De brevitate, ovvero, Di come anche un romagnolo possa laurearsi in Bocconi (prima parte)
Tutti sanno che su twitter
si possono inviare messaggi di una lunghezza massima di centoquaranta
caratteri; ecco, in questo momento siamo arrivati a centoquarantasei, e già non
potremmo andare su twitter. Il
successo di twitter – la Società
proprietaria vale ormai miliardi di dollari - è dato proprio da questa (cir)concisione
dei pensieri e della comunicazione.
Ma perché l’uomo – oltre un certo limite di lunghezza – in qualche
modo “si stufa”, “si rompe” e non vuole andare oltre e “molla il colpo”? Perché
un tweet di 140 caratteri si legge
con un certo entusiasmo, mentre quando si prendono tra le mani i quattro tomi
di Guerra e pace la voglia scompare
immediatamente? La risposta non è, Perché
il romanzo di Tolstoj è pallosissimo (il che, tra l’altro, è del tutto vero,
basti pensare ai dialoghi francesi della prima parte, che sgretolano la buona
volontà di chiunque, tranne quella di Doppiovubi e dell'amico MCD). Se avessimo un milione di tweet, seppur spassosi e
salaci, messi uno in fila all’altro, senza interruzione alcuna, l’effetto
sarebbe quasi il medesimo: dopo poco tempo, il soggetto desisterebbe. Per
converso, se frammentassimo il suddetto “capolavoro” del maestro russo in
mini-blocchi da poche righe ciascuno, probabilmente i lettori sarebbero molti
di più, come vedremo oltre.
Uno dei motivi per cui all’illustre Università Bocconi anche
soggetti che non hanno soverchia voglia di studiare danno gli esami con una
certa regolarità (al liceo, il compagno di banco storico di Doppiovubi era un
certo A.M., un romagnolo abbastanza duro di comprendonio – fu protagonista di
un famoso aneddoto per cui lo stesso A.M., dopo molti anni che l’aveva osservata
innanzi a casa sua, arancione su fondo grigio, guardando stranito l’insegna
CARIPLO, ebbe come una folgorazione improvvisa e puntando ritmicamente l’indice
verso la banca disse Ma che caz, caz, ma
quello…, caz!, vuol dire…, ho capito, caz, ca-ri-plo! , e scoprì il
significato dell’abbreviazione come se fosse stato il segreto di Fatima – ebbene
A.M. si iscrisse alla Bocconi e sorprendentemente, contro ogni pronostico, riuscì
a laurearsi, seppur in tempi biblici), è che la sagacia dei professori
bocconiani (della quale abbiamo avuto un importante saggio negli ultimi
quindici mesi) ha escogitato un sistema geniale, ossia, anziché chiedere a uno
studente romagnolo di memorizzare un tomo di mille pagine per un singolo esame
(ciò che potrebbe formare oggetto della sceneggiatura del nuovo capitolo della
saga, M:I-5 – Romagna’s Protocol, con
Tom Cruise nei panni del bocconiano romagnolo duro di capoccia), domandiamogli
di memorizzare dieci volumetti da cento pagine e di dimostrarci la sua
preparazione in dieci esametti separati, e lui probabilmente ce la farà. E
infatti, mission accomplished, A.M.
si è felicemente laureato (*) e – almeno fino a qualche tempo fa - era un anonimo
e svogliato impiegato, responsabile della contabilità in una sconosciuta ditta
che tratta il commercio di vetro all’ingrosso.
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Le cause di questo fenomeno – per cui l’attenzione e l’interesse
rivolti a una comunicazione breve reggono, mentre se sono orientati verso una
comunicazione lunga “calano a picco” - sono tante.
Vediamone qualcuna. No, anzi, visto che questo post sta
diventando troppo lungo, e la vostra attenzione sta scemando – in tutti i sensi – il seguito a domani.
W.B.
(*) Se siete interessati alle avventure di A.M., non avete
che da chiederlo via e-mail, e Doppiovubi vi accontenterà. Una per tutte, una
volta A.M. sosteneva che il dialetto romagnolo è complicatissimo e
incomprensibile a chi non appartiene alla meravigliosa terra di Romagna, al che
Doppiovubi disse Mettimi alla prova, e A.M., dopo averci pensato un po’, disse
fieramente Sun salì ansù ‘l trattur, dài,
forza, traduci, vediamo se ce la fai, visto che fai tanto il figo, al che
Doppiovubi gli disse quello che avrebbe capito chiunque senza alcuno sforzo, e
A.M. meravigliatissimo ed esterrefatto concluse Caz! Ma tu sai il romagnolo! Ma come caz hai fatto?!