L'Italia giusta

Se digitate www.bersani2013.it comparirà sul vostro schermo la bella faccia di Pierluigi Bersani.
Qualche preliminare osservazione sulla fotografia.
1. La parte alta del cranio è stata opportunamente elisa al fine di omettere la calvizie.
2. Giocondianamente, il vincitore delle Primarie sfoggia un sorriso che non è un sorriso; Doppiovubi lo ha osservato a lungo per carpirne il segreto ma non è arrivato a nulla. Sembra che sorrida, ma in realtà è serio (vocabolo che amano molto all'interno del PD, sin dai tempi del Professor R. Prodi), naturalmente a causa del momento di difficoltà del Paese (altra espressione molto usata dal Partito): in tempi di crisi mica si può sorridere. A forza di osservare l'immagine del politico di Bettola (PC) ci si convince che alla fine sorride (o forse no). Sarà l'effetto del sopracciglio destro (sinistro per chi guarda) sollevato, alla Carlo Ancelotti. 
3. Si nota la mano sinistra - che a ben guardare contiene la destra - che occupa un buon venti per cento dell'incarnato esposto; e in questa porzione di corpo di Bersani campeggia una cosa, dorata: sì, è proprio la fede, o vera. Ben sarebbe potuta apparire la mano destra. Casualmente, viene rammostrato l'anello. Casualmente, chi guarda pensa inconsapevolmente al matrimonio. Casualmente, nel cervello di chi guarda può scattare una connessione elettrica inconscia, secondo cui Bersani è favorevole al matrimonio. Ma sono tutte coincidenze, è chiaro.
4. Chi ha studiato il linguaggio del corpo sa benissimo che per la posa è stato commesso un errore abbastanza marchiano: la mano che sorregge il mento è indice di stanchezza (tutti sanno che in momenti consimili l'uomo tende a sorreggere la testa, per una prova visitate una lezione universitaria di diritto costituzionale e potrete constatare le posizioni degli studenti); l'uomo politico non deve mai mostrare fatica o noia, bensì dinamismo e vigore. Sono pochissimi i politici che hanno sbagliato l'immagine in questo modo. In questo caso Bersani addirittura usa due mani per sorreggere il cranio.
5. La parte sinistra è in ombra; la luce proviene da destra, dal simbolo del PD, che in qualche modo illumina. Il Partito illumina. L'idea è buona.
Infine, un'osservazione di tipo linguistico.
Scrivere "l'Italia giusta", cioè una frase che non è una frase, una frase monca di verbo, una frase che aspetta qualcosa per essere completata, e poi aggiungere "VOTA PD", non può che richiamare una congiunzione. Inevitabilmente si leggerà "L'Italia giusta vota PD". Si sa che il cervello naturalmente va alla ricerca del completamento di una frase, e se non trova il detto completamento si impegna fino a realizzarlo. Per esempio, se scriviamo sei una grandissima testa di , il cervello si impegna fino a completare la frase. In questo caso il completamento è suggerito espressamente, seppur cammuffato in un classico e tradizionale imperativo categorico (VOTA) che richiama i bei tempi della Prima Repubblica.
Detto questo, una volta affermato che l'Italia giusta fa qualcosa (cioè votare PD) ci si chiede, vien spontaneo chiedersi: cosa fa l'Italia sbagliata? Non vota PD. In altri termini, chi non vota PD è sbagliato, fa parte di un Italia sbagliata. 
I casi di giudizi a contrariis , in campo elettorale, non sono stati tanti. Infatti ciò è abbastanza pericoloso.
E non è tanto pericoloso perché si ha paura di insultare chi non vota PD e ha già deciso di non votare PD (Bersani è fermamente convinto che chi non vota PD sia "sbagliato"), bensì perché il messaggio è diretto agli indecisi (tutti i messaggi elettorali sono per definizione diretti agli indecisi). Chi non ha ancora deciso a chi regalare una poltrona deve chiedersi, Io sono uno giusto?, e rispondersi, Se voto PD sono giusto, altrimenti sono sbagliato (e lo sono, sbagliato, perché lo dice il PD). Però c'è una quota di indecisi che inevitabilmente si sentirà giudicata e per spirito di orgogliosa contraddizione voterà da un'altra parte. Comunque lo staff di Bersani ci avrà ben pensato, e avrà valutato i pro e i contro.
L'ultimo che impostò la campagna elettorale così - sui manifesti - fu il buon Riccardo Sarfatti, che nel 2005 sfidò Formigoni alla Regione Lombardia. Sarfatti con coraggio fece stampare manifesti espliciti: "+ LEGALITA' - DESTRA" si poteva leggere in maiuscolo stampatello (e a fianco addirittura un "NO MAFIE"). Come dire, Se voti a destra nel migliore dei casi voti per chi favorisce i delinquenti (nel peggiore dei casi, lo sei, delinquente). Perse le elezioni. 
Per la cronaca, il povero Riccardo Sarfatti nel 2010 finì in fondo al Lago di Como con la sua auto, per un colpo di sonno occorsogli alla guida, dopo l'una di notte.

W.B.

Post scriptum del 3.1.2013: proprio stamane Doppiovubi ha visto per strada lo stesso manifesto con la effigie bersaniana ma in posa leggermente diversa, e con un'inquadratura diversa. In particolare, la cosiddetta pelata è completamente visibile (e questo rende il punto 1 di cui sopra inapplicabile alla versione modificata) e le mani sono scostate dal mento (e questo rende inapplicabile il punto 4 di cui sopra). Peraltro il punto 3 è vieppiù valido, in quanto nella nuova versione non c'è davvero alcun motivo per esibire l'anello coniugale.

Post scriptum del 22.4.2013: Bersani è riuscito a perdere le elezioni e si è dimesso da segretario del PD. A futura memoria, prima che scompaia dal web, ecco la sua immagine:

  

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