Le Cronache di Doppiovubi Carabiniere (11)



Dotazione classica di Doppiovubi per la guardia notturna: due libri - generalmente un saggio e uno di narrativa -, radiolina, miniTV portatile SONY a colori - regalo del padre della fidanzata, quello amico del maledetto colonnello (*) - carta e penna per scrivere le sue memorie - blog ante litteram - o comunque pensieri varii, oltre alla immancabile Settimana Enigmistica. Grazie a tutti questi sagaci seppur banali accorgimenti, Doppiovubi riusciva a tirare le tre, tre e mezza al massimo, ma verso quell’ora invariabilmente il sonno arrivava, implacabile e invincibile. Provate a stare chiusi in un box, soli in mezzo al nulla, a far la guardia al niente - soltanto qualche gatto randagio ogni tanto - e vedrete che verso le tre e mezza del mattino le palpebre peseranno svariati quintali. Per svegliarsi, ogni tanto Doppiovubi era costretto a uscire al freddo e al gelo, e a fare quattro passi intorno al box. Ma al rientro, niente da fare, il sonno si ripresentava. Per la verità tutti i carabinieri, che facevano le guardie notturne, un pochetto - mezzoretta circa - dormivano, e il sottufficiale che controllava non ti diceva niente se ti trovava a russare, o meglio, fingeva di cazziarti, giusto per salvare le apparenze. Una volta Doppiovubi, verso le quattro di mattina, si alzò per vincere il sonno, e passeggiò all’interno del box, perché non voleva prendere freddo. Dopo cinque minuti buoni si accorse che stava dormendo in piedi, senza essere appoggiato a niente, nemmeno alla parete. Letteralmente negli ultimi cinque minuti aveva dormito, e si era svegliato di soprassalto e aveva scoperto che stava russando in piedi, in perfetto equilibrio, come i cavalli, che però hanno quattro zampe e un baricentro diverso. Un po’ come avere un colpo di sonno guidando - farsi un sognetto, e scoprire che si è guidato per chissà quanti secondi dormendo, sarà capitato anche a voi. A me sì, sulla Paullese in piena notte con una nebbia fittissima, penso di aver dormito un minuto buono guidando su un raro rettilineo, quando ti svegli ti prendi il cosiddetto spaghetto, e a quel punto la scarica di adrenalina ti toglie il sonno definitivamente.
Orbene, ecco che una mattina, verso le cinque, accadde un fatto terribile.

(segue)

W.B.

(*) Il padre della fidanzata di Doppiovubi si era recato in Giappone per lavoro e aveva portato qualche “regalino” in Occidente per parenti e amici, tra cui il miniTV, avveniristico per l’epoca. Oggi - teoricamente - funzionerebbe ancora, peccato che col famigerato digitale terrestre i canali non li prende più, ci vorrebbe un miniDecoder.

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