Alla cassa, prego (sesta parte - fine)
Questa serie di mini-post potrebbe continuare all’infinito,
proprio perché gli esempi sono infiniti, in quanto la SdO ci propina
innumerevoli situazioni di complessità inestricabilmente saldate ai desideri, i
quali, tra l’altro, e per lo più, sono indotti e innaturali.
Robert E. Burton, epigono
di Gurdjieff e Ouspensky, ha scritto: “il momento successivo non è migliore del
momento presente”. Ogni qual volta un desiderio ci attrae, e rimaniamo invischiati
nel percorso necessario per conseguirlo, continuamente consideriamo il momento
finale – quello della chimerica soddisfazione
– come migliore dei singoli
momenti che stiamo vivendo, proprio perché questi momenti sono per definizione strumentali alla meta. Nel frattempo, silenzioso e perfido,
il tempo passa, la clessidra corre, e perdiamo la nostra vita. Ma stiamo
andando troppo lontano, e questo non è esattamente il tema. Molto più
semplicemente, Doppiovubi voleva soltanto ammonirvi, con questa piccola e senza
pretese serie di mini-post, a scegliere con cura i vostri desideri. Pensateci
bene, quando vi ritrovate a sognare un risultato. Riflettete a fondo, prima di
imbarcarvi, perché, per ottenere quello che desiderate, dovrete passare alla
cassa.
W.B.