Inquiring after the stink
- Riparleremo del tuo DOC, Doppiovubi. Non
credere di averla sfangata. Adesso raccontami, finalmente, della cucina della
vecchia.
- Va bene. Appoggio il sacchetto della
spesa per terra e vedo la fonte dell’orribile odore.
- Sono tutto orecchi.
- Due ciotole.
- Le ciotole non puzzano.
- Ma chi ci mangia dentro sì.
- Vuoi dire che…
- Voglio dire che nella casa della vecchia,
evidentemente, c’è un cane, o più cani.
- Da che cosa lo deduci?
- Dalle ciotole.
- Hai visto cani, Doppiovubi?
- Veramente, no.
- E come sai che in casa della vecchia ci
sono cani?
- Normalmente se c’è una ciotola per cani
in cucina, anzi due, una per l’acqua e una per i pezzettoni di carne e riso, c’è
un cane.
- Normalmente. E’ quel normalmente che ti
frega.
- La nostra vita si basa su deduzioni come
questa.
- E allora ragioniamo.
- Facciamolo.
- Se ci fosse stato un cane, e questo cane
avesse sentito aprire la porta, non sarebbe venuto a vedere chi era?
- Abbastanza. Magari stava dormendo.
- Impossibile, si sarebbe svegliato.
- Magari era chiuso sul balcone.
- Avrebbe abbaiato. I cani ci sentono bene.
- Magari è ammalato ed è in clinica
veterinaria.
- Hai detto che c’erano i bocconcini di
carne nella ciotola. Se fosse stato in c.v., non ci sarebbero stati i b.d.c.
nella ciotola.
- Mizzica, Ale, non ti facevo così lucido.
- Cosa vorresti dire?
- Niente, era un complimento.
- Mal riuscito. L’unica spiegazione logica
è che il cane sia morto da tempo, la vecchia non abbia elaborato il lutto e
continui a vedere un cane immaginario scodinzolare per casa e riempia le
ciotole, per poi buttarne via il contenuto, o speriamo di no, mangiarlo lei stessa.
- E l’odore, caro il mio Sherlock?
- Evidentemente era l’odore della vecchia,
caro il mio Watson.
(continua, l’intrigo)