Having a banana under the skin
- Al che
ovviamente io e la Dariona andiamo verso di lei a soccorrerla. E’ a terra
dolorante. Dopo la classica e inutile domanda, Signora, si è fatta male? (è chiaro che si è fatta male) e dopo la
sua classica e inutile risposta, Sono scivolata, non ho visto il gradino, in
realtà guardo bene e non vedo alcun gradino, nessuna sporgenza, nemmeno
millimetrica, nessun dislivello, nemmeno microscopico, forse a livello atomico
qualche difformità nel selciato, ma stiamo parlando di frazioni di angstrom, ci
deve essere stata, ma nemmeno percepibile da una formica, sta di fatto che
cerco di sollevare la tipa, poi penso che sia meglio lasciarla giù nel caso non
riesca a stare in piedi, nozioni di pronto soccorso non ne ho, solo quelle dei
telefilm, evidentemente finte, e così la metto seduta per terra con le gambe
distese e le sorreggo la schiena.
- Mi sembra la
miglior cosa che potessi fare, Doppiovubi.
- Hai nozioni di
pronto soccorso?
- No.
- Capisco. Allora
se non ti dispiace vado avanti.
- Volevo solo
dialogare.
- Hai ragione, scusa.
Intanto la Dariona cerca di ricomporre il sacchetto della spesa, che anche lui
è caduto, e i prodotti sono fuoriusciti e sono sparsi sul marciapiede. Il
sacchetto è troppo pesante per la bambina e così l’aiuto. Signora, mi faccia
vedere la fronte. La signora solleva i capelli e sotto c’è una cosa orribile,
un bozzo alto tre centimetri e lungo dieci, sembra che sotto la pelle ci sia
una banana che è stata innestata, e in più è blu e rossastro. Ricordo di aver
pensato, com'è possibile che un bozzo di quelle dimensioni cresca e si
sviluppi in pochissimi secondi. Al che comincio a preoccuparmi, perché dietro a
quel bozzo c’è il cervello, e se il cervello se ne va, ciao ciao.
(continua)