Educato e obbediente
Vorresti tornare indietro, adesso che sai, a quei momenti
completamente obliati ma ancora presenti - eccome -, quando avevi due, tre e
quattro anni, per riviverli come spettatore, e per individuare la genesi esatta
delle ferite e delle umiliazioni che oggi ti fanno sentire inadeguato e sbagliato. Piccoli graffi quotidiani
alla tua autostima, frasi percepite da loro come innocue, che hanno causato
danni incalcolabili al bene più prezioso che avevi, la tua gioia di vivere,
progressivamente perduta e immolata sull’altare dell’accettazione e del
consenso altrui. Piegato e domato, passerai invano il resto della tua esistenza
affamato di complimenti, carezze e conferme.
Tu, bambino forte, reso uomo debole, andrai vagando e cercando
questo in una donna, e certamente non lo troverai. Finirai col sublimarlo in
sterili atti di prepotenza e ridicole dimostrazioni di potere e forza, e in
albe tragiche a guardare un soffitto e chiedersi se davvero vale la pena di
andare avanti.
E tu, povera bambina, bambina dolce, resa donna aspra, senza
volere e senza sapere replicherai automaticamente il modello che hai avuto, con
il tuo uomo e con i tuoi figli, come una goccia nella pietra, sino a togliere a
loro tutto il coraggio di esserci e di sperare nel domani.
Ed ecco il grande paradosso, amare qualcuno alla follia, e -
in completa buona fede - offrirgli il dono più avvelenato di tutti, la paura di
vivere.
W.B.