Io amo il gelato alla follia
Doppiovubi era già pronto a
esercitar la penna sulla recente ordinanza del bravo sindaco di Milano, l’avv.
Giuliano Pisapia, figlio del celebre avv. prof. Gian Domenico Pisapia, noto (il
padre) per aver riformato il codice di procedura penale, dal quale (padre) ha
ereditato l’avviatissimo studio legale e non solo, e infatti anche il figlio si
esercita in riforme di importanti normative di tipo amministrativo o, meglio,
amministrativistico, ossia se sia possibile o meno vendere il gelato a una
certa ora della notte, e la risposta è sì, puoi vendere il gelato anche durante
la notte (basta che paghi le tasse e rispetti tutte le altre centinaia di norme
al riguardo), la questione non era semplice, ci sono vari interessi in giuoco,
tra cui primario quello del gelato a essere mangiato, perché, si sa, anche il
gelato ha i suoi diritti - non tanto il gelato in sé, ontologicamente, si discute
in biologia se i batteri, indubbiamente presenti nel gelato, siano animali o
meno, secondo alcuni lo sono, e gli animali hanno diritti, lo ha detto anche il
Papa, quello di prima, quello di adesso li mangia a quattro palmenti,
sembrerebbe (gli animali, non i gelati, ma forse anche i gelati), e comunque il prof. Boncinelli si è dichiarato contrario, i
batteri non sono animali -, e questa Amministrazione è sensibile ai diritti, e
quindi dopo interminabili discussioni e incontri e tira e molla si era deciso
che si può vendere il gelato anche durante la notte, ma è vietato trasportarlo,
facendo uso della mano, fuori dal locale dove l’hai comprato, e quindi uscire sul
marciapiede, e si sa che quando fa caldo e compri un gelato, tu in genere lo
mangi dentro la gelateria, sotto il neon, appoggiato con la schiena alla
tabella degli ingredienti, che se ti appoggi troppo cade, mica vai fuori a
prendere un po’ d’aria, gli è che bisognava conciliare i diritti dei residenti
a dormire – perché il giorno dopo bisogna lavorare,
produrre e guadagnare per poi pagare
regolarmente le tasse - e a non
subire gli schiamazzi di quelli che mangiano il gelato sul marciapiede durante
la notte, con i contrapposti diritti di quelli che schiamazzano sul marciapiede
col gelato in mano durante la notte, e si è detto, non possiamo vietare lo
schiamazzo, perché schiamazzare è un diritto – schiamazzare non è un diritto,
anzi, sarebbe un illecito – e allora anziché andare dritti alla soluzione del
problema, cioè intervenire con l’uso di manganelli, mitragliatrici col treppiede
e mezzi cingolati contro quelli che schiamazzano con i gelati in mano sul
marciapiede la notte, sarebbe stato un grave problema di immagine per l’Amministrazione
e per la nettezza urbana, sangue misto a pistacchio sul selciato la mattina
dopo, difficile da raschiare la miscela, ecco che questa Amministrazione era
intervenuta con l’arma più bella e simpatica che un’Amministrazione possa
tenere infilata nella fondina, Il Divieto, un bel divieto fresco di giornata
con tanto di verbale di accertamento, e sanzione, e bollettino postale, e
ricorso davanti al Giudice di Pace, e sentenza di rigetto del Giudice di Pace,
e iscrizione a ruolo, e cartella di Equitalia, e pignoramento e vendita all’asta
della macchina per fare il gelato, ammesso che sia pignorabile ma questa è un’altra
questione, a meno che non avessero multato direttamente i mangiatori di gelato,
ma la situazione allora sarebbe stata kafkiana,
perché il mangiatore di gelato a quel punto butta il gelato per terra, con la
punta del cono ovviamente rivolta verso l’alto, e scappa a gambe levate per i
vicoli della zona Navigli e mica puoi inscenare un inseguimento con macchine a
sirene spiegate e sparatorie tipo film americano, e stiamo parlando, signori,
del modo migliore di legiferare, ossia quello di prendere alla larga i problemi, come andare da Milano a Roma passando per
Ventimiglia, e tanto valeva allora concedere uno sconto fiscale sull’IMU
seconda casa a coloro i quali non portano il gelato sul marciapiede durante la
notte, ma avremmo avuto un problema di prova, risolvibile mediante l’allegazione
al modello UNICO o al 730 di una breve clip del contribuente, che lecca il
gelato sotto il neon appoggiato alla tabella degli ingredienti, felice, sudato
e con sconto fiscale incipiente, ammesso che una clip sia opponibile alla
Amministrazione finanziaria e con il conseguente problema di discriminazione di
quelli che non hanno i soldi per comprarsi un cellulare con videocamera, cioè
nessuno.
Doppiovubi stava per scrivere
appunto un post sulla spinosa questione Pisapia-Gelato, che PIM gli aveva
appena riferito, ed era tutto gasato, o gassato, perché se si dice acqua
gassata con due esse, come insegnava la ex di PIM, si deve anche dire che uno è
gassato, quando il bravo sindaco avv. Giuliano Pisapia, figlio dell’avv. prof. etc.
etc., ha fatto marcia indietro, elegantemente come si suol dire in questi casi,
e ha dichiarato che c’è stato un errore di interpretazione, e ha tolto il
terreno sotto ai piedi di Doppiovubi e infatti ha detto (in neretto le frasi
più poetiche):
“Purtroppo c’e’ stato forse un errore di interpretazione, un errore di
scrittura di una delibera che abbiamo gia’ rivisitato e rivisto. Anche ieri e
sabato era possibile mangiare il gelato di giorno e di notte”. E' quanto ha
detto il sindaco Giuliano Pisapia, interpellato riguardo alle polemiche sugli
orari di chiusura delle gelaterie in citta’. “Io amo il gelato alla follia - ha detto il primo cittadino - e quando si ama si ama sia di giorno sia
di notte. E’ del tutto evidente che se c’e’ stato un errore da parte nostra
questo errore e’ gia’ stato corretto. I milanesi, i non milanesi e i turisti lo
possono mangiare di giorno e di notte ovunque”, perche’ “gustarsi un gelato, di
giorno o di notte, in giro per la citta’ e’ splendido e chi ama il gelato come
me non potrebbe porre limiti”. Quella sugli orari delle gelaterie, ha
precisato, e’ stata “una decisione presa non dall’assessore ma dopo un
confronto. Probabilmente si e’ sottovalutato un problema, che abbiamo
superato”.
Meno male che l’amico MF, sempre
in tema di intelligenza di Amministrazioni comunali, è intervenuto segnalando
prontamente questo splendido cartello fatto apporre dal sindaco di Varazze:
Ma ormai è troppo tardi, il post(eggio)
di oggi è stato già fatto.
W.B.