O no?

Ciò che maggiormente conforta Doppiovubi sulla bontà del contenuto degli ultimi post (detto alla maniera autarchica, posti, sulla falsariga di pizze e tosti), è il numero di visualizzazioni.
Esiste una correlazione precisa, ormai, tra le cazzate e la massificazione e omologazione assoluta del pensiero. Il nesso – che ha ormai una altissima precisione matematica – è il seguente:
quante più persone la pensano in un certo modo, più il pensiero è sbagliato
e la correlazione è biunivoca:
se a pensarla in un certo modo sono in pochi, è molto probabile che il pensiero sia fondato.
Dato che gli ultimi posti non ‘spaccano’ (per usare un linguaggio giovan(il)e) questo per l’appunto suggerisce a Doppiovubi che egli è sulla strada buona, Doppiovubi, sei sulla strada buona, dice Doppiovubi a Doppiovubi, con una ormai notevole e irreversibile dose di sano bipolarismo.
Se ci fossero invece cinquemila visualizzazioni al giorno, o al minuto, come nel caso di Favij, allora meglio sarebbe dedicarsi alla caccia alle cimici (arte nella quale, peraltro, Doppiovubi è maestro, le cattura senza ucciderle, primo perché è animalista, secondo perché puzzano ove sbudellate con la ciabatta o la rivista, e non dimenticate che la cimice si finge morta, un po’ come il principito Sosa del Milan, che per ingannare gli avversari finge di essere addormentato e di non prendere nemmeno un pallone, speriamo che prima o poi tuttavia si svegli).
Doppiovubi, sei sulla strada buona.
In altre parole, se 99 individui su 100 pensano che tra il menestrello Bob Dylan e Philip Roth (per citarne solo uno tra i molti) il primo debba ricevere il P.N., e il secondo (o i secondi) no, sappiamo tristemente quanto vale – ormai – il P.N. (Doppiovubi propone di conseguenza Vasco Rossi per l’anno prossimo, i cui versi I bambini dell’asilo stanno facendo casino, ci vuol qualcosa per tenerli impegnati, ci vuole uno spino, ci vuole uno spino, come dirà l’Accademia ‘ben rappresentano la cultura europea post-post-moderna, in un’ottica critica scevra da conformismi ideologici bensì allineata in una forma poetica mai manierista, nella tradizione leopardiana e prima ancora del Poliziano, al sentire popolare più vero e genuino, lontano da spinte mass-mediatiche improntate al vile commercio; una poetica di denuncia della situazione educativa in cui versano gli asili occidentali, ove ormai, nei sublimi versi del Maestro Rossi, l’unica soluzione politica appare provocatoriamente essere quella della diffusione anche tra i più piccini di sostanze psicotrope’, segue applauso scrosciante e salita sul palco del Nostro, fintamente spaesato, con berretto verde militare alla Fidel Castro e occhiali da sole fascianti).
Quindi, speriamo che le visualizzazioni rimangano poche, anzi pochissime.
Il gregge è piccolo.
*
La prima cosa che dovete fare, per sopravvivere al Sistema, è non cercare lavoro.
Il lavoro non si ‘cerca’ (come se fosse un fungo nella boscaglia dopo la pioggia), perché se si dovesse sfortunatamente ‘trovare’, l’inghippo c’è. C’è qualcuno che te lo sta ‘offrendo’, e ciò significa che sei sul mercato del lavoro, e, amico mio, ormai sei f*****o (molto giovanile anche questa cosa degli asterischi). Quello che ti stanno gentilmente dando, non è il lavoro, ma un’altra cosa (avrete ben capito quale).
Il lavoro non si deve ‘cercare’, dunque, si deve ‘fare’. Bisogna imparare, studiare, saper fare, sapere pensare, e infine lavorare (non per qualcuno, ma con qualcuno, semmai). E poi ricominciare a imparare e ricominciare a studiare. Ma ne parleremo a fondo, miei cari, pochissimi, lettori.
D’altra parte, a conferma del fatto che ormai il concetto di ‘mercato del lavoro’ ha assunto contorni del tutto assurdi e surreali, basta digitare su Google ‘come trovare lavoro’ (titolo di posto che Doppiovubi ha provocatoriamente – come il Maestro V. Rossi - scelto qualche giorno fa), e verso la quarta pagina dei risultati, incredibile a dirsi, ma è proprio vero, troverete questo link


Doppiovubi pensava che fosse uno scherzo, una cosa ironica, invece è tutto vero. Ormai – pur di ‘trovare lavoro’ – è diventato ‘normale’ andare a lavorare in miniera. Ti consigliano come battere la concorrenza, con un buon curriculum, o comunque anche senza, e riuscire – speriamo bene di farcela – ad accaparrarsi l’ambito posto in miniera. Vi basta come prova? Vogliamo ammettere che siamo tutti quanti dentro un f*****o incubo? Oppure volete anche voi tentare la fortuna in Australia? Mamma, papà, vado a lavorare in miniera in Australia! Figliolo, bravo, buona fortuna, scrivici su Whatsapp e mandaci le foto della miniera! Sì, sì!
Non so se vi rendete conto a che punto siamo arrivati.
Proprio non so, se vi rendete conto a che punto siamo arrivati, voi sparutissimi – per fortuna – lettori di Doppiovubi il Terribile. Vogliamo fare qualcosa, o no?

O no?

(segue, sempre di più)

W.B.

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