Ungratefulness
- Lasciamo perdere, via. Continua con la storia. - Beh, è quasi finita. La vecchia prende il telefono – un telefono anti-diluviano, una cosa del 1997 – e con una certa difficoltà chiama la figlia. Nel frattempo suonano al campanello di casa. E’ la vicina, quella che è caduta sette volte e che ha il marito in carrozzella, che viene a sincerarsi delle condizioni di salute della vecchia e che, tra parentesi, non fa una piega al terribile olezzo che c’è, il che mi fa pensare alternativamente che o ho un tumore al cervello, i cui primi sintomi sono le allucinazioni olfattive, oppure per tutti gli esseri umani il fetore è normale mentre per me no, il che ancora una volta mi dà la sgradevole impressione di essere anomalo , che finché si tratta di conoscenza e cultura mi inorgoglisce, ma quando si tratta di vita vissuta mi aliena e mi empie di frustrazione. Intanto sento la vecchia che parlando con la figlia al telefono dice Mi ha accompagnato a casa un signore tanto gentile, che adesso...