Le Cronache di Doppiovubi Carabiniere (8)
Non è
come nei film. Il rumore che provoca l’esplosione di un singolo colpo di
pistola è assordante.
I due
ausiliari, a questo punto del racconto, appoggiarono le stecche sul tavolo da
biliardo e mi dissero di seguirli. Andammo tutti e tre nella stanza dove avevo
lasciato la mia borsa sulla sedia ai piedi del letto.
Accesero
la luce. Il bresciano che dormiva nell’ultimo letto nel frattempo si era
svegliato ed era seduto in mutande, ancora rincoglionito dal sonno. Mi disse
bofonchiando, Ciao. Ciao, gli risposi.
Uno dei
due mi spiegò com’era andata.
Vedi, si
è seduto qui, proprio qui sul tuo letto, con la schiena rivolta al muro. Poi ha
preso il cuscino e se l’è appoggiato sul petto, così. Ha preso la sua pistola,
e l’ha appoggiata sul cuscino, puntata sul cuore.
Ha
sparato.
Non è
come nei film. La pallottola non provoca un forellino.
La
pallottola calibro 9 ha passato il cuscino, ha sfondato la gabbia toracica, ha
spaccato il cuore, è uscita dall’altra parte, dalla schiena.
Mi
mostrò un buco nel muro, rotondo, profondo un paio di centimetri e di pari
diametro.
La
pallottola ha bucato il muro, ma non si è fermata. E’ rimbalzata con questo
angolo - disegnò un percorso col dito indice - e si è diretta verso la porta a vetri della stanza, là.
Ci
girammo tutti verso la porta di legno a vetri. Vi si distingueva chiaramente un
riquadro di venti per trenta, nuovo, pulitissimo e di un vetro parzialmente
diverso dagli altri cinque.
La
pallottola ha avuto ancora la forza di spaccare quel vetro, e di uscire in
corridoio, dove ha terminato la sua corsa contro il muro opposto. Per fortuna
in corridoio, in quel momento, non passava nessuno. Quando siamo arrivati la
scena era tremenda.
Non è
come nei film. La pozza di sangue è enorme. Provate a versare cinque bottiglie
da un litro e mezzo su un letto, e poi sappiatemi dire il risultato.
Mi
avvicinai lentamente al buco nel muro, quaranta centimetri proprio sopra il
cuscino. Avevano ritinteggiato da poco, il muro era bianco, ma il foro era
rimasto.
Forse, per ricordare. Forse, per rispetto.
Misi il
dito nel buco. Come Tommaso.
Pensai,
Non vivrò giorni felici, qui.
(segue)