Alla cassa, prego



Qualsiasi essere umano sviluppa continuamente desideri. Dai più piccoli e irrilevanti (quasi quasi mi mangio un gelato al pistacchio), a quelli di una vita (diventerò astronauta e farò una passeggiata nello spazio). Molti vivono inseguendo una serie infinita di micro-desideri, altri – come Doppiovubi – sopprimono tendenzialmente il raggiungimento di piccole gioie quotidiane per dedicarsi a obiettivi a lungo termine (mettendo in atto, così, una scommessa sulla durata della vita, che, come sappiamo, è incerta, quanto meno dal punto di vista dell’essere umano).
Le nostre vite potrebbero essere dunque descritte come una sequenza ininterrotta di desideri che si succedono l’uno all’altro, senza soluzione di continuità (certo che “senza soluzione di continuità” è un’espressione davvero strana). Secondo il buddhismo, si può ottenere la felicità sopprimendo i desideri. Secondo Doppiovubi, non si possono sopprimere i desideri, perché sono connaturati all’essere umano.
Un essere umano senza desideri diventa una macchina. Un computer non desidera essere acceso, e non desidera lanciare alcun software.
E così, con i desideri dobbiamo fare i conti. In qualche modo siamo guidati e controllati dai nostri desideri. La nostra vita è quella che è oggi, e sarà quella che sarà domani, a causa dei desideri che abbiamo avuto e di quelli che avremo.
(fine prima parte – segue)

W.B.

Post popolari in questo blog

Allahu Akbar.

Come si scrive un'enciclopedia

Quasi tutti i TV erano chiaramente sintonizzati su Telereporter