Il mito della velocità (11)



Dunque, secondo alcuni l’ottimo è nemico del buono.
Ma non secondo Doppiovubi (né secondo l’amico Alessandro Manzoni, a quanto pare).
A mio parere le azioni devono essere compiute perfettamente, e il buono - come il mediocre - sono da evitarsi.
A questo punto, le obiezioni che mi si potrebbero muovere sono -almeno- quattro.
La prima.
Doppiovubi, hai torto. Come abbiamo visto, l’ottimo è nemico del buono soprattutto perché la risorsa “tempo” è limitata. Se cerchi di fare tutto ottimamente, finisce che non porterai a termine nulla, o troppo poco. Meglio fare qualcosa benino, piuttosto che tentare di operare al meglio (*), e non finire niente, o far troppo poco, per mancanza di tempo.
Potremmo chiamare quest’argomento “argomento della mancanza di tempo”.
Risposta.
Non è contestabile che il tempo sia una risorsa limitata, è un dato evidente. Né è contestabile che compiere ottimamente un’azione richieda un tempo molto maggiore rispetto a quello occorrente per compiere la stessa azione bene, o benino (**). Ma dato che è parimenti fuori contestazione che sia meglio un’azione compiuta ottimamente che un’azione (la stessa) compiuta così così, la soluzione è nella scelta delle cose da fare.
First things first. Fai prima le cose più importanti (per te), e falle bene. Scegli quello che conta davvero, e dedicagli il tuo tempo. Se per te è più importante stare con tuo figlio, passa bene il tempo con lui, con qualità e intensità. Se per te ciò che conta è giocare alla Playstation, dedicaci il tempo che serve per giocare bene. Se per te è importante pregare, o mangiare, o quello che vuoi tu, fai prima - e soprattutto - quello. Quando avrai finito, se avanzerà tempo, farai anche le cose che ritieni meno importanti. In buona sostanza, è un problema di allocazione delle risorse. La scelta sta a te, non rifugiarti dietro al pretesto della “mancanza di tempo”. Se ritieni di “non avere tempo per fare tutto”, la soluzione non è “faccio tutto male nel tempo dato”, ma è tagliare e diminuire il numero degli incombenti, e lasciare per ultimi quelli che per te non hanno importanza, o ne hanno molta meno. Dato che la scelta implica responsabilità, e noi non le vogliamo, le responsabilità, preferiamo dire di “non avere tempo per fare tutto” e poi, in effetti, facciamo tutto (id est, non facciamo alcuna scelta esclusiva), e ovviamente lo facciamo male (***).
In sintesi, anziché far tutto male, fai qualcosa di meno, ma ottimamente.
La seconda obiezione è di natura psicologica, o meglio, psicopatologica.
Si dice infatti che il perfezionismo sia una malattia.

(segue)

W.B.

(*) In questi termini, la fattispecie assomiglia allo “knapsack problem” (o “problema dello zaino”), classico della ottimizzazione combinatoria.
(**) La curva del tempo occorrente ha una inclinazione che dipende dal tipo di azione di cui stiamo parlando. Una volta, l’amico MP disse che “tra il fare le cose male e farle bene, ci corre tanto così” (contestualmente avvicinando, a circa un centimetro tra loro, il polpastrello dell’indice a quello del pollice, e mostrandoli all’interlocutore con gesto scenico), e volendo intendere che basta un piccolo sforzo supplementare per far le cose bene anziché male. In realtà non è così: lo sforzo - e soprattutto il tempo richiesto - per fare una cosa ottimamente è di gran lunga superiore.
(***) Doppiovubi sa bene che qualcuno contro-dedurrà: tante volte non possiamo scegliere, siamo costretti a fare tutto. Evidentemente ciò è falso.

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