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Doppiovubi, in questi ultimi tempi, è pervenuto a mettere la parola fine su alcuni grandi quesiti che da sempre lo occupano; la sua convinzione è quella per cui le risposte a cui è pervenuto non saranno mai più messe in discussione. Ed ecco Doppiovubi si è convinto, tra l'altro, che Dio esiste, ed è il Dio della Bibbia, che l'uomo non ha neppure un briciolo di libertà (o di "libero arbitrio") - se non quella immateriale e spirituale di credere in Dio -, che tutto è pre-determinato, che il tempo e il futuro - così come il passato - non esistono, che l'unica colpa dell'uomo - se di colpa si può parlare - consiste nel suo volontario e nefasto allontanamento da Dio. Da ciò derivano innumerevoli corollari.
Oggi, primo giorno del 2013, momento di grandi propositi, Doppiovubi vuole sciogliere un altro nodo importante. Anche in questo caso, si tratta di un tema cruciale. Doppiovubi per molti anni è stato in bilico sulla risposta; per qualche anno si è orientato in un senso, per qualche altro anno si è orientato nel senso opposto, a seconda delle sue esperienze contingenti.
Oggi finalmente Doppiovubi è in grado di darvi la risposta definitiva. Sì, ma di che cosa stiamo parlando?
In matematica il Delta è il simbolo del cambiamento, molto genericamente. Il cambiamento, la trasformazione.
La domanda è la seguente. L'uomo può cambiare, a seguito della sua volontà, la sua vita? E' possibile modificare il proprio carattere, la propria natura, le proprie inclinazioni? Oppure siamo condannati, per tutta la vita, a rimanere quello che siamo? Prima ancora, si deve capire se alla nascita siamo una tabula rasa, oppure no. Anche qui, tocchiamo quesiti che hanno impegnato scienziati e filosofi da sempre. Condizionamento genetico o ambientale? Tutti e due, probabilmente; sempre tenendo presente che, in un caso come nell'altro, sempre di condizionamento stiamo parlando, e quindi, ancora una volta, di libertà neppure l'ombra.
Se proprio Doppiovubi deve scommettere il famoso dollaro, lo scommette sull'ambiente e sul contesto. Tendenzialmente, ad avviso di Doppiovubi, siamo tavolette di cera, su cui l'ambiente e i modelli circostanti imprimono poco alla volta il nostro "futuro".
Doppiovubi scioglie la riserva, e afferma senza timore di esitazione che l'uomo può cambiare la sua vita, se vuole. Può cambiare, anche radicalmente, il suo carattere, le sue inclinazioni. Non c'è alcuna condanna.
Eppure, empiricamente, abbiamo mille evidenze del contrario; non appena l'uomo cerca di cambiare, di cambiarsi, irrimediabilmente c'è una forza che lo trascina verso quello che era prima. E così è invalsa l'opinione secondo cui, ad onta degli sforzi e della determinazione, non si cambia. Si resta quello che si è.
Secondo Doppiovubi la chiave è nel concetto di abitudine. L'uomo si abitua a tutto. Ogni abitudine, non appena acquisita, si rafforza sempre più. Ogni reiterazione del comportamento oggetto dell'abitudine, contribuisce a rafforzare l'abitudine medesima. Orbene, un'abitudine appresa da bambini si consolida e cresce, come una radice sotterranea, sino a quando non diviene inestirpabile. E quando si cerca di cambiarla, la si ritrova talmente solida che - dopo qualche tentativo - in genere si cede, ci si arrende, e si conclude - erroneamente - che l'uomo non può cambiare. E qui si annida l'errore. Secondo Doppiovubi, se sono occorsi, poniamo, quarant'anni per consolidare un'abitudine, non si può certo pretendere che un'abitudine contraria posta per alcuni mesi, o per alcuni anni, riesca ad opporre una forza uguale e contraria a vincere l'abitudine iniziale. L'iceberg si avvicina, mettiamo le macchine indietro tutta, il Titanic potrà forse rallentare, ma andrà comunque in collisione. Come ci si può illudere di vincere un'abitudine consolidatasi in quarant'anni, con uno sforzo di poco tempo? Non si sta qui affermando che per cambiare occorra, sempre e comunque, un tempo uguale e contrario. Se per quarant'anni un uomo ha fumato, non ha bisogno di altri quarant'anni di astinenza per smettere. Però occorre un tempo adeguato, durante il quale egli dovrà opporre la forza di una nuova abitudine contraria, e avere pazienza. Naturalmente la motivazione sarà fondamentale. Più la convinzione di poter cambiare sarà forte, più breve sarà il tempo necessario per perfezionare il cambiamento. E già avere la convinzione di poter cambiare, in sé, è importante. Molti si scoraggiano quasi subito e laconicamente ammettono, Sono fatto così, non cambierò mai. Ma provate a convincere quell'uomo che il cambiamento è possibile, e già saremo a buon punto sulla strada del miglioramento. Non arrendiamoci ai condizionamenti ambientali e della nostra storia personale.
A questo punto il critico lettore di Doppiovubi gli opporrà, Quanto stai dicendo è in patente contraddizione con l'assioma secondo cui l'uomo non è libero, assioma che tu stesso, e poco fa, hai posto come acquisizione consolidata. Non è così. Gli eventi accadono perché devono accadere; tu che stai leggendo questo post, per esempio, se "deciderai" (Doppiovubi usa le virgolette perché le decisioni, nel senso comune dell'espressione, a suo avviso non esistono) di cambiare è perché hai letto questo post, non certo perché con atto libero hai deciso di cambiare. Questo post, in qualche modo, ti ha condizionato. Tutto ti condiziona. Continuamente. I pensieri non nascono ex nihilo. Sono sempre indotti da qualcos'altro e sono causati da altro. Spesso da Qualcun altro, che agisce a livello immateriale (pensa Doppiovubi, grazie al παράκλητος).
Ogni effetto ha una causa. Spesso ci sono effetti che hanno una Causa. Quei particolari effetti sono straordinari.
Gli stessi pensieri di Doppiovubi, che lo hanno indotto a scrivere questo post proprio ora, hanno una causa che non è Doppiovubi, ma che semmai è in Doppiovubi. Noi non siamo il contenuto della nostra mente.
Ma non andiamo troppo lontano.
Doppiovubi vi lascia con questo augurio per il 2013.
In primo luogo che ciascuno di voi conosca se stesso,  ammonimento che costituisce la più importante e preziosa eredità del sapere antico per noi. Grazie a ciò potrete individuare dove vorrete andare, quale sarà l'oggetto del cambiamento. 

E poi Doppiovubi vi augura di comprendere che potete cambiare. E, naturalmente, di riuscire a farlo.
Buon anno, cari lettori.

W.B.

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