Lincoln

Doppiovubi è andato al cinema e ha visto "Lincoln" di S. Spielberg (quello de I predatori dell'arca perduta, ma per fortuna anche quello di Schindler's list).
A parte il doppiaggio di Lincoln, a cui si fa fatica ad abituarsi (ma che alla fine si accetta come ottimo), a parte alcuni attori del cast poco adatti (il Segretario di Stato di A.L. - l'attore David Strathairn - è praticamente uguale al sindaco di Milano Giuliano Pisapia (ma questo Spielberg non poteva saperlo); quando parla Tommy Lee Jones sembra che da un momento all'altro saltino fuori gli alieni di MIB con la microtesta e le bave (e questo Spielberg poteva immaginarlo); Bruce McGill, pur essendo un bravo attore, appartenente alla cosiddetta seconda fascia di Hollywood, non è credibile per essere passato prima in Miami Vice, Walker Texas Ranger e McGyver (e questo Spielberg avrebbe dovuto saperlo), a parte tutto questo il film è tenuto in piedi da:
- la caratura della figura di Lincoln;
- la magistrale interpretazione di Daniel Day-Lewis, ma anche di Sally Field;
- la musica di John Williams.
Doppiovubi si sente molto vicino alla figura di Lincoln: lento, riflessivo, temporeggiatore, stratega. Ovviamente Lincoln non ha fatto in tempo a conoscere Doppiovubi, altrimenti sarebbero diventati amici. Pazienza, si conosceranno nell'aldilà.

Quando il film è terminato - dopo l'assassinio del Presidente, momento emotivamente difficile, che fortunatamente Spielberg, con scelta intelligente, non ha mostrato - le luci si sono accese in sala, e Doppiovubi ha osservato le facce degli spettatori. Attoniti e provati. Riflettevano intensamente. La luce del grande uomo raccontato nel film li aveva in qualche modo illuminati, e risvegliati dal torpore della inutilità e della pochezza delle vite odierne. Nella sala aleggiava un clima di rispetto. Rispetto è la parola giusta. Silenzio e rispetto.
Uscendo, Doppiovubi ha pensato alla battaglia parlamentare per l'approvazione del XIII Emendamento, poi ha pensato a Berlusconi, Bersani, Casini, Monti, Ingroia, Vendola, Maroni, Di Pietro e Fini, ed è stato assalito da una tristezza sconfinata.

W.B.

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