Trappola calabrese
Signore e Signori, ecco a voi un
nuovo incubo di Doppiovubi, fresco di giornata.
Doppiovubi scopre di doversi
sposare con una giovane calabrese, che non ha mai visto prima e che soprattutto
è orribile a vedersi. Si reca per la cerimonia nel paesino di lei, ovviamente, che
però si trova in provincia di Agrigento (!). In una squallida taverna
assistiamo a una sorta di pre-pranzo nuziale che dura circa tre ore con
centinaia di portate e una trentina di parenti calabresi. Doppiovubi è vestito
completamente di bianco: scarpe bianche e piatte e lunghissime e con la punta
acuminata, tipo spacciatore negro di Harlem, calzini bianchi sottili a coste,
pantaloni bianchi alla Tony Manero, giacca bianca troppo stretta con gardenia
bianca all’occhiello e camicia bianca con i fronzoli ricamati sul petto.
Doppiovubi ha con sé anche le fedi, che in un sogno parallelo, accaduto poco prima,
verso l’una, aveva rubato con destrezza a una comitiva di inglesi in gita in
Italia, mentre erano distratti ad ammirare delle terribili pentole di rame che
un imbonitore cercava di affibbiare loro, spacciandole per opere d’arte. Già
che c’era Doppiovubi ha sottratto agli inglesi anche una mazzetta di denaro, ed
esattamente cinquecento franchi francesi (!), che poi per tutta la durata del
sogno si è tenuto nella tasca anteriore sinistra dei pantaloni bianchi da
cerimonia, soldi che letteralmente gli scotterranno in tasca – in quanto provento del
reato – sino al risveglio. Si va davanti al prete calabrese e inspiegabilmente
Doppiovubi dice sì. La sposa è contentissima e tutti i calabresi sono
contentissimi. Per festeggiare tornano nella schifosa taverna e ricominciano a
mangiare. Mentre il fratello calabrese della sposa serve con un mestolo chili
di riso in ciascun piatto dei commensali, Doppiovubi accenna una timida
protesta, Non possiamo ricominciare a mangiare, è impossibile, sono pieno come
un uovo, ma come fate, al che il fratello calabrese della sposa si incazza come
una bestia e lo minaccia e pieno di aspirazioni (nel senso di pronuncia, non di
ambizione) gli fa capire che o mangia o fa una brutta fine. Dopo pochi minuti
tutti i calabresi si sono tolti giacche e camicie e rimangono a tavola felici e
sorridenti con le canottiere bianche con le spalline strette e Doppiovubi si
vergogna a svestirsi così ma memore delle minacce del fratello si mette anche
lui in canottiera, però tipo maglia della salute con collo a v. Il padre della
sposa prende a parte Doppiovubi e gli parla, l’uomo avrà due o tre denti in
tutto, e gli mette una mano pesantissima sulla spalla e gli fa un discorso del
tutto incomprensibile, sia nella sostanza, sia nella forma, e infatti Doppiovubi, un po’
per il dialetto, un po’ per i denti mancanti, non ci capisce assolutamente
niente. L’impressione è nettamente quella di essersi cacciato in un guaio grosso, e soprattutto volontariamente.
Doppiovubi riesce a sgattaiolare
fuori dalla sudicia taverna e fuori ad aspettarlo c’è il Condore che
stranamente non è incazzata con lui, per aver sposata un’altra nonostante la
incipiente gravidanza (del Condore), bensì ed anzi è solidale e gli fa, Ssst,
vieni con me, per di qua. Come fossero il prof. Langdon e la sua compagna, i
due si prendono per mano e si rifugiano nel bagno posteriore della taverna, si
chiudono dentro per parlare della drammatica situazione, in mezzo a cacca mal sciacquata
e mosche. Doppiovubi dice, E adesso come faccio, ho l’impressione che suo padre
voglia che io la metta subito incinta, è solo un’impressione, mi ha fatto un
discorso strano, e il Condore, Chissà cosa succederebbe se scoprissero che hai
una figlia con me e un altro in arrivo, Non oso pensarci, sospira Doppiovubi,
suo fratello mi ammazza. I due rimangono un po’ in silenzio, a guardare il
soffitto e a cercare soluzioni e poi lì, dentro il bagno, fanno l’amore
silenziosamente e teneramente.
Li interrompe un violento bussare
alla porta, e i due cercano di ricomporsi in fretta, e fuori bussano di nuovo,
e ripetutamente. Non c’è via di scampo, non c’è la finestrella sopra il cesso
attraverso la quale fuggire, in fondo è un sogno, mica un film.
Doppiovubi apre lentamente la
porta, cercando inutilmente di celare il Condore.
Fuori c’è un controllore ATM –
con tanto di borsello – che gli grida addosso:
“Che cosa ci facevate, in due,
chiusi nel bagno?”.
W.B.