Il mito della velocità (1)


Non so se avete notato che Matteo Renzi corre sempre, è sempre in movimento, non sta fermo un attimo, esce di qua, entra di là, parla al telefono - praticamente parla sempre al telefono, secondo me fa finta - stringe mani sconosciute al volo, si infila in macchina e la macchina parte prima ancora che la portiera sia del tutto chiusa tipo Generale Lee e i giornalisti e i cameramen sono costretti a inseguirlo trafelati per strappargli una battuta monosillabica, mai visto Matteo Renzi fermo davanti ai microfoni a parlare con calma e ponderazione o a fare pause di riflessione, eppure se ha vinto le cosiddette Primarie allora vuol dire che va bene così, questa è -dicono- la democrazia.
A mio avviso quella di Renzi è una strategia studiata. Visto che viviamo nell’epoca della Quantità - l’epoca della Qualità non è ancora arrivata, se mai arriverà - occorre fare un sacco di cose, più cose fai e meglio è, bisogna muoversi in fretta, non c’è tempo, questa è l’epoca del Bianconiglio con l’orologio al collo, Chi si ferma è perduto (sia detto per inciso, la velocità e la fretta sono sintomi di Paura, come vedremo). E’ l’epoca dei dati statistici, dove bisogna produrre di più per avere di più. Ovviamente solo la quantità si misura coi numeri, la qualità, la bellezza, è immisurabile, o incommensurabile (come pure la bruttezza), e quindi vivendo noi nell’epoca dei Numeri, dove tutto è numero e deve essere ricondotto al numero, bisogna privilegiare una Entità che sia misurabile, cioè appunto la Quantità. Quindi anche in politica non conterà più la bellezza delle cose, la Qualità dei provvedimenti, la giustizia e l’equità delle leggi create, ma il numero dei decreti fatti e i risultati numerici ottenuti (concetti introdotti per primo da S.B., che ogni tanto sciorinava liste di numeri per osannare il suo governo ma soprattutto se stesso). I risultati numerici ingannano, lo sappiamo bene, per la solita storia statistica dei due polli e delle due persone, di cui una continua ad aver fame, ma la scienza della Quantità non si occupa delle micro-situazioni, conta la macroeconomia, e l’economia deve essere sempre più globale e più mondiale e più macro, e più diventa mondiale, più il singolo poveraccio che piange nella sua cameretta perché non si sente uomo abbastanza da mantenere dignitosamente la sua famiglia verrà lasciato solo, perché Noi Pensiamo In Grande, c’è il Fondo Monetario Internazionale, chi se ne fotte della tua famiglia e delle tue frustrazioni, se potessimo faremmo un Fondo Monetario Interplanetario, arriverà anche quello con la scritta rotante tipo guerre stellari. Enrico Letta torna dalle visite ai kuwaitiani - che hanno il turbante in testa e il rubinetto d’oro in bagno - con in tasca cinquecento milioni di euro di investimenti in Italia, cosa ci faranno con quei cinquecento milioni non importa, l’importante è che siano tanti soldi, comunque, appunto, contano i numeri, ed Enrico Letta esulta e dice enfio in sala-stampa Come sono stato bravo, Come sono stato bravo.
Questa confusa introduzione ci dà lo spunto per parlare del mito della velocità, che è un tema complesso e dai mille risvolti. 
Su questo tema, visto che abbiamo molte cose da fare - siamo tutti molto impegnati -, cercheremo nelle prossime puntate di essere molto rapidi e stringati e di dire più cose possibili nel minor tempo possibile.



(segue)

W.B.

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