Come col maiale


I like that man.
[Winston Churchill, riferendosi a Stalin]

“…il merito immenso, storico, secolare, delle armate organizzate dal genio di Stalin...
[Alcide De Gasperi]

E’ il momento giusto per chiarire un punto importante, direi decisivo.
Nessuno è depositario di un sistema di pensiero perfettamente ‘giusto’ e privo di contraddizioni. Detto in termini diversi, e molto meno elegante, qualche cazzata la dicono tutti, prima o dopo. E quando diciamo tutti, intendiamo proprio tutti. Anche i cosiddetti 'statisti'.
Ripetuto l’argomento in termini diversi, e de-soggettivato, possiamo affermare che qualsiasi sistema di pensiero (qualsiasi) presenta delle falle.
E così, se parliamo di comunismo, la teoria può presentare aspetti oggettivamente (?) apprezzabili (la massima parte, secondo Doppiovubi), e altri aspetti molto meno condivisibili (queste ultime considerazioni certamente non implicano che Doppiovubi, de plano, possa essere definito comunista). Che i sistemi comunisti, nel corso della storia, abbiano generato specifiche situazioni esecrabili, dubbio non vi è (o forse sì, bisogna comprendere se si trattava di vero comunismo o di aberrazioni chiamate indebitamente sistemi comunisti; sarebbe come dire che l'Islam è da condannare perché l'IS, che si definisce stato islamico, uccide i bambini, forse andrebbe detto, onestamente e correttamente, che l'IS non ha niente a che vedere con l'Islam, nonostante l'aggettivazione); ma da qui a impacchettare per bene la teoria comunista, e buttarla nella spazzatura indifferenziata, ce ne corre di strada (*). E’ il guaio delle ‘etichette’ e dei 'pacchetti completi', o tutto o niente. Prima di giudicare, valutiamo i contenuti, prima e indipendentemente da chi sta parlando (**). Nessuno sbaglia sempre, quando dice qualcosa, il pensiero manicheo è stato scartato da molto tempo (e anche in esso vi era qualcosa di buono). Forse Donald Trump qualche idea da non buttare via, ogni tanto, anche solo per errore, la formula.
Per esempio, e al contrario, Charles Fourier (non il matematico, quello della trasformata, bensì il filosofo utopista) ha detto in grandissima parte cose meravigliose e giustissime, ma anche sparato qualche puttanata colossale. Queste puttanate non possono, tuttavia, cancellare ciò che di buono (sì, molto) Fourier ha ideato e proposto.
E’ necessario, è fortemente necessario un collage. Il pacchetto completo, tante volte, quasi sempre, è inaccettabile; cerchiamo il c.d. meno peggio, perchè l'uomo non può – per definizione – ideare qualcosa di perfetto. Certamente è necessaria un'impostazione di base, non puoi essere un po' comunista, un po' liberale, un po' socialista. Devi avere una impronta generale, ma senza categorie stagne e senza etichette rigide, altrimenti, dentro la categoria, la libertà di pensiero svanisce (che è uno dei guai del partitismo).
Qualcosa di buono lo dicono tutti, così come qualcosa di sbagliato lo dicono tutti.
Non possiamo precluderci alcuna strada, è un peccato.
E’ come col maiale, non si butta via niente.
(segue)

W.B.

(*) Altro grave errore è dire, il comunismo non ha funzionato, è inapplicabile, quindi lasciamo perdere il comunismo; piuttosto, vediamo che cosa c'è di buono nel comunismo, e se nel comunismo c'è qualcosa di buono, cerchiamo 'di farlo funzionare', magari anche solo in parte. Doppiovubi crede che alcuni detrattori del comunismo approfittino strumentalmente, e in mala fede, di queste difficoltà e anche di alcune aporie, all'interno della teoria comunista, per sbarazzarsi in toto di un sistema di idee che sarebbe deflagrante e pericolosissimo, soprattutto nella società odierna, e per la società odierna. Per converso, vi sono alcuni che si definiscono comunisti, ma non lo sono affatto – altro tema che andrebbe approfondito -, con il che contribuiscono a diffondere un'immagine distorta dell'ideale comunista, con sommo gaudio degli avversari del comunismo, che a loro volta, magari, non sono reali avversari del comunismo, ma semplici avversari di coloro i quali, illecitamente e indebitamente, si definiscono comunisti.

(**) Il tema della coerenza tra quanto viene detto e il modo di vivere e di comportarsi di chi propugna le relative idee è un tema intrigante e sicuramente importante; per fare qualche esempio: la ricchezza personale di Engels stride con le sue proposte socio-economiche, ma dovremmo rigorosamente attenerci alla valutazione dell'oggetto (le sue idee), senza lasciarci influenzare dall'incoerenza del soggetto (al più tale incoerenza fonderà un giudizio negativo sull'uomo Engels (che tra una lotta proletaria e l'altra trovava il tempo di occuparsi del management delle aziende paterne) – ammesso e non concesso che abbiamo il diritto di giudicarlo – ferma restando la bontà – ipotetica – delle sue idee, e fermo restando che portava la barba più spettacolare di sempre); allo stesso modo, Seneca, che era ricco in modo spropositato, scriveva a Lucilio che occorre accontentarsi del poco, ma beveva acqua in calici di oro massiccio: rimane valido il pensiero di Seneca, anche se due sberloni in faccia, al filosofo stoico (!), non dovrebbe levarli nessuno, perché non è ammissibile che un uomo, attorniato da schiavi, beva stoicamente da un calice d'oro quando un altro uomo non ha di che vivere (e che poi dica, per di più, che occorre vivere con poco). Si ripete continuamente che contano gli atti (i fatti) più che le parole, affermazione tutta da dimostrare, se parliamo di corrispondenza tra il detto e il fatto. Il pensiero comunicato (che 'si stacca' dall'uomo, come l'opera d'arte si stacca dall'artista e vive di vita propria) si può (anzi si deve) giudicare senza remore (e senza pietà), l'uomo va giudicato un po' meno, a meno che uno non voglia essere il primo a scagliare la pietra (e si noti che di pietre ne scagliamo continuamente, tutti).

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