Doppiovubi vi spiega come funziona l'economia
E' semplice.
Ordunque.
Doppiovubi si trovava su un treno inter-regionale per Venezia, durata infinita, ma costo accettabile. Poco lontano c'erano quattro ragazzetti - tre ragazzetti e una ragazzetta - che facevano i pirla. Uno portava il cappellino dell'Inter (infatti). Avranno avuto settanta anni in quattro. Andavano fino a Venezia, il capolinea (dopo, l'acqua).
Chiaramente squattrinati, avevano optato per l'inter-regionale (in sè, scelta ottima). Ridevano e scherzavano. Mai zitti un attimo. Doppiovubi era irritato perché non riusciva a concentrarsi nella sua importante lettura di Lee Child. Arriva il controllore - una specie di palestrato tatuato, sul vagone c'erano tipo due gradi e lui era soltanto in camicia, di qualche taglia inferiore per far risaltare la possente muscolatura - e gode come un matto nello scoprire che i quattro non hanno timbrato il biglietto prima della partenza (anche i sassi ormai sanno che va timbrato pena sanzioni draconiane); il palestrato estrae dalla tasca dei pantaloni - strettissimi, i glutei li fanno quasi esplodere - un taccuino con fogli gialli copiativi per compilare la cosiddetta multa. Qualche blando tentativo dei ragazzetti per farlo desistere, basato su puerili giustificazioni, ma lui gode, e serissimo compila. I quattro non ridono più perché prendono una mazzata economica straordinaria. Doppiovubi non ha sentito quanto è stata pesante la mazzata, ma ha visto con i suoi propri occhiali dei biglietti da cinquanta che sparivano dalle tasche dei ragazzetti e comparivano in quella del palestrato. Prima di pagare gli chiedono Se non paghiamo cosa succede, e il palestrato sadicamente Vi arriva la multa a casa, quindi i quattro si guardano, non dicono niente, ma tutti immaginano le facce dei padri e delle madri furenti e quindi lesti calano il grano, come direbbero loro. Insomma la gita è rovinata. Guardano in silenzio fuori dal finestrino, dopo aver tentato di incolparsi l'un l'altro per la mancata obliterazione.
Poco dopo lo stesso palestrato si avvicina a due ragazze - quarantadue anni in due - che andavano anch'esse a Venezia, e anche loro non sono in regola, ma al contrario. Il palestrato fa loro notare che hanno comprato il biglietto Frecciabianca, hanno speso qualcosa come ottanta euro in due solo andata, e per errore sono salite sul treno dei poveri. Le due ci rimangono male, hanno pagato più del doppio in euro e ci mettono il doppio del tempo. Gabbate, ma almeno non pagano multe.
Ecco, l'economia funziona così. Altro che derivati.
Trenitalia - quindi gli azionisti di Trenitalia - si sono intascati in pochi minuti un surplus di guadagno del tutto ingiustificato rispetto alle controprestazioni rese (controprestazioni invero del tutto infime). Se tutte le prestazioni e le controprestazioni fossero equilibrate, non ci sarebbero ricchi e poveri. I ricchi sono ricchi perché ti danno una cosa che vale uno e in cambio prendono cento. I poveri sono poveri perché prendono una cosa che vale uno e la pagano cento. Se uno riesce a pagare il giusto per avere in cambio qualcosa, ha buone possibilità di diventare ricco. Se uno continua a pagare tantissimo per un viaggio che vale poco o niente, ha ottime possibilità di finire su una strada.
Questa è l'economia, signori.
W.B.