Gradisci un biscottino?

Nonostante il pessimismo di Doppiovubi, i quattro post sulla vita di Gottfried W. von Leibniz hanno riscosso un buon successo; il che significa tutto sommato che i lettori di Doppiovubi rappresentano pur sempre un nucleo di esseri umani che non si dedica soltanto ai tweet. E' anche vero che gran parte della notorietà del Doppiovubi deriva dai link su Facebook, quindi non è neanche giusto sputare nel piatto dove in certo qual modo si mangia.
Detto questo, alcuni feedback interessanti incoraggiano il Nostro a intraprendere una strada diciamo pieroangelica, o pieroangelista, cioè abbastanza divulgativa.
Ah, la divulgazione.
Divulgare, dis-vulgare, diffondere tra il volgo.
Ma volgo non ha sempre un'accezione positiva.
Sotto la voce volgo si può leggere "in una società organizzata, la classe popolare, che ne costituisce l’elemento numericamente predominante ma meno provveduto culturalmente e meno rilevante nei riguardi della vita economica e politica. È sinon. di popolo, come elemento sociale contrapposto alle classi più elevate (aristocrazia, borghesia, ecc.), in confronto al quale ha tuttavia spesso un valore limitativo e spregiativo". Se anche così fosse, Doppiovubi preferisce il popolo mille volte, e se deve scegliere un interlocutore, Doppiovubi sta dalla parte del popolo, non c'è dubbio.
Qualcuno dirà, Guarda che della vita di Leibniz non interessa niente a nessuno dei tuoi, se non fosse stato per la storia dei biscotti, si sarebbero soltanto annoiati.
Può darsi. Purtuttavia tutto è collegato a tutto.
Prendiamo proprio i biscotti, per esempio. Qualcuno magari avrà sorriso, ma se si approfondisce il tema, si scopre che questi qui, ritratti nella confezione originale

non rappresentano una boutade, né uno scherzoso riferimento, né tanto meno una coincidenza, ma davvero sono riconducibili al matematico e filosofo che abbiamo imparato ad apprezzare, e forse un po' anche ad amare.
Basta andare sul sito della Bahlsen, e si scopre che è di Hannover, che ormai per i doppiovubiani non dovrebbe avere segreti. Il fondatore, Hermann Bahlsen, nel 1891 lanciò sul mercato il suo prodotto più famoso, il biscotto al burro ("leibniz-keks", "keks" in tedesco vuol dire "un biscotto", mentre "biscotti" si dice "kekse", sono ben strani questi tedeschi) (*), e gli attribuì il nome del cittadino più famoso di Hannover, Leibniz per l'appunto. 

Tutto è connesso.
Anche da un semplice biscotto, mediante una serie di collegamenti, si possono scoprire cose meravigliose.
Basta la capacità di approfondire, di vedere il lato curioso e nascosto, e la voglia di stupirsi ancora.
Doppiovubi, se avrete la pazienza di seguirlo, vi promette che vi stupirà ancora. O, quanto meno, ci proverà.
E magari contribuirà a farvi vedere il mondo in una luce diversa e nuova.
Perché Doppiovubi, non dimenticatevelo mai, vuole bene a ciascuno di voi.

W.B.

(*) La fabbrica di biscotti (keksfabrik) Bahlsen è sempre rimasta nelle mani della famiglia Bahlsen. Oggi il CEO è il nipote di Hermann, Werner Bahlsen. Se siete desiderosi di conoscere il bel sembiante di Werner, eccolo qui:


Giustamente si fa orgogliosamente ritrarre dai fotografi con in mano il prodotto di punta della sua ditta. Dopo oltre un secolo, la famiglia Bahlsen sta ancora sfruttando il nome del nostro filosofo per vendere biscotti e arricchirsi (non c'è bisogno del calcolo infinitesimale per conoscere il patrimonio dei Bahlsen).
La Bahlsen ha cinque stabilimenti in Europa ed esporta biscotti in ottanta Paesi del mondo.



Post popolari in questo blog

Allahu Akbar.

Come si scrive un'enciclopedia

Quasi tutti i TV erano chiaramente sintonizzati su Telereporter