Il Ministro Doppiovubi

Doppiovubi ha sognato di essere Ministro dell'Economia.
Il Premier non era nessuno di noto. Doppiovubi era al suo fianco, alla sua prima uscita pubblica. Il Nostro indossava il suo vestito migliore e sedeva a un tavolo di una sala-riunioni. Tutto intorno giornalisti internazionali, pronti a fare domande.
Doppiovubi si rese conto che tutti parlavano inglese. Il Premier rispondeva in scioltezza. Doppiovubi temeva che lo interpellassero. Si limitava ad annuire quando parlava il Premier e tra sé e sé pregava sommessamente Fai che non mi facciano domande fai che non mi facciano domande.
La riunione terminò e nessun giornalista fece domande a Doppiovubi.
*** *** ***
Ma il sogno continua. La scena si trasferisce all'interno di una carrozza della metropolitana di una città imprecisata (non Milano, Doppiovubi lo deduce dal fatto che il vagone era pulito). Doppiovubi è sempre Ministro dell'Economia, ma stavolta è solo, senza Premier.
Il vagone è colmo di giornalisti. Questa volta non possono non fare domande a Doppiovubi. C'è solo lui, più una incaricata della Presidenza del Consiglio, una stagista siciliana cattivissima, chiaramente con la missione di riferire al Premier della performance di Doppiovubi. La carrozza è in movimento.
Tutti ondeggiano e Doppiovubi aspetta la prima domanda con ansia.
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Il primo - e, come vedremo, unico - a far la domanda fu un giornalista indiano, il quale si avvalse di un supporto multimediale, una specie di iPad ma di un formato inesistente, su cui scorreva una frase celebre di un letterato italiano del 1508 - che giustamente Doppiovubi non aveva mai sentito nominare ma che tutti i giornalisti internazionali conoscevano perfettamente. Ovviamente tutto era in inglese, anche la frase del letterato italiano del 1508. Doppiovubi nel sogno si accorse della stranezza, ma lasciò stare, cercò di capire il significato prima in italiano, e poi il senso della frase. La traduzione restituì a Doppiovubi una comprensione del 60%, mentre il discernimento del senso della frase, per Doppiovubi, si avvicinava allo zero%.
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Il giornalista indiano lesse la frase, fece un commento che Doppiovubi non capì, e poi formulò una domanda che Doppiovubi si sforzò di interpretare. Più o meno voleva dire Ministro Doppiovubi, come applicherebbe la frase del 1508 alla situazione economica italiana attuale? Tutti i giornalisti si guardavano e annuivano e aspettavano la risposta di Doppiovubi. La stagista siciliana fissò Doppiovubi e tra i due si stabilì un'intesa tacita, perché lei con lo sguardo gli comunicò So benissimo che non sei nessuno, sei fottuto, sarai smascherato e dirò tutto al Presidente, tu finisci male, e Doppiovubi la guardava rispondendole Ti prego abbi pietà di me cerca di capire la situazione drammatica in cui mi trovo.
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Doppiovubi prese il microfono in mano, si alzò in piedi ondeggiando - la metropolitana era sempre in movimento - e notò che tutti i giornalisti avevano un auricolare. Pensò Servirà pure a qualcosa, significa che da qualche parte c'è un gruppo di traduttori nascosti, e disse Signori, data la particolare difficoltà della domanda, e data la sua importanza, risponderò in italiano, e poi aspettò speranzoso la loro reazione. La stagista siciliana lo fulminò con lo sguardo.
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Fortunatamente i giornalisti non obiettarono e si prepararono ad ascoltare la traduzione, fissando un punto nel vuoto come tutti quelli che ascoltano una traduzione nell'auricolare.
Doppiovubi prese una specie di iPad, diverso da quello dell'indiano ma parimenti inesistente, e cominciò a scorrere con le dita la frase del 1508, nella speranza che - rileggendola - ci potesse capire qualcosa di più. Ecco, dunque, questa importante frase che abbiamo visto e sentito - prendeva tempo e intanto disperatamente scorreva il testo con le dita, ma il testo o andava troppo veloce, o si bloccava, oppure usciva dallo schermo a destra e a sinistra - ecco, questa frase...
Doppiovubi era disperato.
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Poi Doppiovubi ebbe un colpo di genio. Disse:
Ma perché dobbiamo fossilizzarci sul passato? Certamente, il pensiero dei geni dei secoli andati ci può essere d'aiuto, ma io penso che la società attuale, con i suoi problemi concreti, debba essere al centro dell'attenzione di noi politici - e qui Doppiovubi prese confidenza con l'uditorio, si rinfrancò e cominciò a passeggiare avanti e indietro per il vagone e addirittura si infilò una mano in tasca - guardate per esempio questa metropolitana in cui stiamo viaggiando, certo è buona, ma si può migliorare.
Doppiovubi era rinfrancato e rilanciato.
La faccia della stagista siciliana assunse un color grigio-topo.
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Doppiovubi parlò casinianamente del nulla per un buon dieci minuti. Non lo sentivano soltanto i giornalisti, ma tutto il treno, composto di viaggiatori normali, perché il microfono era collegato all'interfono.
I giornalisti ascoltavano, alcuni prendevano appunti, molti erano annoiati. Però, tutto sommato, pensò Doppiovubi, se la stava cavando abbastanza bene.
Quando ormai Doppiovubi pensava di avercela fatta, accadde il disastro.
*** *** ***
Un gruppo di donnette, con borse della spesa e facce chiaramente insulse, si avvicinò a Doppiovubi proprio mentre stava parlando e a voce volgarmente alta le maledette protestarono Adesso basta, stia zitto, ha proprio rotto i coglioni, eh? Non se ne può più! (*).
Queste parole finirono nel microfono e nell'interfono ed evidentemente furono tradotte dagli interpreti nascosti, perché i giornalisti risero saporitamente, e Doppiovubi implorò piano alle beghine Vi prego, no, basta, così mi rovinate, sshh, no, vi prego, ma le donnette vocianti come tante papere si pompavano osmoticamente a vicenda e si ringalluzzivano e starnazzavano il loro malcontento contro quel disturbatore col microfono e la mano in tasca.
La carriera politica di Doppiovubi era terminata, stroncata sul nascere.
La stagista siciliana socchiuse gli occhi, come un gatto che ha appena mangiato un bel pesce e sta per addormentarsi, e sorrise con perfida soddisfazione.

W.B.    
 
(*) Tutti sanno che il blog di Doppiovubi non riporta termini scurrili; in questo caso però la parola "coglioni" è stata pronunciata nel sogno, e Doppiovubi si è limitato a esercitare un diritto di cronaca.


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