Come convogliare l'innesco mantenendo ben saldo lo scettro (1)

Per puro caso, ma il caso non esiste, quindi – ricominciamo - secondo la necessità e quanto doveva accadere, anzi, se doveva accadere è già accaduto, con l’unica particolarità che non si conosce ancora, quindi – ricominciamo – secondo la necessità e in base a quanto era già accaduto, ecco, così va bene, possiamo cominciare davvero.
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Secondo la necessità, e in base a quanto era già accaduto, Doppiovubi prese la linea gialla della metropolitana e sbarcò alla fermata Zara. Assorto nei suoi pensieri, cercava una scala mobile per uscire. Trovatala, distrattamente si girò alla sua destra e vide delle strisce di color violetto, e un’area tutta nuova e quindi tutta pulita. Incuriosito, si accorse che si trattava della nuova linea del metrò, quella che dovrebbe chiamarsi lilla. Stava quasi per andarsene, quando vide attraverso una fenditura alcune persone che stavano aspettando, come si dice, il convoglio – convoglio è una parola bellissima, convogliare significa fare la strada assieme, in francese, convoyer, e infatti in origine convogliare significava scortare, accompagnare a scopo protettivo, lo fecero le navi da guerra con i bastimenti che portavano oro e merci preziose, o anche cibo, o munizioni, e convogliare è un verbo transitivo, si potrebbe in teoria dire Io convoglio la mia fidanzata a casa, e verrebbe fuori una frase meravigliosa, perché qualcuno – magari la fidanzata medesima - potrebbe travisare e pensare che anziché convogliare, il verbo sia convolere, e lusingarsi così, pensando a soluzioni della serata particolarmente turpi e di fornicazione, questo qui mi convuole, mi sta fortemente convolendo, ma non adesso, bensì addirittura a casa, e quindi chissà che cosa ha in mente, ma se pensa di farcela stasera stessa, così facilmente, ebbene, se lo può scordare, e questo potrebbe dare il via a un gioco di malintesi incrociati, Ma come, io la accompagno a casa per difenderla dai malviventi e lei si dimostra così stranamente distaccata, e sarebbe questo il ringraziamento, io le donne proprio non le capisco, non siamo per niente adatti l’uno all’altra, Ecco, i soliti uomini, se non dài loro quello che desiderano ecco che subito ti piantano il muso, questo vuole soltanto quella cosa là, meglio lasciarlo perdere prima che sia troppo tardi – dunque alcune persone stavano aspettando il convoglio quando Doppiovubi vide una cosa stranissima che lo spinse a scrivere questo post, potremmo anche dire l’innesco di questo post – innesco è un’altra parola bellissima, significa letteralmente mettere l’esca all’amo, e potremmo continuarci facilmente la storia del ragazzo e della ragazza, perché i presupposti ci sarebbero tutti quanti, ma così non ce la faremo mai ad arrivare in fondo, sì, che gran cosa arrivare in fondo, ma perché necessariamente arrivare in fondo, chi ha detto che si debba arrivare in fondo, e poi, in fondo a che cosa, non esiste la fine di una storia, ci sarebbe solo se finisse il tempo, ma il tempo per ora continua, e chi può dire quando davvero finisce una storia, e allora, giusto per dare un segnale di forza, di comando, e far capire che Doppiovubi tiene saldamente lo scettro della situazione – e anche la storia di scettro è strana, perché il termine deriva dal verbo greco “appoggiarsi”, appoggiarsi dunque al bastone, che era il bastone di comando, ma serviva appunto come appoggio, e se anche materialmente non serviva come appoggio, per i greci la parola significava e significa ancora oggi comunque appoggiarsi, come se oggi lo chiamassimo appoggiatore, ma se uno si appoggia significa che ha bisogno di appoggiarsi, e quindi o è stanco o è malato, e ambedue le cose non sono molto compatibili con il comando, o per lo meno con un senso di comando solido come quello che oggi evoca la parola, quindi con un senso di forza¸ e infatti nel tempo lo scettro, da bastone su cui appoggiarsi, appunto, si è accorciato sempre di più, è diventato un bastoncino, evocando simbolismi di natura freudiana, oppure in altri casi si è allungato a dismisura, basta guardare a una certa iconografia di gente strana e complessata come Napoleone, che aveva tra le mani uno scettro lunghissimo, che ne superava anche l’altezza, basta poco, direte voi, e comunque appunto Doppiovubi ha ben saldo lo scettro del potere e applicando la regola di G. – secondo cui ti leggono solo se scrivi venti righe o giù di lì, a meno che non ti amino già – Doppiovubi rimanda a domani la fine della storia della metropolitana, ormai pienamente innescata, e di ciò che – stranissimo – vide in mezzo alla folla che aspettava il convoglio.

W.B.


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