suoi pensieri, cercava una scala mobile
per uscire. Trovatala, distrattamente si girò alla sua destra e vide delle
strisce di color violetto, e un’area tutta nuova e quindi tutta pulita.
Incuriosito, si accorse che si trattava della nuova linea del metrò, quella che
dovrebbe chiamarsi lilla. Stava quasi per andarsene, quando vide attraverso una
fenditura alcune persone che stavano aspettando, come si dice, il convoglio – convoglio è una parola
bellissima, convogliare significa fare la
strada assieme, in francese, convoyer,
e infatti in origine convogliare significava scortare, accompagnare a scopo
protettivo, lo fecero le navi da guerra con i bastimenti che portavano oro e
merci preziose, o anche cibo, o munizioni, e convogliare è un verbo transitivo,
si potrebbe in teoria dire Io convoglio la mia fidanzata a casa, e verrebbe
fuori una frase meravigliosa, perché qualcuno – magari la fidanzata medesima - potrebbe
travisare e pensare che anziché convogliare, il verbo sia convolere, e
lusingarsi così, pensando a soluzioni della serata particolarmente turpi e di
fornicazione, questo qui mi convuole, mi sta fortemente convolendo, ma non
adesso, bensì addirittura a casa, e quindi chissà che cosa ha in mente, ma se
pensa di farcela stasera stessa, così facilmente, ebbene, se lo può scordare, e
questo potrebbe dare il via a un gioco di malintesi incrociati, Ma come, io la
accompagno a casa per difenderla dai malviventi e lei si dimostra così stranamente
distaccata, e sarebbe questo il ringraziamento, io le donne proprio non le
capisco, non siamo per niente adatti l’uno all’altra, Ecco, i soliti uomini, se
non dài loro quello che desiderano ecco che subito ti piantano il muso, questo
vuole soltanto quella cosa là, meglio lasciarlo perdere prima che sia troppo
tardi – dunque alcune persone stavano aspettando il convoglio quando Doppiovubi
vide una cosa stranissima che lo spinse a scrivere questo post, potremmo anche dire
l’innesco di questo post – innesco è
un’altra parola bellissima, significa letteralmente mettere l’esca all’amo, e potremmo continuarci facilmente la storia
del ragazzo e della ragazza, perché i presupposti ci sarebbero tutti quanti, ma
così non ce la faremo mai ad arrivare in fondo, sì, che gran cosa arrivare in
fondo, ma perché necessariamente arrivare in fondo, chi ha detto che si debba
arrivare in fondo, e poi, in fondo a che cosa, non esiste la fine di una
storia, ci sarebbe solo se finisse il tempo, ma il tempo per ora continua, e
chi può dire quando davvero finisce una storia, e allora, giusto per dare un
segnale di forza, di comando, e far capire che Doppiovubi tiene saldamente lo
scettro della situazione – e anche la storia di scettro è strana, perché il termine deriva dal verbo greco “appoggiarsi”,
appoggiarsi dunque al bastone, che era il bastone di comando, ma serviva
appunto come appoggio, e se anche materialmente non serviva come appoggio, per
i greci la parola significava e significa ancora oggi comunque appoggiarsi,
come se oggi lo chiamassimo appoggiatore, ma se uno si appoggia significa che
ha bisogno di appoggiarsi, e quindi o è stanco o è malato, e ambedue le cose
non sono molto compatibili con il comando, o per lo meno con un senso di
comando solido come quello che oggi evoca la parola, quindi con un senso di forza¸ e infatti nel tempo lo scettro,
da bastone su cui appoggiarsi, appunto, si è accorciato sempre di più, è
diventato un bastoncino, evocando
simbolismi di natura freudiana, oppure in altri casi si è allungato a dismisura,
basta guardare a una certa iconografia di gente strana e complessata come
Napoleone, che aveva tra le mani uno scettro lunghissimo, che ne superava anche
l’altezza, basta poco, direte voi, e comunque appunto Doppiovubi ha ben saldo
lo scettro del potere e applicando la regola di G. – secondo cui ti leggono
solo se scrivi venti righe o giù di lì, a meno che non ti amino già –
Doppiovubi rimanda a domani la fine della storia della metropolitana, ormai
pienamente innescata, e di ciò che – stranissimo – vide in mezzo alla folla che
aspettava il convoglio.
W.B.