Follow the flow
- Devi sapere che
hanno calcolato che il cervello quando “presta attenzione” a qualcosa ha a
disposizione soltanto 126 bit al secondo.
- Ma non ci
avevano sempre detto che il cervello è una macchina formidabile? 126 bit non
sono niente.
- Eppure è così,
come ti ho detto io. E’ la teoria di Csikszentmihaly. E pensa che di questi 126
bit, quando ascolti qualcuno, se ne vanno già 40. Il che spiega perché, quando
ti vuoi concentrare sul linguaggio e basta – senza volere prestare attenzione agli
altri segnali non linguistici – è molto meglio chiudere gli occhi, e non
guardare l’interlocutore. Motivo per cui la musica al buio ha tutta un’altra
efficacia.
- Scusa, ma i
miliardi di neuroni, allora, cosa fanno, dormono?
- Tieni presente
che sono impegnatissimi nell’elaborare tutto il resto. Stimoli visivi, uditivi,
olfattivi, tattili, funzioni biologiche e così via. In realtà l’inconscio è sempre
al lavoro. Mentre credi di essere “concentrato” su qualcosa, in realtà il 99,99
(e tanti altri nove) % del cervello si sta dedicando ad altro. Csikszentmihaly ha
scoperto il concetto di “flusso”, quando la tua attenzione è tutta dedicata a
qualcosa, e non ne rimane più, di attenzione cosciente, per il resto. Il
“focus”. Non esiste nient’altro.
- Lo zen.
- Proprio lui.
- Torniamo alla
tua storia. Eri rimasto al punto in cui stavi per entrare all’ufficio postale. Quando
la tua attenzione a 126 bit…
- Quando la mia
attenzione a 126 bit è stata improvvisamente distolta da un grido alle mie
spalle. Io e la Dariona ci giriamo di scatto e faccio appena in tempo a vedere
una signora anziana – molto anziana, diciamo proprio vecchia, è inutile usare
eufemismi – che cade lunga distesa e va con la fronte a collidere – dando una
botta terrificante – contro una cancellata di ferro.
- Aspide…!
- Parli
napoletano, adesso?
- Scusa, mi sono
lasciato prendere dall’emozione. E poi?
(continua)