Come risolvere quasi tutti i problemi
Doppiovubi ha un amico che si chiama Giancarlo.
Giancarlo ha molte buone qualità. Tra le altre, egli sostiene di
saper ben valutare le persone. In effetti è vero, perché a suo tempo Giancarlo
puntò proprio su Doppiovubi.
Doppiovubi, come tutti sanno, è un cavallo molto lento, ma
nella seimila chilometri con soste e ritmo liberi, arriva indubitabilmente
primo.
Giancarlo, questo, lo capì quasi subito. Per questo puntò su
Doppiovubi, consapevole che non sarebbe mai rimasto deluso. In ogni caso,
Giancarlo non è il tipo che scommette tutto su un solo cavallo, anche se è il
migliore (il cavallo).
Doppiovubi, in Giancarlo, apprezza soprattutto l’equilibrio.
In particolare, Giancarlo sa, per così dire, godersi la vita, ma senza esagerare. In genere coloro i quali
desiderano il benessere, cadono nelle trappole tipiche dell’edonismo, per cui mangiano troppo, bevono troppo, fumano
troppo, etc. etc.; in poche parole, fanno
troppo quella specifica attività che ti fa sentir bene (chiamasi anche dipendenza). Giancarlo, invece, è l’unica
persona, che Doppiovubi conosce, a sapere esattamente quando smettere, e trova il punto di equilibrio che gli consente di
godersi la vita, ma senza subire alcuna conseguenza dannosa sul lungo periodo.
E questa è una grandissima dote, che Doppiovubi gli invidia, soprattutto perché
Doppiovubi – come tutti sanno – è facile preda degli estremismi: solo per fare
un esempio, Doppiovubi, da vegetariano che è, si sta spostando – lentamente ma
inesorabilmente - al veganesimo, e da vegano, con ogni probabilità, diventerà crudista, fino a ridursi – come qualcuno
ha profetizzato - a cibarsi di disgustose bacche e vomitevoli radici amare, in
una grotta del Tibet, con una barba bianca lunga sino all’ombelico e lo sguardo fisso
all’aurora (previsione che Doppiovubi ritiene corretta, tranne che per la storia dell’aurora). Nel frattempo, Giancarlo sarà a sorseggiare un buon Negroni, ma solo uno, e non di più, e il
suo fegato griderà felice, Io sto benissimo, dammene ancora (ma lui non lo
farà), mentre nugoli di belle donne – alle quali egli cederà (ma solo un po’) -, lo circonderanno festose
in un locale alla moda di Largo La Foppa. Ma questa non è l’apologia di Giancarlo, o, per lo meno, non
era stata pensata come tale, però Doppiovubi si è lasciato prendere la mano,
proprio perché non ha equilibrio.
Doppiovubi in realtà, come ben sapete, sostiene da diversi
anni la validità del wu wei, il
non-fare. Entrare nel flusso, non
opporsi al contesto – nemmeno quando questo si rivela drammatico; e ciò in
apparente contraddizione con il fatto che, come parimenti ben sapete,
Doppiovubi è un programmatore di prim’ordine, ed elabora piani su piani, exit strategies e tattiche degne dei
migliori condottieri della storia (ma sono soltanto giochi, Doppiovubi si
diverte così, lasciatelo fare, non fa del male a nessuno); per esempio, una
delle migliori strategie depistative di Doppiovubi consiste nel far credere al
prossimo di avere una strategia, mentre in realtà non ne ha nessuna.
A parte tutto, il wu
wei è una realtà, che si può sperimentare nella pratica quotidiana.
Orbene, l’amico Giancarlo – che adora le statistiche,
soprattutto quelle bizzarre – sostiene un postulato assolutamente corretto e
verificabile, e in piena consonanza con il non-agire: il novantacinque per cento dei problemi si risolvono da soli, senza
l’intervento del soggetto che li percepisce come problemi.
Come giustamente dice Giancarlo, il vero problema diventa solo quello di individuare quale sia il cinque
per cento in cui è necessario intervenire. Certo, si potrebbe obiettare,
come nel paradosso di Achille e la tartaruga, se anche questo è un problema,
nel novantacinque per cento dei casi si risolverà da solo, e accadrà qualcosa che ci indicherà che quello è
proprio il cinque per cento, ma a quel punto non sarà più il cinque per cento,
ma il novantacinque per cento del cinque per cento, e il problema non sarà più
quello di stabilire se… basta così, avrete capito.
Sta di fatto che la regola non soffre eccezioni. Quasi tutte
le volte in cui, per un contrattempo imprevisto (ma il caso non esiste, mettetevelo bene in testa) avete tardato ad attuare la strategia
risolutoria che avevate in mente, è accaduto qualcosa che ha risolto il problema senza il vostro intervento.
Bisognerebbe fare tesoro di queste esperienze. Credere di
più nel potere del flusso.
Affidarsi.
Doppiovubi ha sempre pensato che, dopo tutto, salire di corsa i gradini di una scala mobile,
per arrivare ancora prima, non ha
molto senso.
W.B.